Confindustria Dolomiti: inaccettabile che non si risolvano i problemi di un territorio
BELLUNO - «Non è tollerabile che un territorio che versa più di ottocento milioni di euro all’anno di residuo fiscale, soldi che i bellunesi sostanzialmente corrispondono allo Stato per coprire i buchi di altre Regioni, non abbia nemmeno le risorse per la manutenzione delle strade, con il rischio di mettere in crisi il nostro sistema economico. Pretendiamo pertanto, come cittadini e come imprenditori, che i nostri rappresentanti politici, anziché litigare a mezzo stampa, agiscano insieme per mettere la parola fine a questa farsa».
È questa la presa di posizione di Confindustria Belluno Dolomiti, di fronte al perdurare dello stallo su Veneto Strade, con l’ipotesi di un’interruzione del servizio dal primo marzo e la cassa integrazione per i dipendenti.
«Sono mesi – fa sapere in una nota l’associazione degli industriali bellunesi - che si discute sulla stampa della situazione economica di Veneto Strade e dell’ipotesi di un sistema viario provinciale al collasso. Ora si parla anche del futuro dei lavoratori di Veneto Strade. Ma sbaglia chi ne conta solo novanta, perché in realtà sono molti di più i dipendenti del settore interessati e legati alle decine di imprese collegate ai finanziamenti pubblici che non arrivano o ai crediti che non vengono pagati. Il problema, tuttavia, è molto più ampio, perché stiamo discutendo della sostenibilità economica e sociale di un’intera provincia, delle migliaia di dipendenti di tutta l’economia locale. Parlare di sistema viario non può essere distinto dal tema della difesa del suolo e dell’insieme di opere pubbliche che servono a rendere competitivo un territorio».
«Sullo sfondo – prosegue Confindustria Belluno Dolomiti - c’è poi la situazione di una società di capitali pubblici con i piedi d’argilla. Anche se recuperiamo i milioni che servono a coprire il buco, rischiamo di ritrovarci presto punto e a capo. Qual è il futuro di Veneto Strade? In capo a chi è la responsabilità politica del suo funzionamento?»
«Non possiamo più tollerare che non si risolvano i problemi del nostro territorio – conclude Confindustria Belluno Dolomiti - e che Provincia, Regione e Stato continuino a scaricarsi l’uno l’altro le responsabilità. Ben venga, invece, che tutti i rappresentanti bellunesi siano stati chiamati a raccolta. Non ci interessa tanto sapere chi ci sarà o chi si farà attendere invano, quanto piuttosto che questo territorio riesca finalmente a farsi sentire con un’unica voce e un’idea chiara, lasciando da parte i campanilismi e gli interessi politici. Confindustria e tutta la provincia hanno bisogno di risposte e di progetti su cui poter lavorare, per dare dignità a questo territorio, alle sue aziende e a tutti suoi lavoratori».
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