Cogliere la sfida della produttività per ricominciare a crescere

TRENTO - Dopo «aver perso troppi punti rispetto alla Germania» per ridurre il gap è necessario «chiederci quale industria vogliamo immaginare: noi ne vogliamo una che sia ad alta intensità di investimenti e innovativa, che ci permetta di ridurre questa differenza fra la produttività italiana e quella tedesca».
Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in un videocollegamento al Festival dell’Economia di Trento, dove c'è stato anche il confronto tra i presidenti di Regioni Debora Serracchiani, Roberto Maroni e Ugo Rossi, a cui non si è potuto recare perchè trattenuto da un impegno istituzionale a Roma.
«Il tema della produttività è una questione che abbiamo posto con forza dell’assemblea pubblica - ha aggiunto -. Se continua ad aumentare il gap con la Germania corriamo dei rischi anche a livello di mercato europeo».
Per questo «dobbiamo recuperare produttività» e all’interno delle aziende serve «creare una stagione di innovazione a tutto campo, con un salto culturale», che passi attraverso, ad esempio, un «invito alle imprese ad aprire i propri capitali e far entrare fondi» o attraverso un maggior uso dei contratti di secondo livello.
«Oggi la Germania ha degli effetti positivi che risalgono alla politica di Schroeder, allo scambio salario-produttività», ha fatto notare Boccia, sottolineando che «noi abbiamo perso questa partita in passato» ma che va riaperta.
In ogni caso, ha concluso, «siamo il secondo manifatturiero d’Europa dopo la Germania: nonostante i problemi siamo secondi, evidentemente c’è un’innovazione implicita che non si legge nei bilanci che consente all’industria italiana di tenere botta».
Quindi innovare il sistema industriale italiano è una delle priorità.
Le altre attengono all’ «ingresso di nuovi capitali nelle imprese familiari», ai «contratti di secondo livello aziendale», oltre al puntare sulla «tecnologia e i brevetti».
Perchè «ricerca e sviluppo sono solo una delle dimensioni dell'innovazione».
All'Italia serve «una industria ad alta intensità di investimento che ci permetta di ridurre il gap con la Germania», affrontando una nuova sfida, ovvero «aggiungere servizi ai prodotti industria italiana», perchè «non basta più produrre bene» che è «diventata una precondizione».
La «questione Paese che dobbiamo porre» in questo ambito, però, ha ammonito Boccia «è che questo salto lo devono compiere la maggior parte delle imprese», perchè se lo faranno solo poche non sarà sufficiente.
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