Cause e rischio credito: peggiorano i conti della Popolare di Vicenza

Perdita a bilancio di 1,4 miliardi per la Popolare di Vicenza, 1,3 miliardi di rettifiche. L'istituto conta 3 mila reclami ma Banca annuncia una camera di conciliazione. Migliora Cet 1 ma ancora sotto soglia Bce. Lo spettro della Borsa

VICENZA. Francesco Iorio ha tirato una linea netta. Ma il conto della passata gestione di Popolare di Vicenza è scritto sul bilancio 2015 che porta oggi la sua firma. Il repulisti, ora, è concluso. La perdita 2015 segna -1,4 miliardi in peggioramento di 350 milioni rispetto all’ultima semestrale, perché su quel circa un miliardo di patrimonio finanziato espunto a giugno 2015 - che ora è diventato 1,139 miliardi post ricognizione - si sono analizzate una per una tutte le posizioni. E ci sono due nuove voci che sono andate direttamente a impattare i conti: 513 milioni messi nel fondo rischi e oneri per le cause legali e 440 milioni di nuovi accantonamenti a rischio credito legati al patrimonio finanziato. Significa che la banca potrebbe non incassare più i soldi prestati.

Su ciò che rimane di quel patrimonio finanziato che per la Bce non è capitale, tolte cause e incagli, è invece in corso il confronto con i creditori per un possibile piano di rientro. Quindi: più rischio e più controversie hanno appesantito il 2015 che vede accantonamenti e rettifiche complessiva per 2,3 miliardi (1,3 di rettifiche sui crediti). Si rende così necessario un aggiustamento del Piano industriale sui target di ricavi e costi. Non cambieranno gli esuberi né le filiali indicate per la chiusura ma i tempi sì, con qualche anticipo rispetto la tabella di marcia.


Ora la banca si presenterà ai mercati con un patrimonio reale e i conti in ordine. Ma bisogna portare a casa l’aumento di capitale da 1,5 miliardi per riportare i coefficienti sulle soglie richieste da Bce (10,5 il Cet 1 oggi al 6,65%). Poi la quotazione in Borsa che, visti i mercati ora, sarebbe da scongiurare. Ma il treno è sul binario e procede per andare sul listino entro giugno. Il 16 febbraio sarà comunicato il prezzo di recesso che, diversamente da Veneto banca che ribassò del 75% da 30,5 a 7,3 in tempi di Borse calme, potrebbe essere peggiorativo per Bpvi.
Quanto al capitolo cause legali, la banca guidata da Stefano Dolcetta ha contato 3 mila reclami accantonando 513 milioni in un fondo specifico. Oggi l’ammontare e il numero delle litigation è sostenibile ma il confine è labile. La linea della banca, secondo quanto ci risulta, è di proseguire nel percorso di aumento e quotazione e poi aprire una camera di conciliazione per i casi più spinosi. Oggi si viene a sapere che di quel patrimonio finanziato (a cui sono legati molti reclami) riguarda solo per il 20% i due aumenti di capitale 2013 e 2014. Ciò che ha impattato è il cosiddetto mercato secondario, ovvero le vendite di azioni tra soci in presenza del fondo azioni della banca che si è fatta controparte nella liquidazione dei titoli.


Rispetto a giugno, i coefficienti patrimoniali migliorano grazie anche alla quota venduta di partecipazione in Icpbi, l’istituto delle banche popolari. A migliorare è anche la copertura dei crediti che va sopra il 42,4%. La Banca segna ricavi leggermente superiori (+1,7%) rispetto all’anno scorso grazie al risparmio gestito mentre i costi soffrono di componenti straordinarie come i 40 milioni versati per il salvataggio delle quattro banche a rischio default. A perdere 8,8 miliardi di euro è la raccolta totale. Circa un sesto di questo ammanco è legato a clienti che hanno azzerato le proprie disponibilità. Mentre il resto riguarda correntisti che hanno ridotto del 50% i risparmi, restando clienti. Un effetto sfiducia dopo le indagini e gli indagati, ma a influenzare per un terzo la riduzione della raccolta ci sono anche exit di grosse aziende. Quanto ai clienti persi, la banca parla di poche migliaia.


Infine, sulla questione partecipazione del 15% in Cattolica, Bpvi spiega che si tratta, da parte di Consob, di una richiesta di acquisizione di documenti relativi a rapporti finanziari e operazioni tra la banca e la società veronese. Bpvi è primo azionista della Spa e nel piano dismissioni delle vendite in cui potrebbe rientrare Arca non è prevista Cattolica. Bpvi cerca invece acquirenti per Farbanca e Prestinuova.  Ultimo dato: ad oggi non ci sono evidenze per proseguire nell’azione di responsabilità verso l’ex management. Il tutto però sarà a valutazione oramai del prossimo Cda che sarà nominato entro giugno. Stasera l’ad Francesco Iorio, dopo Vicenza e Udine incontrerà i soci a Conegliano Veneto. Il tour si concluderà a Prato giovedì.
 

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