Confidi Pordenone e Confidi Friuli presentano la fusione
UDINE - Confidi Friuli e Confidi Pordenone hanno dato il via libera, con delibere all’unanimità dei rispettivi consigli di amministrazione, al progetto di fusione che porterà alla costituzione di un soggetto con attività finanziarie per circa 160 milioni di euro - e dunque inserito nell’Albo dei Confidi vigilati da Banca d’Italia - e oltre 9mila soci.
La prossima tappa, dopo la consegna dei documenti in Camera di commercio Pordenone-Udine, saranno le assemblee straordinarie convocate lunedì 26 novembre, alle 14.30 per Confidi Pordenone nella sala Cavana del castello di Valvasone, alle 18.30 per Confidi Friuli nella sede sociale di Tavagnacco.
All’ordine del giorno, per entrambe, l’approvazione della fusione e i relativi adempimenti.
Per Confidi Friuli è un passaggio già attraversato nel 2009, quando l’aggregazione riguardò Confidi Udine (già Confidi Commercio) e Confidi Industria.
Un’alleanza tra comparti economici che diventa ora interprovinciale. «La nostra cooperativa ha sempre guardato con interesse a iniziative di sinergia – commenta il presidente di Confidi Friuli Cristian Vida –, che riteniamo tanto più lungimiranti in una situazione di lenta ripresa dopo anni di crisi. A vantaggio delle imprese associate ci sarà l’opportunità, superando la soglia dei 150 milioni di attività finanziarie, di tornare ad essere un Confidi vigilato, un ulteriore valore aggiunto per riconfermarci supporto fondamentale per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese del territorio».
Grande soddisfazione anche per il presidente di Confidi Pordenone Pilade Augusto Menini. «Questa virtuosa operazione testimonia una forte coesione territoriale e mostra come in Friuli stia maturando una forte identità per assicurare un futuro alle imprese che, pur portando ancora i segni della recessione, continuano a dare prova di valore. In questo momento così importante per la storia della nostra struttura – aggiunge –, il primo pensiero va all’amico Roberto Cao, prematuramente scomparso, dal quale ho imparato molto in 25 anni di lavoro comune».
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