Codice degli appalti: "Nuove regole, ma le criticità permangono"

Roberto Contessi, Ance Udine: serve un periodo di adattamento. Non possiamo permetterci un blocco dei cantieri a causa di un choc normativo

UDINE - “Cambiano le regole ma le criticità di fondo restano”.

Così il Presidente di Ance Udine, Roberto Contessi, si è espresso nell’aprire i lavori del convegno di studio sul nuovo codice degli appalti pubblici, svoltosi a Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine.

La nuova normativa entrata in vigore da circa un mese ha già prodotto incertezze nell’attuazione delle nuove procedure di gara inerenti lavori, servizi e forniture, con difficoltà sia da parte delle stazioni appaltanti che delle imprese.

Qualunque progetto di riforma – ha proseguito Contessi - crea come primo impatto un terremoto, “è come se sul piatto di una bilancia già precariamente in equilibrio, venisse gettato un peso, l’immediata conseguenza è che lo strumento si impenna e quindi inizia ad oscillare, poi, con il tempo, troverà un nuovo assetto”.

E proprio alla ricerca di tale nuovo equilibrio che gli avvocati Bruno Urbani e Lisa Gentili, del servizio lavori pubblici dell’Ance, hanno passato in disamina i 220 articoli del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50 che determinano le nuove regole degli appalti pubblici.

Come in tutte le riforme ci sono aspetti innovativi positivi ed altri meno che inevitabilmente creano perplessità e dubbi interpretativi.

Ecco quindi che l’ANAC sta approntando le linee guida sulle funzioni e competenze della Direzione lavori, sul Direttore di esecuzione, sul RUP, sulle procedure di affidamento sotto soglia, sull’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla scelta dei commissari di gara e sui servizi di ingegneria e architettura.

“La nostra preoccupazione – ha sottolineato l’avvocato Bruno Urbani – è che si arrivi al blocco degli appalti a causa dello choc normativo. Il testo risente infatti di norme elaborate in un tempo troppo ristretto, totalmente ripensate rispetto al passato. Per questo motivo riteniamo indispensabile un periodo di adattamento per gli operatori del mercato e per le stazioni appaltanti. Sono altresì attesi interventi da parte del Ministero e delle autorità per spiegare i passaggi meno chiari della normativa. L’obiettivo che ci dobbiamo tutti porre è quello di far funzionare il nuovo Codice”.

All’incontro erano presenti imprenditori e rappresentanti delle stazioni appaltanti e tutti hanno partecipato al dibattito per risolvere i punti più critici.

Il Presidente di Ance Udine, Contessi, nel sottolineare l’importanza della riforma, ha anche aggiunto che con le vecchie regole in otto anni di crisi hanno chiuso i battenti 80 mila imprese e sono usciti dal sistema 800 mila lavoratori edili. Un costo altissimo pagato dal settore delle costruzioni per l’inadeguatezza del nostro sistema economico e normativo.

“Confidiamo quindi – ha commentato Contessi - nel nuovo sistema che premi per quanto possibile la qualità, che tuteli le imprese organizzate o che investono nelle proprie strutture, che migliori la progettazione, che valorizzi l’adesione ai protocolli di legalità, che reintroduca i principi della congruità e le cosiddette clausole sociali di salvaguardia della stabilità occupazionale”.

Contessi ha concluso ricordando che Confindustria Udine ed Ance Udine sulla legalità hanno già aderito al protocollo proposto dal Ministero dell’Interno, ed hanno aperto uno sportello dedicato che riguarda, oltre al Protocollo di legalità, anche l’attribuzione del rating di legalità e l’iscrizione presso le white list prefettizie.

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