Confindustria all’attacco su Federlegno “rimuove” Claudio Feltrin. La federazione fa squadra col presidente

Nuova puntata della contrapposizione tra i probiviri di Confindustria nazionale e la federazione del legno arredo. Con una lettera – non firmata – dichiarano Feltrin decaduto dall’incarico di presidente. La Federazione dà mandato ai legali

Elena Del Giudice
Claudio Feltrin
Claudio Feltrin

Si è aperto uno squarcio nel velo di silenzio che nelle ultime settimane, ovvero post assemblea di Federlegnoarredo del 3 marzo, aveva circondato la querelle tra la federazione di settore - il secondo della manifattura italiana - e Confindustria nazionale, nelle persone dei probiviri. Un silenzio che lasciava supporre l’esistenza di contatti per ricomporre la vicenda e uscire dall’impasse. Idea errata.

I 5 probiviri nazionali hanno infatti, con una lettera datata 30 marzo - peraltro non firmata, ma proveniente dall’indirizzo del direttore di Confindustria competente per il sistema organizzativo, Federico Landi - dichiarato decaduto Claudio Feltrin dal suo incarico di presidente di Federlegnoarredo. La risposta è arrivata quasi immediatamente, dal consiglio di presidenza di Federlegno, che ovviamente ha respinto, dichiarandole illegittime, le comunicazioni dei probiviri, ricordando come, per legge e per statuto, è l’assemblea dei soci ad essere sovrana. E l’assemblea di Federlegno di marzo ha confermato la fiducia al proprio presidente che resterà in carica fino al 2026.

Ma come si è arrivati fino a qui? La contrapposizione trova origine nel consorzio Conlegno, all’interno del quale Federlegno, essendone socio, aveva nominato i consiglieri di spettanza (Ezio Daniele e Angelo Marchetti), con il compito di colmare le lacune informative circa la gestione. Compito che i due consiglieri non avevano ritenuto opportuno svolgere. Da lì la decisione di Federlegno di rimuoverli dall’incarico affidando la cosa ai propri probiviri, cosa che si è conclusa nell’ottobre ’22 con una dichiarazione di «decadenza dalle cariche associative» di Daniele e Marchetti, che hanno cessato di essere anche presidenti di Assoimballaggi e Assolegno.

FOTO MISSINATO - PRESOTTO
FOTO MISSINATO - PRESOTTO

Nella partita, chiamato in causa da Marchetti e Daniele, era entrato anche il collegio speciale dei probiviri nazionali (composto da Sergio Arcioni, Domenico Barberio, Giovanni Borri, Luca Businaro, Antonio Serena Monghini) a cui i due si erano rivolti, che si era espresso in maniera difforme partendo all’attacco di Federlegno e del suo presidente Claudio Feltrin.

Attacco che diventa palese quando il 15 febbraio ’23 i probiviri dichiarano decaduto Feltrin dal consiglio generale di Confindustria nazionale, commettendo peraltro un macroscopico errore formale: è Fedelegnoarredo che ha diritto ad un posto nel consiglio, non Feltrin. Ed è Federlegnoarredo che sceglie il proprio presidente a cui spetta la rappresentanza dell’associazione. Un errore di cui, evidentemente, il collegio romano prende atto se è vero che nella lettera del 30 marzo scorso scrive che «il seggio nel consiglio generale di Confindustria rimane nella titolarità ed esclusiva competenza della Federazione».

Un’altra mossa dei probiviri che vale la pena ricordare, era stato anche il tentativo di impedire lo svolgimento dell’assemblea del 3 marzo, anche questa attraverso una lettera del 20 febbraio ’23 con cui si informava dell’annullamento della delibera di dicembre 2022 con cui Federlegno aveva convocato l’assemblea.

E arriviamo a oggi, con l’ultima “bordata”: la decadenza di Feltrin dalla presidenza di Federlegno. Le motivazioni riportate nella lettera starebbero nella mancata presenza del presidente Feltrin a tre incontri convocati dai probiviri per il 9, 15 e 22 marzo, ai quali - pare di capire - avrebbe dovuto presentarsi senza l’assistenza di alcuno, nemmeno quella legale. «Incontri - si legge nella lettera che il consiglio di presidenza di Federlegno ha inviato ieri a tutti gli associati - che non erano stati concordati». Ma Federlegno non si era né rifiutata di rispondere (inviate ai probiviri puntuali relazioni scritte), né di partecipare, indicando sempre un vicepresidente di rappresentare l’associazione all’incontro. Modalità a cui i probiviri avrebbero risposto «chiudendo il collegamento video - si legge ancora nella relazione di Federlegno -, rifiutando anche solo di parlare con il vicepresidente delegato, e ignorando le puntuali osservazioni scritte che erano state loro inviate».

Nella parte conclusiva della lettera, i 5 probiviri lasciano aperto uno spiraglio. «Laddove – entro il prossimo 15 aprile 2023 – fossero notificati al nostro collegio atti formali di riconsiderazione dei presupposti che hanno determinato la necessità del presente provvedimento sanzionatorio, saranno condivise azioni di progressivo superamento delle gravi criticità».

La risposta di Federlegno è in questi termini: l’assemblea dei soci del 3 marzo si è espressa molto chiaramente, sia sulla vicenda all’origine della contrapposizione con i probiviri di Confindustria nazionale, sia sul collegio stesso dei probiviri che è stato ricusato, sia sui propri vertici confermando, con una maggioranza schiacciante, la propria fiducia a Claudio Feltrin. Anche l’ultima mossa dei probiviri viene quindi respinta al mittente. Ma a questo punto la via non potrà che essere quella legale. Il mandato agli avvocati per procedere in questa direzione è già alla firma.

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