Chiusura area a caldo della Ferriera di Trieste, Fiom in piazza per scongiurare gli esuberi
TRIESTE Lavoratori in piazza a Trieste oggi, venerdì 5 giugno, con la Fiom Cgil per ribadire la loro preoccupazione sull’accordo di programma che accompagna la chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola con il rischio di una mancata risposta per i 168 esuberi.
Con bandiere del sindacato i manifestanti hanno inscenato un presidio davanti alla sede della Regione dove una delegazione è stata ricevuta dal presidente del Fvg Massimiliano Fedriga e dall’assessore al Lavoro, Alessia Rosolen.
«Siamo qui - afferma Marco Relli della Fiom-Cgil - perché non si è ancora concluso l’accordo di programma» e perchè «non ci sono le risposte occupazionali che erano state promesse a valle di quel difficile accordo sindacale che ci aveva disunito tutti». Se nell’accordo di programma non ci saranno risposte occupazionali - aggiunge - ci saranno sicuramente delle «problematiche per 168 esuberi». «Inoltre - spiega - gli interinali non ritroveranno collocazione e siamo preoccupati per il futuro rispetto all’area a freddo e rispetto ai mercati. Alla Regione Fvg chiediamo garanzie e che vengano esaudite le promesse fatte da sempre, ovvero che nessuno perderà il posto di lavoro».
«La Regione Friuli Venezia Giulia ha detto che a fronte di fondi pubblici così importanti si impegna a ricollocare tutti gli esuberi» legati alla chiusura dell'area a caldo della Ferriera, «ma anche a incrementare l'occupazione. Su questo noi vigileremo». ha poi riferito Marco Relli, dopo essere stato ricevuto, con una delegazione di lavoratori, dal presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, e dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen.
«Martedì o mercoledì prossimi - ha aggiunto Relli - date in cui è attesa la firma dell'accordo di programma per la riconversione dell'area a caldo dell'impianto siderurgico, quanto esplicitato oggi verrà inserito nel documento. Noi saremo presenti come delegazione sindacale e verificheremo. Abbiamo chiesto - chiosa - di fare un nuovo accordo sindacale. La Regione non può farsi promotore di questo, ma potremo essere sui tavoli a vigilare che gli accordi siano esauditi rispetto a quello che c'è stato assicurato».
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