Confindustria prova a compattarsi su Vacchi. Nordest in ordine sparso

PADOVA. Assolombarda sceglie Alberto Vacchi ma le singole territoriali andranno ognuna per sé: "Nel corso dell'incontro di ieri sera a Milano, al quale hanno partecipato i presidenti delle associazioni territoriali lombarde, si è preso atto della mancanza di un candidato unitario in grado di aggregare i consensi di tutte le realtà industriali della Lombardia". "Le posizioni delle singole associazioni territoriali - si aggiunge - saranno quindi frutto di valutazioni autonome e indipendenti, sulla base dei profili dei singoli candidati e dei loro programmi'. E potrebbe essere questa la sorte che toccherà al Nordest che non ha ancora scelto dove scommettere le proprie fiches.
La deadline è il 9 marzo, a Verona. Questa la data già fissata per l’incontro tra i singoli presidenti delle confindustrie del Nordest (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) e i saggi che dovranno sondare il consenso verso i quattro candidati alla presidenza di viale dell’Astronomia: Vincenzo Boccia, lanciato dalla Piccola Industria, il romano Aurelio Regina, il bolognese Alberto Vacchi e il bresciano Marco Bonometti. Ma prima ci sarà il faccia a faccia diretto con i candidati: a Padova il 29 febbraio. A porte chiuse.
Un poker su cui, però, pare non essersi ancora compattato il Nordest. Da qui l'invito, dei presidenti del Nordest, alla base a un "senso di responsabilità" e il desiderio di "far contare in maniera determinante il nostro peso", scrivono in serata i presidenti del Veneto, Fvg e Trentino alto Adige in una nota.
Roberto Zuccato, ai vertici di Confindustria Veneto, all’inizio di questo percorso aveva dichiaratno “unità” nel voto; e oggi a Mogliano Veneto le confindustrie del Nordest si sono riunite a porte chiuse per preparare il question time: ovvero le domande chiave da presentare ai candidati.
Il Nordest pesa per quasi il 20% dei voti. Ma chi sarà l’uomo su cui punterà?
All’orizzonte si profila una spaccatura forse inevitabile. Alberto Baban - che di queste elezioni è stato il nome che si poteva fare ma è rimasto orfano del sostegno nordestino - ha proposto Vincenzo Boccia come candidato della Piccola Industria che in Italia rappresenta il 90% del tessuto imprenditoriale. Boccia, napoletano, imprenditore delle Arti grafiche, è un uomo che ha molta presa tra i Giovani di Confindustria, essendone stato vicepresidente. E Baban, che della Piccola è presidente, starà con lui e di certo avrà modo di catalizzare i voti delle imprese che rappresenta.
Ma l’orientamento del Nordest potrebbe essere diverso da Baban. Stefano Dolcetta, che oggi è vicepresidente di Squinzi, aveva dato palesemente il suo voto a Fabio Storchi, che di Federmeccanica è oggi il presidente. Ma Storchi in campo non c’è mai sceso. E dunque, per mantenere il presidio meccanico-manifatturiero, il Nordest ha due scelte: Vacchi che è uomo della meccatronica o il meccanico dell’automotive Bonometti. Anche Assolombarda non è compatta sui due. E qualcuno oggi preannuncia un voto in ordine sparso, con qualcuno (più di qualcuno) addirittura scorato dalla “qualità” di questi candidati.
Siamo ancora in fase di screening, ma il sito online Affari Italiani non ha remore a scrivere che “diversamente da quanto affermato a metà gennaio dal presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato, il Nordest non voterà compatto. Anzi, pare addirittura che alcuni associati veneti abbiano invitato caldamente lo stesso Zuccato a non affermare prima prima del suo incontro fissato con i saggi che rappresenterà l'intera regione”.
“Fonti vicine alla presidenza fanno sapere che quello di Zuccato sarà solo un ruolo di coordinamento anche perché pare che le territoriali venete fisseranno singoli incontri, come alcune associazioni dell'Emilia-Romagna” continua Affari Italiani. Intanto, però, oggi le confindustrie emiliane hanno votato all'unanimità per il corregionale Vacchi.
Ma c’è un nodo ancora più importante a Nordest: decidere chi sarà l’uomo (o la donna, perché no) candidata dal Nordest alla vicepresidenza. E non sarà il presidente vincitore a scegliere. Anche qui però, girano fin troppi nomi ma nessuno in grado di calamitare voti e compattezza.
Dopo la riforma Pesenti intanto, non sono cambiate solo le regole ma anche i modi. Il 20 febbraio è arrivata ai 4 candidati una diffida della Commissione dei saggi a diffondere programmi, parlarne in interviste o in tv, pena "l’automatica esclusione dalla partecipazione" al rinnovo della presidenza. Confindustria, avvertono i saggi, "rischia di riportare pesanti ed irreparabili danni da una esposizione mediatica del livello che si sta generando in queste ore". La lettera, durissima, è firmata dai 'tre saggi' della commissione di designazione dei candidati ma anche dai probiviri di via dell'Astronomia. E' un avvertimento per il futuro, e una prima bacchettata: "Si è già prodotta qualche oggettiva e grave diversione rispetto a linee di azione che avrebbero dovuto essere avvertite come inderogabili ed insuperabili" si legge. Attenzione dunque che dopo le auto-candidature, non arrivino anche le auto-esclusioni.
Alla fine, spiegano i bene informati, quello che potrebbe far pendere l’ago della bilancia potrebbe proprio essere il premier Renzi: e se si mettono insieme le grandi partecipate pubbliche si fa presto a far pesare i voti. Non solo: il primo ministro ha tutto l’interesse di avere ai vertici di Confindustria un “falco”: non certo uno morbido nella contrattazione. Quindi? Chi sarà il falco del rinnovo del contratto meccanico? Il primo vero scoglio su cui Squinzi e Dolcetta si sono duramente confrontati?
@eleonoravallin
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