Cicloturismo e bici elettrica rilanciano la bike economy a Nordest

Dopo il boom durante la pandemia, dovuto anche agli incentivi, la domanda si è assestata su livelli inferiori. Ora la parola d’ordine è smaltire le scorte. Si riparte nel 2025
Maurizio Caiaffa
L’edizione 2023 della Prosecco Cycling che ogni anno si svolge a Valdobbiadene
L’edizione 2023 della Prosecco Cycling che ogni anno si svolge a Valdobbiadene

La crescita sul medio termine non è in discussione, però gli ultimi trimestri, per la filiera della bicicletta e in generale per la cosiddetta bike economy, sono stati periodi di congestione. Il sistema produttivo, che si era parametrato sulla domanda, prepotentemente aumentata, del dopo pandemia, si è trovato a fronteggiare valori comunque superiori al pre Covid, ma meno positivi. Risultato: i magazzini sono pieni. Di biciclette, di e-bike, di componenti, di magliette per ciclismo.

E la parola d’ordine è diventata: smaltire le scorte. «Ma il mercato ora si sta posizionando su valori normali e nel medio termine la crescita riprenderà», annota Mariano Roman, presidente della trevigiana Fantic Motor ma anche di Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori.

Che il tunnel non sia alle spalle, è certificato anche dalle cifre. L’edizione 2024 di “Ecosistema della bicicletta”, il recente report annuale di Banca Ifis, certifica che nel 2023 i ricavi sono calati del 7,4% a 1,75 miliardi. Sono diminuiti anche i volumi produttivi, la flessione del numero dei pezzi è stata del 28,6%. Come si può notare, il fatturato in percentuale è calato molto meno dei volumi, il che può indicare che pur in un periodo di forti aumenti di materie prime e semilavorati, prezzi e margini si sono mantenuti su livelli apprezzabili. Sta di fatto che per il settore Banca Ifis indica in circa il 9% il Roe medio, l’indice sulla la redditività del capitale proprio: era del 6,4% nel 2020 e al picco del 2021 aveva segnato 12,6%.

L’effetto Covid sul settore

Certamente in queste cifre sintetiche viene fotografata la complessità di un comparto produttivo che con il boom post Covid è diventato ancora più importante. Fra il 2020 e il 2022 biciclette e componentistica italiane hanno visto crescere il fatturato da 1,49 a 1,89 miliardi, un’onda provocata dalla pandemia e dal relativo impatto sulla mobilità ma anche dagli incentivi agli acquisti decisi a livello governativo. Nel 2024 si attende una ripresa dei ricavi a 1,77 miliardi. Anche la redditività industriale (come Ebitda su ricavi) nel 2023 come nel 2024 viene segnalata stabile all’8% mentre al picco del 2021 era al 9,6% ma nel 2020 al 6%. «Sebbene la redditività sia stata negativamente impattata dall’inflazione – annotano gli autori del rapporto di Banca Ifis – il calo dei ricavi nel 2023 non ha pregiudicato la capacità dei produttori di realizzare una buona creazione di valore».

E-bike in flessione

Di certo la contrazione della domanda nazionale, già in calo nel 2022, ha subito un’ulteriore flessione l’anno scorso. Così si sono prodotte solo 1,975 milioni di biciclette (muscolari ed elettriche) e per la prima volta anche le e-bike sono in flessione: meno 24%. Il sistema insomma sta atterrando su una traiettoria di crescita più sostenibile. Un adeguamento che interessa soprattutto il Nord Italia, che ospita secondo Banca Ifis il 76% delle imprese che producono bici (ma l’89% dei ricavi) e l’85% di quelle della componentistica (98%).

Secondo l’Ancma, si parla a livello nazionale di 250 aziende con 20 mila addetti diretti e altrettanti indiretti. Si può stimare che due aziende su tre sono localizzate nel Veneto. Un settore fortemente votato all’export e ai rapporti di interscambio: il saldo commerciale a livello nazionale è stato pari nel 2023 a 141 milioni, in calo del 19%.

La normalizzazione

Sono numeri che non spaventano affatto gli addetti ai lavori. «Assistiamo a una normalizzazione – ribadisce Mariano Roman – fra l’altro fra 2025 e 2028 ci aspettiamo una forte crescita delle biciclette a pedalata assistita».

La proiezione si basa su quanto sta avvenendo a livello europeo e rappresenta una delle direttrici di espansione del settore nel prossimo futuro. «Specialmente in Paesi come Germania e Olanda – continua Roman – il peso della bici elettrica è superiore al 50% e in Italia siamo al 19%, questa forbice è destinata a chiudersi».

La bicicletta a pedalata assistita, d’altro canto, sembra destinata ad allargare il mercato, creando una nuova fascia di consumatori che si avvicinano alle due ruote senza un alto grado di preparazione fisica. Insomma non rubano spazio e clienti alle varie Pinarello, Wilier Triestina, Bottecchia e via enumerando. Ma aggiungono clientela e domanda di biciclette elettriche e di componenti, fra l’altro tecnologicamente più sofisticate e quindi più costose.

Opportunità cicloturismo

Un’altra opportunità di espansione e di business è rappresentata dal cicloturismo, ossia l’impiego della bicicletta non solo come mezzo di spostamento oppure di sport, ma come mezzo e fine della vacanza.

Banca Ifis segnala che in Italia, nel 2023, sono cresciuti del 18% a 7,5 milioni le presenze complessive nel Belpaese.

La tendenza alla crescita è testimoniata anche dagli imprenditori che fanno parte della bike economy. Come Alessio Cremonese, amministratore delegato della bellunese Mvc Group, la ex Manifattura Valcismon di Fonzaso. Con marchi dell’abbigliamento sportivo e specializzato come Sportful, Castelli e Karpos, Mvc Group è un osservatorio privilegiato.

«Il cicloturismo – spiega Cremonese – vive il medesimo successo del mondo gravel, ovvero la bicicletta vissuta non tanto come mezzo agonistico ma come avventura, che non è solo sport ma anche pretesto per la sosta in agriturismo oppure al museo».

Spunta il reshoring

Insomma è un mondo produttivo tutto in movimento, quello della bike economy come somma di produttori di biciclette e di componentistica, di produttori di abbigliamento e di accessori. Una crescita che condivide con il resto delle imprese, anche maggiori, due tendenze economiche consolidate. Innanzitutto l’ingresso dei fondi nelle imprese maggiori, sia come soci di maggioranza che di minoranza: si pensi al caso della trevigiana Pinarello, l’anno scorso venduta dal venduta dalla società di investimento L Catterton al tycoon sudafricano Ivan Glasenberg, ma allo stesso Mvc Group, partecipato al 40% dal fondo Equinox.

Ma come tendenza economica c’è anche da segnalare il reshoring, l’avvicinamento delle catene di fornitura dall’Asia all’Europa, specialmente nella componentistica. In Polonia e in Portogallo già si parla di nuove bike valley. A segnalare che la bicicletta, anche sul piano economico, è una questione seria.

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