Cimolai e Olivetti, compagni nella vita, rilevano Jesurum

Le "donne d'acciaio", Paola e Carla Cimolai, con Filippo Olivetti, rilanciano i merletti veneziani. Obiettivo: espansione sui mercati internazionali ed entrare nei settori degli hotel e delle crociere di lusso

VENEZIA - La proprietà della storica e gloriosa manifattura Jesurum torna a parlare veneziano.

Il 29 marzo la storica azienda celebre in tutto il mondo per la qualità dei suoi tessuti e del suo merletto, è infatti stata rilevata da Filippo Olivetti (amministratore delegato di Bassani, società veneziana leader nel settore dei servizi turistici e portuali), dalla compagna Paola Cimolai (consigliera delegata dell’omonimo colosso dell’acciaio di Pordenone) e dalla sorella Carla.

Ora l’obiettivo è di continuare l’espansione nei mercati internazionali e, da qui ai prossimi cinque anni, di entrare nel settore degli hotel e delle crociere di lusso.

Fondata a Venezia nel 1870 da Michelangelo Jesurum, l’azienda è diventata icona della manifattura veneziana, tanto da diventare in passato fornitore ufficiale della casa di Savoia.

Acquistata dalla famiglia Levi Morenos nel 1939 e dopo alterne fortune nei primi anni Duemila, il marchio era finito all’asta nel 2009 quando la società fu dichiarata fallita per insolvenza.

A distanza di pochi anni, a rilevarla fu l’imprenditrice Rita Polese, zia di Paola Cimolai che ha contribuito a rilanciare il marchio.

Tant’è vero che nel corso degli anni è stato riaperto il negozio monomarca di Venezia, alti punti vendita sono sparpagliati a New York, Mosca, Grecia, a breve in Ucraina.

L’azienda, che fa del made in Italy un suo vanto, si è soprattutto ritagliata un mercato di nicchia rappresentato da grandi e facoltosi clienti, che rappresentano oggi l’80% del fatturato. Si tratta di imprenditori statunitensi, russi, emiri che arredano con biancheria da tavola e da letto le proprie ville di lusso. Ma anche mega yacht e addirittura aerei privati, abbelliti con tessuti ricamati e con il merletto.

Tra le ultime novità anche Baby J, una linea di abbigliamento interamente dedicata ai bambini già in vendita in Italia e a Montecarlo, e una linea per le seconde case al mare e in montagna.

“Quello che più mi ha entusiasmato di questo progetto”, spiega Olivetti, “è il fatto che il marchio ha portato nel mondo da 150 anni l’eccellenza della manifattura veneziana. Da veneziano, è motivo di grande orgoglio”.

Ad eccezione dell’amministratore delegato della Bassani, il management di Jesurum è interamente composto da imprenditrici. “Un qualcosa di cui andiamo particolarmente fiere”, aggiunge Paola Cimolai.

Con circa quindici dipendenti e una decina di ricamatrici, il periodo di pandemia non è pesato sui conti aziendali legati ai prodotti “custom”, quelli cioè richiesti ad hoc dai clienti.

Il calo c’è stato invece per gli ordinativi dei negozi, soprattutto per il negozio monomarca di Venezia costretto a restare chiuso negli ultimi mesi a causa delle restrizioni e del crollo del turismo in città.

“Ma noi lavoriamo prevalentemente con il mercato internazionale”, spiega Cimolai, “e con una clientela italiana affezionata che in queste settimane, quando ha iniziato a girare la notizia, ci ha fatto i complimenti per la nuova avventura”.

Ora però lo sguardo è puntato al futuro. “Puntiamo ad espanderci in mercati come il Brasile e il Messico, ma anche nei palazzi reali degli Emirati Arabi”, aggiunge l’imprenditrice, “entro i prossimi cinque anni vorremmo entrare in settori in espansione come gli hotel e le crociere di lusso”.

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