Confindustria Udine marcia verso il rinnovo dei vertici
Convocato il consiglio generale per il varo della commissione elettorale: probabile la conferma di Mareschi Danieli. In precedenza l’altolà di viale dell’Astronomia alla proroga della presidente e di Bono
UDINE. Un progetto di unificazione per la nascita della Confindustria unica del Fvg presentato a ottobre 2020 che avrebbe dovuto procedere a tappe spedite, sebbene senza una data precisa per la sua concretizzazione.
Sulla base di quel percorso, Anna Mareschi Danieli avrebbe continuato a guidare Confindustria Udine fino alla fusione, mentre Giuseppe Bono sarebbe rimasto ai vertici della Federazione nazionale, per la stessa motivazione. Ma nella stesura del “patto” vennero omessi alcuni dettagli, non ultimo il termine definitivo per la conclusione dell’operazione, e da viale dell’Astronomia è arrivato il “no”, ufficializzato dal Collegio speciale dei probiviri confederali in una lettera rivolta a Confindustria Fvg che ha annullato, per vizi di forma, le deliberazioni dell’ultimo consiglio di presidenza regionale. E dunque?
Confindustria Udine ha preso atto e ha già convocato per domani, 24 giugno, il consiglio generale che, tra i vari adempimenti, avrà anche quello di istituire la commissione di designazione, ovvero l’organismo che presiederà l’iter destinato ad individuare il o i candidati alla presidenza degli industriali udinesi.
Anna Mareschi Danieli, in sostanza, ha dato il “la” al percorso di rinnovo dei vertici. «Applichiamo lo statuto - dichiara Anna Mareschi Danieli - e quindi procediamo con l’iter di rinnovo del presidente». Decisione formalizzata in associazione, in seno al consiglio di presidenza, che avrebbe chiesto, all’unanimità, continuità alla presidente uscente, richiesta espressa poi anche dal consiglio generale. Le regole statutarie prevedono che, in assenza di candidati qualificati per la carica, il presidente possa venire rieletto. Non altrettanto è accaduto nella Federazione regionale. O per lo meno, non per ora; forse - ripensando al passato - le regole in quel caso sono meno stringenti.
Tornando all’accordo di ottobre 2020, quello che sembrava aver sancito la pax tra Michelangelo Agrusti e Anna Mareschi Danieli, i cui rapporti, sebbene cordiali, mai erano stati amichevoli, aveva delineato un percorso ben diverso. A Udine, presenti Giuseppe Bono, Agrusti e Mareschi Danieli, erano state approvate le modifiche statutarie che consentivano di avviare l’unione delle due territoriali (Pordenone, Trieste e Gorizia da un lato e Udine dall’altro) all’interno di Confindustria Fvg.
Definita anche la governance con un consiglio di Confindustria Fvg composto da Bono, nel ruolo di presidente, affiancato da Agrusti e Mareschi Danieli, oltre che da Matteo Di Giusto, per i Giovani, Gianluca Pinna, in rappresentanza delle Piccole industrie, da Roberto Contessi, presidente di Ance Fvg, e da altri 4 componenti.
Il lungo lavoro di ricucitura e di ricerca di nuovi equilibri è risultato vano (a meno che non fosse proprio quello lo scopo). Eppure dell’unificazione si parla da più di un decennio. Protocolli di aggregazione tra le territoriali erano stati siglati sotto le presidenze, per Udine, di Calligaris, Fantoni, Luci, Tonon... Territoriali che “pesano” il 45% del Pil, Udine, il 33% Pordenone e il 22% Trieste e Gorizia. «Era un obiettivo comune, ma a distanza di anni non è ancora stato raggiunto - rimarca Mareschi Danieli -; tra l’altro nell’ottica del soddisfacimento della volontà degli associati, il continuo procrastinare di questa unione confindustriale regionale non ha una giustificazione razionale». Detto di ciò, nessuna opposizione da Udine alla “corazzata” del Nordest, «qualsiasi percorso di aggregazione deve essere visto con un’ottica positiva e costruttiva, ma le cose vanno fatte seguendo una logica», chiarisce il punto Mareschi Danieli.
Avendo presente gli antefatti, si possono ipotizzare nuove chiavi di lettura relativamente alla “mossa” di Bono e Carraro, che sarà ufficializzata a Mestre, ovvero l’avvio del “cantiere” per la nascita di una Confindustria del Nordest. Ma se manca il passaggio unificatorio in Fvg, può esistere un’alleanza a Nordest tra le regioni che sono parte del “pentagono dello sviluppo”?
Un’alleanza che si presenta già priva di alcuni tasselli di non poco peso: Udine, ovviamente, ma anche Verona e Vicenza. E anche appesantita dallo scarso gradimento di imprenditori che non ne comprendono la logica. «Il nostro interlocutore è, prima di tutti, la Regione», fa sapere un imprenditore friulano, nei confronti della quale meglio sarebbe avere una voce forte, autorevole e unitaria. Piuttosto che una flebile che dovrebbe passare per Venezia per arrivare a Trieste. «Se il Nordest vuole contare di più, bene. Ma ci sono altri modi, diversi dal farsi inglobare da chi è 6 vole più grande di noi».
e.delgiudice@gnn.it
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