Cattolica, il Cda studia l'uscita da Bpvi

Il consiglio ha preso in esame il diritto di recesso che gli accordi di partnership riconoscono a Cattolica dopo la trasformazione della Banca in Spa. Effetto svalutazione Bpvi sui conti della trimestrale, cala l'utile a 24 milioni

L'incrocio Zonin-Bedoni è alle ultime battute, ma il finale sarà amaro. Il rapporto di amicizia tra i due (uno imprenditore del vino, per quasi un ventennio leader della Bpvi, l'altro presidente di Coldiretti per un decennio, poi al timone del Gruppo veronese di assicurazioni)  è diventato un incrocio di destini aziendali. Ma fino a pochi anni fa nessuno temeva rischi, nè per la banca nè alle assicurazioni lungo l'Adige di Verona.

Ora, però, i bilanci parlano chiaro. Gli aumenti di capitale sottoscritti e le azioni svalutate hanno generato minusvalenze da centinaia di milioni. Lo dice il bilancio 2015, lo confermano i numeri della trimestrale approvata ieri venerdì 13 marzo. Così Cattolica si è dichiarata pronta ad uscire dalla compagine della Popolare di Vicenza.

Il Cda di Cattolica Assicurazioni ieri ha esaminato "la nuova situazione che si è determinata nei rapporti di partnership con la Popolare di Vicenza, alla luce dell'esito dell'offerta globale di sottoscrizione di azioni della banca, che ha portato all'integrale sottoscrizione dell'aumento di capitale da parte del fondo Atlante, al quale il Gruppo Cattolica ha aderito con una partecipazione pari a 40 milioni di euro. Di conseguenza, il fondo Atlante, e per esso Quaestio, ha comunicato a Consob, e a Cattolica per quanto di sua pertinenza, l'acquisizione in via indiretta della partecipazione del 15,1% detenuta dalla Pop Vicenza nel capitale di Cattolica" informa una nota.

"Il consiglio - si legge - ha preso in particolare in esame il diritto di recesso unilaterale che gli accordi di partnership riconoscono a Cattolica dopo la trasformazione di Banca Popolare di Vicenza da società cooperativa in società per azioni".

La Convenzione Quadro che regola la partnership, rinnovata il 14 dicembre 2012, prevede - spiega la compagnia - che Cattolica possa in qualunque momento e fase della partnership "recedere unilateralmente" nel caso in cui Bpvi deliberasse 'la trasformazione della propria forma giuridica cooperativa o procedesse ad una fusione per sua incorporazione in altra banca o società finanziaria che non abbia la forma cooperativa".

Il Cda ha ritenuto di dover quindi riesaminare lo stato e le prospettive dalla partnership nei tempi utili a consentire gli opportuni approfondimenti, con l'ausilio degli advisor anche in relazione degli sviluppi della nuova situazione in Bpvi.

La scadenza del termine per l'eventuale esercizio del diritto di recesso è previsto contrattualmente entro l'1 settembre 2016.

La compagnia ha esaminato e comunicato anche i dati del primo trimestre: Cattolica Assicurazioni ha chiuso il primo quarter 2016 con un utile netto consolidato di 25 milioni rispetto ai 33 milioni dell'analogo periodo del 2015. Il risultato normalizzato al netto delle svalutazioni è di 32 milioni. L'utile netto di gruppo, al netto delle quote di terzi, è pari a 24 milioni, in calo del 20%, e risulta penalizzato da oneri non ricorrenti per 7 milioni conseguenti principalmente all'allineamento del valore della partecipazione (pari allo 0,89%) in Banca Popolare di Vicenza al prezzo di sottoscrizione delle azioni nell'ambito dell'operazione di aumento di capitale della Banca da parte del fondo Atlante il 4 maggio 2016.

La raccolta premi complessiva del lavoro diretto ed indiretto danni e vita si è attestata a 1.277 milioni, in calo del 25% rispetto ai 1.702 milioni del primo trimestre 2015, alla quale concorrono i premi danni con 469 milioni e i premi vita con 805 milioni. Il dato della raccolta, in particolare per il ramo vita, è influenzato dagli effetti negativi derivanti dalla situazione della Popolare di Vicenza.

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