Cattolica rafforza il patrimonio e investe 112 milioni in terreni tra Roncade e Venezia

Dal 2012 a oggi la compagnia assicurativa veronese ha acquistato quasi 2 mila ettari attorno a H-farm, portando il patrimonio a un miliardo e il perimetro in gronda lagunare. Vigneti, immobili e turismo: qui ora si coltiva anche il Prosecco

RONCADE È la più grande azienda agricola a corpo unico del Veneto, lunga ben 12 chilometri. Un patrimonio che promette rendimenti fino al 4%; ma è ancora tutto da scoprire il valore del grande business turistico e ricettivo. Sarà per questo che Cattolica Assicurazioni ha deciso di investire, finora, 112 milioni nella verde distesa che da Roncade arriva dritta alla gronda lagunare, in fronte al campanile di Torcello e, ad appena otto chilometri in linea d’aria, da San Marco. Ma l’espansione non è finita.

L'acquisto a step. Treviso, Roncade, Ca’ Tron. Si parte da qui e da 1.080 ettari ex patrimonio della Fondazione Cassamarca. Le assicurazioni veronesi nel 2012 investono nella tenuta i primi 76 milioni e ne rilevano ogni metro quadro a fine 2016. «Ora li abbiamo liquidati completamente» conferma il presidente di Cattolica Paolo Bedoni. Nel frattempo la società cooperativa veronese incamera da privati altre centinaia di ettari fino al Sile, 500 oltre il fiume, le ex proprietà Vio a Meolo, l’ex azienda Veronese a Portegrandi più altri appezzamenti a Burano in gronda lagunare. «Sono circa 1.800 ettari complessivi» spiega Bedoni. In quattro comuni: Altino, Roncade, Meolo e Venezia. «Non è solo un investimento immobiliare e agricolo, ma un richiamo simbolico alle nostre origini, indissolubilmente legate al mondo agricolo» precisa Bedoni.

Il fattore patrimonio. «Eravamo una delle poche società assicurative senza proprietà fondiarie che garantiscono la solidità - spiega Bedoni -. Quando sono diventato presidente di Cattolica l’unica proprietà immobiliare era la sede in Lungadige Cangrande a Verona, circa 50 milioni a bilancio. Oggi Cattolica ha un miliardo di patrimonio immobiliare». E gli acquisti tra Treviso e Venezia non sono finiti. Ci sono 100 ettari in affitto ma, anticipa, Bedoni, «ne stiamo guardando altri». Anche perché la proprietà è frazionata e oggi la gronda giace isolata dal resto del corpo terriero. Se tutti gli ettari andranno a portafoglio secondo il disegno di Bedoni, la proprietà supererà i 2 mila ettari. Cattolica avrà 20 anni di ammortamenti ma il pareggio di bilancio è atteso nel 2018.

La gestione, il rendimento. La gestione è affidata a due società: l’azienda agricola Cattolica e la società Beni Immobili. Entrambe 100% delle assicurazioni. Il piano agricolo prevede un grande investimento in viti per la produzione di vino per 350 ettari. Sono stati piantati Chardonnay, Raboso, Pinot grigio ma anche l’uva glera che è quella del Prosecco (nel 2016). Totale: 12 milioni di investimenti in impianti meccanici e 3-4 milioni di costi per comprare i diritti. Ma dal vino Bedoni attende un rendimento al 4%, il più alto su una media dell’1%. Oggi il vigneto ha un costo di 40 mila euro l’ettaro.

Cattolica sta valutando di costruire una cantina aperta. Per ora, sull’imbottigliamento e vendita, l’accordo è con il Gruppo Italiano Vini. Ma Bedoni non esclude anche una “propria” etichetta. La produzione andrà a regime nel 2019. Nella proprietà ci sono anche 100 ettari coltivati a pomodoro, più altre colture diversificate: soia, colza, mais in attesa dei contributi Pac; boschi, un laghetto, un parco storico e una riserva di caccia che «potrebbe diventare un’oasi favolosa turistica» spiega Bedoni. A due passi dal Sile navigabile e dalla ciclabile Treviso Mare.

Il business degli immobili. Nel progetto c’è anche una centrale a biomassa ma nulla è stato avviato. C’è poi il restauro delle 40 case ex coloniche. Cattolica vuole portare qui la sede ufficiale del suo Osservatorio agroalimentare. Ma c’è ampio spazio per agriturismi, ristoranti, alloggi studenti... Un prezioso vicino. Proprio in quest’area trova infatti sede H-Farm del quale Cattolica ha acquisito il 4,88% del capitale. Nel 2014 è stato avviato un progetto di sviluppo agricolo attraverso tecniche digitali e robotiche, in linea con la strategia di Cattolica impegnata nel riposizionamento dalla copertura del danno al rischio d’impresa. Ca’ Tron oggi è il nuovo laboratorio sperimentale “dal vivo”; e non sono da escludere nuove liaison con il vicino di casa Riccardo Donadon.

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