Cattolica utile a +20,5%, i premi superano i 4,23 miliardi
VERONA. Un risultato esercizio "in coerenza" con piano d'impresa. Il gruppo Cattolica nei primi nove mesi dell'anno ha messo a segno una crescita del 20,5% dell'utile netto consolidato a 100 milioni di euro. Il risultato - precisa una nota - tiene conto anche di svalutazioni di investimenti, riguardanti principalmente partecipazioni bancarie, per circa 30 milioni, di cui circa 12 milioni nel terzo trimestre. I premi hanno totalizzato 4,23 miliardi, in progresso dell'1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Alla raccolta complessiva del lavoro diretto concorrono i danni con 1.423 milioni (+14,2%) e il vita con 2.796 milioni (-3,4%). Il combined ratio e' pari a 92,5% da 92% al 30 settembre 2014, ma in miglioramento rispetto al 93,4% dello scorso giugno. Il margine di solvibilita' e' pari a 1,96 volte il minimo regolamentare.
Il patrimonio netto consolidato è pari a 2.189 milioni da 2.188 milioni a fine 2014. Il gruppo prevede che "nell'ultimo trimestre perdurerà la situazione di elevata competitività del settore, in particolare per il ramo R.C. auto. Si conferma comunque il miglioramento dell'andamento della gestione assicurativa rilevato nei primi nove mesi. Complessivamente il risultato del Gruppo si ritiene possa proseguire in coerenza con gli indirizzi definiti nel piano d'impresa 2014-2017".
I risultati al 30 settembre "consolidano il trend di crescita costante e graduale in linea con gli obiettivi del piano industriale approvato lo scorso autunno", commenta l'ad di Cattolica Giovan Battista Mazzucchelli, rilevando che il gruppo "vive positivamente la fase di profonda trasformazione avviata con il piano d'impresa e che ha nel progetto di digitalizzazione delle reti distributive, nella loro crescente ed equilibrata coordinazione e nell'accurata revisione del catalogo prodotti alcuni dei suoi qualificanti punti di forza".
Perfezionata anche la cessione a Ubi Banca, della partecipazione detenuta nella Banca di Valle Camonica, pari al 5,5% del capitale della banca, per un controvalore complessivo di 11,9 milioni di euro. Il documento dei nove mesi dettaglia anche l'entità delle partecipazioni bancarie detenute dalla compagnia. Si tratta dello 0,57% in Ubi Banca, dello 0,22% in Veneto Banca, dello 0,89% nella Banca Popolare di Vicenza e dello 0,08% in Emilbanca. Le quote bancarie - come reso noto ieri da Cattolica - sono all'origine di svalutazioni per 30 milioni di euro nei nove mesi. La relazione segnala inoltre che non si sono verificate entro il termine del 31 luglio le condizioni per la prospettata cessione della partecipazione in Vegagest e si sta valutando con le altre parti coinvolte la possibilità di "una congrua proroga".
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