Confindustria: fusione o fine mandato, il destino di Marinese appeso al “sì” di Destro
Il presidente di Venezia resterà in carica solo se procedono le nozze con Assindustria Venetocentro di Padova e Treviso. A Vicenza Dalla Vecchia arruola in squadra i suoi due avversari sconfitti al fotofinish
VICENZA. Mentre a Vicenza la designata presidente Laura Dalla Vecchia vuole costruire un mandato in senso ecumenico, recuperando i due sfidanti sconfitti Remo Pedon e Alberto Luca, a Venezia la proroga di Vincenzo Marinese è ora letteralmente appesa alle mosse future di Assindustria Venetocentro.
Il presidente degli industriali di Venezia e Rovigo, il cui mandato naturale scadrebbe a novembre 2021, aveva infatti chiesto ed ottenuto di chiedere al nazionale il regime di prorogatio del suo mandato fino al 2023 per portare a termine il matrimonio con Treviso e Padova. Ora via dell’Astronomia ha risposto e la lettera inviata nei giorni scorsi è chiara: la conditio sine qua non per l’allungamento del mandato è portare avanti la fusione con Assindustria Venetocentro. Detto altrimenti se l’associazione guidata da Leopoldo Destro decidesse anche solo di rinviare il discorso, Marinese dovrebbe lasciare il vertice.
Il protocollo di aggregazione è già stato votato all'unanimità dal Consiglio di Presidenza e dal Consiglio Generale di Confindustria Venezia, ed ha passato il vaglio dell’assise dei soci che quindi ha innescato il percorso nazionale. Già in passato i mandati sono stati allungati proprio per consentire l’approfondimento di percorsi di fusione tra le territoriali: la Riforma Pesenti allarga le maglie degli statuti proprio in queste circostanze.
Quando Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco hanno goduto del regime di prorogatio, la fusione tra Padova e Treviso era già stata votata. Mentre in questo caso, tra Assindustria Veneto Centro e Venezia-Rovigo si è ancora nella fase di studio preliminare, con una Commissione Paritetica all’opera per verificare la fattibilità ma con una cronologia incerta e ancora nulla di stabilito dalle rispettive Assemblee.
Nel Vicentino, intanto, al vertice dell’Aquilotto arriva per la prima volta una donna: Laura Dalla Vecchia che ha vinto sul filo di lana il ballottaggio con Remo Pedon ed ha definito la sua squadra designata, recuperando nel ruolo di tesoriere proprio il suo antagonista nella disfida per il vertice. E ora attende la bollinatura dell’elezione per procedere con l’attribuzione di un incarico anche ad Alberto Luca.
Da quel che risulta a Luca, 56 anni, tesoriere uscente, verrà lasciata la presidenza di VideomediaTva e gli incarichi nelle controllate di Athesis, cioè della parte editoriale controllata dalla Confindustria berica, fino al termine del mandato. Ma l’intenzione sarebbe comunque di pensare a un ruolo, come e dove è cosa che si sta definendo.
Luca non può aspirare a incarichi associativi per il limite dei due mandati consecutivi. Ma la presidente designata vuole una Confindustria compatta, in fondo la sua designazione avvenuta per un voto in più, con difficoltà avrebbe consentito strappi o colpi di spugna.
Ecco la squadra: 7 vicepresidenti, la maggioranza già annunciata in campagna elettorale. La presidente designata, a capo della Polidoro di Schio (settore meccanica) terrà per il momento per sé la delega alle infrastrutture.
La new entry rispetto ai nomi annunciati è Barbara Mastrotto, dirigente della Rino Mastrotto Group, player globale di primo piano nel mondo della concia. E poi Lara Bisin, Giovanni Dolcetta (Icm), Alberto Favero, di Baxi, Armido Marana, Filippo Miola a capo di Array System. Infine, a Roberto Spezzapria, la delega a credito, finanza ed equity. Spezzapria appartiene alla famiglia che ha ceduto l’azienda Forgital al Fondo Carlyle e ha investito in aziende venete come il rilancio di Melegatti e Fonte Margherita. —
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