Claudio Cioetto è il nuovo presidente di Confimi Apindustria Verona
L’imprenditore, in carica per i prossimi tre anni, succede a Renato Della Bella. «Prioritario è il dialogo con le altre Associazioni. Gli imprenditori non hanno colore e le Associazioni hanno un target che le accomuna: la crescita delle aziende e dei territori in cui sono inserite»

Claudio Cioetto è il nuovo presidente di Confimi Apindustria Verona.
Lo ha eletto la 61a Assemblea dell’Associazione delle Piccole e Medie Imprese di Verona e provincia che si è svolta presso il Centro Congressi di Villa Quaranta, a Pescantina (Verona).
Oltre al presidente, in carica per il prossimo triennio, sono stati rinnovati i componenti del Consiglio Direttivo, ora composto da: Alessio Bonini (Metal.Riv. Srl), Fausto Borin (Borin Srl), Maria Paola carlesi (Ecoricicli Metalli Srl), Roberta Dal Colle (Terme di Giunone), Luigi Dal Prete (Galvitek Srl), Alessia Faggioni (Faggioni Srl), Marco Gatti (Officina Gatti Srl), Nicola Mazzi (Mazzimpianti Srl), Francesco Menegalli (Target Salute Srl), Federica Mirandola (Mirandola Filettature Srl), Massimo Ongaro (Sevensedie Srl), Paola Ruffo (Agritex Srl), Simone Santagata (Event-Lab Srl), Claudio Simone (Itc Società Benefit Srl), Viani Massimo (Viani Assicurazioni Srl).
La nomina di Cioetto avviene nel segno della continuità, dopo due mandati del presidente uscente, Renato Della Bella. «Quanto realizzato finora da Confimi Apindustria Verona nel corso dei mandati precedenti non sarà tralasciato e proseguiremo nella direzione tracciata, continuando a dedicare la massima attenzione agli Associati», ha commentato il neo-eletto, ringraziando per la fiducia accordata.
Molte sono le sfide che attendono le PMI, come evidenziato nel focus presentato in sede di Assemblea dall’economista Paolo Gubitta, nel contesto di Verona: «La provincia più dinamica del Veneto, con una posizione geografica strategica, dove il ruolo di Confimi Apindustria Verona è fondamentale nell’ascoltare le istanze degli imprenditori per trasferirle alla politica sia locale che nazionale e alle diverse categorie economiche. Inoltre, nel considerare gli aspetti sociali e ambientali con i quali le aziende si confrontano quotidianamente. Siamo un’Associazione di grande valore, non solo in termini numerici, con l’assoluta necessità di entrare in gioco nelle scelte economiche della provincia scaligera», ha sottolineato Cioetto.
Nell’agenda il neo-presidente ha preannunciato incontri sul territorio e la collaborazione con gli istituti scolastici: «Siamo alla costante ricerca di personale da inserire nelle aziende. Calo demografico e scarsa conoscenza delle opportunità offerte dalle imprese del territorio non aiutano». Altrettanto prioritario, ha rimarcato, «è il dialogo con le altre Associazioni. Gli imprenditori non hanno colore e le Associazioni hanno un target che le accomuna: la crescita delle aziende e dei territori in cui sono inserite. Con le PMI al centro, protagoniste della crescita di Verona».
Sessantacinque anni, sposato, Claudio Cioetto è titolare dell’omonima azienda di lavorazioni meccaniche conto terzi con sede nel Veronese, a Roveredo di Guà, dove oggi è affiancato dal figlio. L’Officina meccanica, fondata dallo stesso imprenditore nel 1982, è attualmente fornitrice di importanti brand internazionali nel settore di demolizione e riciclaggio, oil & gas, elettromeccanica e macchine utensili. In Apindustria dal 2007, Cioetto ha un curriculum dalla lunga esperienza in campo associativo quale componente del Consiglio del Distretto di Legnago, territoriale della quale è stato anche presidente; inoltre come componente del Consiglio dei metalmeccanici di Verona, del Consiglio e della Giunta territoriale di Verona e come membro della Giunta nazionale dei metalmeccanici di Confimi Industria.
IL FOCUS
Ha interessato un campione di oltre 3mila aziende del Veneto e di Verona la ricerca presentata all’Assemblea di Confimi Apindustria Verona da Paolo Gubitta, docente di Organizzazione aziendale e Imprenditorialità presso l'Università di Padova. Focus che ha messo in luce quattro punti chiave. Innanzitutto, ha spiegato l’economista, «che l’industria manifatturiera a Verona con un fatturato tra i 20 e i 50 milioni di euro, nel periodo 2019-2021, è stata la porzione di economia che ha performato meglio e ha creato più valore. Questo è un messaggio importante per l’Associazione di rappresentanza, le istituzioni finanziarie, gli organismi politici e amministrativi: dovranno farsi in carico, tutti insieme, di aiutare chi è più piccolo a raggiungere quota 20 milioni, che pare essere la soglia a partire dalla quale le imprese producono più valore». Il comparto manifatturiero ha avuto una profittabilità più alta della media dell’economia provinciale passando dall’8,7% nel 2019 al 9,3% nel 2021 (nell’area triveneta, i valori sono passati dal 10,0% al 10,7%).
Secondo segnale, inequivocabile, è che nella provincia scaligera «il costo del capitale umano è più elevato e il costo medio del lavoro è più alto che nel resto del Nordest». È lo specchio del fatto che Verona, essendo vicina ai due grandi territori attrattivi per il capitale umano qualificato, sopporta una maggiore concorrenza per accaparrarsi le risorse migliori. «Le imprese più grandi (tra 20-50 milioni e oltre i 50 milioni) hanno stipendi più elevati, ma soprattutto riescono a far rendere di più le maestranze quando lavorano». In esse, verosimilmente, la qualità dell’ambiente di lavoro e dei processi organizzativi, la capacità di gestire al meglio i processi interni sono tali da fare in modo che le persone riescano a rendere di più.
Ulteriore elemento che è emerso dalla ricerca è che «a Verona, e nel Nordest, se le cose sono andate bene nel triennio 2019-2021, lo dobbiamo alle famiglie imprenditoriali che in questi anni hanno mantenuto la ricchezza all’interno dell’azienda invece di distribuirla. Questa capacità di guardare al futuro, mettendoci del proprio, è una qualità distintiva di tutta l’imprenditorialità italiana e di Verona in particolare». La proprietà delle imprese ha tenuto tutta la ricchezza nell’azienda rinunciando a distribuire dividendi: nell’anno più buio del Covid (2020), infatti, la liquidità delle imprese della provincia di Verona è cresciuta di 1,8Mld€. Tuttavia è evidente, ha concluso, «che d’ora in poi le istituzioni finanziarie, politiche e amministrative dovranno creare le condizioni per fare in modo che flussi di capitale adeguati arrivino alle imprese più capaci per sostenere i loro piani di crescita».
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