Commercio in ripresa in Veneto. Ed è già tempo di saldi

Un Natale a segno più in quasi tutte le province del Veneto: in flessione solo Treviso e Vicenza. Stabile Verona. Per gli sconti dal 5 gennaio Confcommercio indica una maggiore propensione: acquisterà il 55% contro il 51% del 2015

VENEZIA. Un Natale in lieve ripresa in quasi tutte le province del Veneto. E’ il primo bilancio tracciato dalla Federazione Moda Italia (che rappresenta i negozi di abbigliamento associati a Confcommercio Veneto) in attesa dei saldi invernali che inizieranno il 5 gennaio. A questo proposito, secondo la Confcommercio nazionale, oltre il 76% delle imprese del commercio al dettaglio si è detto favorevole alla proposta di Federmodaitalia di posticipare la data di avvio dei saldi a fine gennaio, a partire dal 2017.

I dati dello studio previsionale di Confcommercio, resi noti il 1 gennaio, indicano una maggiore propensione allo shopping rispetto ai saldi del 2015: acquisterà il 55% degli italiani contro il 51% del 2015.

Anche in Veneto ai vertici della classifica dei più venduti ci saranno i capi d’abbigliamento (oltre il 94% contro il 92,3% del 2015), seguiti dalle calzature (72,8% contro il 66,7%) e dagli accessori (30,7% contro il 22,7%). In flessione invece gli articoli sportivi (17,7% contro il 19,2% del 2015). Ogni persona spenderà in media 148 euro, mentre ogni famiglia spenderà 346 euro (il 3% in più rispetto all'anno scorso), per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro.

Secondo il report, più del 42% dei consumatori considera “importante” il periodo dei saldi. La quota è in crescita rispetto a quella registrata lo scorso anno (41,9%) coerentemente con la crescita della percentuale di coloro che si appresteranno a fare acquisti a saldo. In leggera flessione la percentuale degli italiani che attendono il periodo dei saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto. Tale quota, in diminuzione rispetto allo scorso anno, è un segno forse della crisi lasciata alle spalle, dice Confcommercio.

Diverse le cifre per Adusbef e Federconsumatori: «La situazione che abbiamo davanti è di galleggiamento, poiché non si spenderà di più ma ci sarà un leggero ampliamento del numero di famiglie che acquisteranno a saldo: saranno 9 milioni e 100 mila (cioè il 38%) le famiglie che approfitteranno degli sconti, per un giro di affari complessivo di 1,68 miliardi di euro" spiegano in una nota le associazioni.

Quanto alle vendite fino a Natale nella regione Veneto, “pur non trattandosi di percentuali esaltanti – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – quest’anno si può dire che stiamo timidamente risalendo la china. O meglio, stiamo iniziando ad avere qualche segnale di speranza in più rispetto agli anni passati. Le percentuali sono ancora deboli, ma il segno positivo c’è”.


“Rispetto al 2014, ritenuto l’’annus horribilis’ del settore, le vendite del 2015, soprattutto riferite all’ultimo trimestre e al periodo natalizio, sono tutte in positivo nelle province di Venezia, Padova, Rovigo e Belluno – aggiunge il presidente regionale di FederModaItalia Giannino Gabriel – Stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è la provincia di Verona, mentre quelle di Treviso e Vicenza, sempre nei negozi di abbigliamento, registrano una diminuzione delle vendite. Complessivamente, comunque, ci sono stati piccoli ma importanti segnali di ripresa che – spiega Gabriel - quest’anno sembrano aver premiato i commercianti dei centri storici. Da Verona alla terraferma veneziana, da Padova a Belluno, anche per il fatto che gli italiani quest’anno hanno preferito le vacanze ‘in casa’ a quelle all’estero, i centri storici, soprattutto nelle località montane e nelle città d’arte, hanno accolto un gran numero di turisti e visitatori”.


“Positivo infine il passaggio dal massimo acquisto in contanti da 1.000 a 3.000 euro – aggiunge Gabriel - Penso che l’innalzamento del tetto del contante possa portare a un aumento delle vendite nell’immediato favorendo gli acquisti da parte dei turisti nelle grandi città”.


 

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