Confcommercio Veneto, con il presidente Zaia chiede la revisione del Dpcm

VENEZIA. «Sosteniamo con forza la richiesta del presidente della Regione Zaia affinché il Dpcm sia rivisto, in particolar modo per quanto riguarda gli orari dei pubblici esercizi». Lo afferma, in una nota, il presidente regionale di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin, che sul decreto ha convocato oggi d'urgenza un Consiglio straordinario dell'associazione.
«Ci siamo confrontati - prosegue Bertin - e abbiamo convenuto che il governo non può scaricare sugli imprenditori le sue mancanze. In questi mesi di difficoltà le nostre imprese hanno rispettato le norme, hanno investito sulla sicurezza, hanno fatto sacrifici nella speranza, evidentemente malriposta, di tornare quanto prima alla normalità. Ora, con un'inversione a U senza precedenti, il governo torna ad additare le nostre attività come untrici facendoci chiudere bar, ristoranti e pasticcerie alle 18.00 e raccomandando in maniera quasi offensiva ai negozi di mantenere distanze e numeri di accesso limitati, quasi che non fossero mesi che ci siamo uniformati a questi comportamenti. Chiudere alle 23.00 sarebbe stata una buona soluzione».
Sul fronte dei ristori Bertin sottolinea che «aspettiamo i fatti. Non dimentichiamo che c'è chi ancora attende gli indennizzi di aprile. L'esperienza quotidiana che abbiamo con la burocrazia ci fa dubitare che i tempi del governo siano quelli delle migliaia di famiglia che vivono del proprio lavoro, che non hanno uno stipendio che viene comunque accreditato e che, se non arrivano ristori degni di questo nome e non elemosine, hanno l'unica prospettiva di chiudere e, con la chiusure, mettere sulla strada migliaia di famiglie. Gli imprenditori del Veneto non chiedono sussidi, chiedono di lavorare», conclude.
Confcommercio Veneto, con Fipe, terrà mercoledì prossimo, 28 ottobre, un sit-in in piazza Bra a Verona, in contemporanea con altre 21 città capoluogo d'Italia.
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