Carrus: Veneto Banca, oltre il miliardo le richieste per l'aumento di capitale
TORINO. Per l’aumento di capitale di Veneto Banca «c’è stato interesse fin dall’inizio. Noi faremo un miliardo, non un euro di più, ma la proposta di partecipazione ha superato il miliardo». Così l’ad di Veneto Banca Cristiano Carrus a margine dei lavori del Forex a Torino.
«Siamo lieti che questo sia avvenuto perché, per un nome come Veneto Banca che si avvicina al mercato, da un parte, è indicativo, dall'altra, è confortante», aggiunge Carrus. L'ad ha confermato anche che «l’iter verso la quotazione procede secondo i tempi prefissati, stiamo definendo le parti con Borsa italiana, soprattutto con Consob, siamo in linea con le previsioni. Il 9 febbraio approveremo lo schema di bilancio, il 19 il bilancio, a marzo il premarketing e il road show in Europa, Usa e forse Far East. La Borsa è confermata ad aprile».
Per quanto riguarda le operazioni di M&A ha spiegato: «Non siamo particolarmente attivi, tocca ai grandi ma contiamo da capitalizzati e quotati di sederci a questi tavoli».
Veneto Banca ha «uno stretto rapporto con la Banca popolare di Vicenza, ma che non riguarda assolutamente le aggregazioni», aggiunge Carrus. Inoltre,per un’eventuale fusione, «parliamo con tutti, i rapporti sono eccellenti con il Banco Popolare e tutti gli altri».
Secondo Carrus, tuttavia, «tocca ai grandi fare prima le operazioni, poi da quotati e capitalizzati, è ineluttabile che ci siederemo anche noi ai tavoli, il percorso non finisce con la quotazione». Il processo di Ipo, ha spiegato l’a.d., procede «in linea con le aspettative».
Anche la Popolare di Vicenza guarda alla Borsa. «È tutto confermato», con lo sbarco sul listino atteso «in aprile», spiega l’ad dell'istituto, Francesco Iorio, a margine del congresso Assiom-Forex. «La fase di mercato non è il massimo, ma bisogna andare avanti e noi andiamo - ha aggiunto - c'è molto interesse sul territorio». In relazione all'aumento di capitale da 1,5 miliardi, «sono fiducioso che tutto andrà bene», ha proseguito.
Sul fronte Banca Etruria, la Banca d’Italia fa sapere che fu il cda a dire no all’offerta della Banca Popolare di Vicenza.
Banca d’Italia, come annunciato dal governatore Ignazio Visco oggi all’Assiom Forex, ha pubblicato sul proprio sito un serie di documentazioni relative alle quattro banche salvate dal decreto governativo di dicembre. Nel file l’attività di vigilanza svolta dalla Banca d’Italia: linee generali e interventi nei confronti delle quattro banche poste in risoluzione, nel capitolo dedicato alla Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, si legge tutto l’iter di controlli e ispezioni, tra cui quella che viene definita «l’spezione decisiva» da novembre 2014 a febbraio 2015.
In quella sede, constatato l’insufficiente sforzo di correzione da parte della banca, il cda, rinnovato nel maggio 2014 per metà e nelle figure di vertice, non assicurò la richiesta discontinuità gestionale, «con motivazioni di difesa del radicamento territoriale e di indipendenza della banca il Cda, rifiutò l’unica offerta ufficiale, autonomamente avanzata dalla Banca Popolare di Vicenza».
L’accertamento, concluso con un giudizio «sfavorevole» (6 su una scala da 1 a 6), rilevò sia gravi perdite patrimoniali (tali da portare il patrimonio significativamente al di sotto dei minimi regolamentari) sia gravi irregolarità. Date le conclusioni dell’ultima ispezione, il commissariamento fu disposto il 10 febbraio del 2015 alla luce di una relazione interlocutoria degli ispettori.
La Banca d'Italia al termine del 2013 dopo la prima ispezione chiese a Banca Etruria una serie di decise misure correttive e, soprattutto, l'integrazione in un gruppo in grado di apportare capitale. È quanto si legge nel documento dell'istituto centrale che riassume le azioni di vigilanza sulle quattro banche. Nel corso del 2014 il nuovo cda della banca rifiutò l'unica offerta ufficiale «autonomamente avanzata dalla Banca Popolare di Vicenza» e così fu inviata una nuova ispezione, che si svolse da novembre 2014 a febbraio 2015 e che portò poi al commissariamento.
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