Commissione Ue e Governo al lavoro sulle banche venete. Ma la strada resta in salita

Parla di «contatti costruttivi in corso» uno stringato comunicato dell'esecutivo Ue. Permangono gli ostacoli al via libera per l'intervento pubblico su BpVi e Veneto Banca. Negativo il parere circa una possibile fusione con Mps

UDINE - «La Commissione europea, il meccanismo unico di vigilanza e le autorità italiane stanno lavorando mano nella mano. Contatti costruttivi sono in corso».

È lo stringato commento ufficiale che i portavoce dell’esecutivo comunitario si limitano a fare sulla situazione delle banche venete, mentre prosegue il negoziato per la ricapitalizzazione dei due istituti in difficoltà.

Sulle modalità del «salvataggio» pubblico e privato di Popolare Vicenza e Veneto Banca, la scorsa settimana sono proseguiti i negoziati fra le istituzioni Ue competenti, la direzione generale Concorrenza della Commissione e il meccanismo di vigilanza della Bce, il ministero e le banche stesse.

Secondo notizie di stampa, Bruxelles e Francoforte chiederebbero oltre un miliardo di risorse private aggiuntive rispetto ai fondi pubblici.

Ma aldilà delle dichiarazioni ufficiali, le trattative tra il governo italiano e l’antitrust europeo per il salvataggio delle due banche venete appaiono in salita e a Bruxelles le discussioni vengono definite come difficili.

A quanto si apprende, il lavoro è considerato complesso su diverse questioni, come le perdite che non possono essere coperte dagli aiuti pubblici, il taglio dei costi per fare in modo che le banche possano tornare a fare profitti e i tetti a salari e bonus per i dirigenti.

La Commissione inoltre sarebbe scettica all’ipotesi di fondere le Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con Monte Paschi di Siena perchè l’operazione non permetterebbe di ridurre le perdite dei due istituti veneti.
 

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