Cicloturismo nel Nordest business da 1,5 miliardi: vale il 40 per cento del giro d’affari nazionale

Una cifra importante e in rapida crescita se è vero che tra 2019 e 2022 il numero dei cicloturisti, italiani e stranieri, che scelgono le proprie vacanze in ragione dell’uso della bicicletta sono quasi raddoppiati e sono passati, solo nel Nord Italia, da poco più di 3,6 milioni dell’anno prima della pandemia agli oltre 6,1 milioni del 2022
Riccardo Sandre

Valeva oltre il miliardo e mezzo di euro il business del cicloturismo a Nordest nel 2022. Una cifra importante e in rapida crescita se è vero che tra 2019 e 2022 il numero dei cicloturisti, italiani e stranieri, che scelgono le proprie vacanze in ragione dell’uso della bicicletta sono quasi raddoppiati e sono passati, solo nel Nord Italia, da poco più di 3,6 milioni dell’anno prima della pandemia agli oltre 6,1 milioni del 2022.

Secondo i dati del rapporto Isnart Unioncamere e Legambiente dal titolo “Viaggiare con la Bici: la via Italiana al cicloturismo”, il cicloturismo in Italia fatturava nel 2022 complessivamente circa 4 miliardi di euro grazie a circa 33 milioni di presenze, con un incremento del 16,7% rispetto all’anno precedente. Di questi turisti, circa il 35,5% si ferma in Veneto (che ne ospita circa il 19%) e in Trentino Alto Adige (che ne accoglie il 16,5%), mentre in Friuli Venezia Giulia, che pure è una delle regioni più attive in termini di turisti in uscita, si sono concentrati poco più del 3% di tutti gli appassionati che si sono dati appuntamento in Italia l’anno scorso.

A fare i conti a spanne, il Nordest vale poco meno del 40% di tutto il business del settore. Un settore che vede i suoi appassionati spendere sul territorio mediamente poco meno di 130 euro al giorno (a prescindere però dalle spese di viaggio, che oscillano tra i 234,7 euro dei “cicloturisti puri” stranieri ai 91,7 euro dei “turisti con la bicicletta” italiani).

Secondo l'osservatorio Isnart le differenze sono poco marcate in termini monetari ma molto invece in termini di stili di viaggio. Isnart e Legambiente, nel selezionare i propri target, hanno individuato infatti due macro-categorie di viaggiatori: i cicloturisti puri, quelli che di fatto scelgono di organizzare la propria vacanza in funzione dell’uso della bici, e i “turisti con la bicicletta” che usufruiscono volentieri di eventuali servizi di mobilità sostenibile “a pedali” ma che si appoggiamo molto di più ai mezzi a noleggio.

Per gli uni e per gli altri il Nordest, rappresenta una straordinaria opportunità: l’area infatti ospita ben 1.600 diversi percorsi ciclabili (il 38%, in km, delle piste ciclabili di tutta Italia). Percorsi per tutte le età e per tutte le gambe, che vedono i circuiti alpini per famiglie e quelli per gli appassionati di sport più o meno estremi, come il gravity, affiancarsi alle lunghe piste attrezzate in pianura, sugli argini dei fiumi o sulle litoranee.

L’introduzione delle tecnologie della pedalata assistita hanno modificato il mondo del turismo in bici, ampliando di molto la platea dei potenziali interessati e allungando le percorrenze medie di chi pratica. Un’ulteriore opportunità per un’area che sta investendo per rafforzare la propria, già ampia, offerta infrastrutturale. Lo fa con innumerevoli iniziative: da quelle legate alle grandi ciclovie di interesse europeo, fino a quelle che vedono i piccoli comuni del Nordest sviluppare inedite alleanze locali per far rivivere percorsi medioevali della fede e del pellegrinaggio.

Di esempi ce ne sono un'infinità: la Via Germanica che passa per il Trentino Alto Adige e per Verona verso Roma, la Romea Strata che interessa i comuni della Bassa Padovana e collega l’Est europeo a Roma, la Alpe Adria che unisce l’Austria a Grado e così via. Una miriade di progetti e percorsi di grande fascino che, proprio in questi anni, vivono una eccezionale di stagione di riscoperta culturale e storica oltre che turistica. Progetti che si trovano davanti la sfida di un’integrazione funzionale, necessaria per sprigionare le grandi potenzialità che questi percorsi promettono per lo sviluppo del turismo del territorio.

Ma se le piste ciclabili da sole non bastano, il Nordest può vantare un altro primato: proprio in quest’area si trova circa il 60% di tutte le strutture ricettive attrezzate presenti nel Paese. «Il cicloturismo continua a rappresentare una chiave fondamentale di attrattività per il turismo del Nordest», spiega Paolo Bulleri, dirigente Isnart.

«Un sistema integrato che ha attirato, in Italia, 9,2 milioni di “cicloturisti puri” nel solo 2022. E lo sviluppo del cicloturismo e del suo indotto economico è uno dei temi su cui Isnart è impegnata a fianco di Unioncamere del Veneto e della Regione. Il sistema camerale regionale, infatti, collabora costantemente con l’Osservatorio del Turismo Regionale Federato per orientare gli investimenti e promuovere iniziative di sviluppo rivolte ad imprese ed operatori del settore, come avvenuto in occasione del recente Veneto Bike Forum».

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