Consorzi agrari d’Italia, Agrinordest dice nì al polo italiano: «Ora si può discutere»
Nel cda del super polo di Verona passa il riesame del piano. Coldiretti Veneto plaude, Confagricoltura non è più contraria

VENEZIA. Torna di attualità il processo di adesione delle varie realtà del Nordest a Consorzi Agrari d'Italia. È ripartita la discussione all’interno del Consorzio Agrario del Nordest, ente da oltre 430 milioni di fatturato e 50mila tra soci clienti (ultimi dati disponibili del 2019), che martedì durante il cda ha approvato all’unanimità la «proposta che prevede il riesame del progetto di adesione a Consorzi Agrari d’Italia Spa».
Il progetto, sponsorizzato dalla Coldiretti nazionale, è quello di unire le diverse realtà nazionali sotto un unico cappello, per creare un player con oltre un miliardo di ricavi. «Sono state superate le divisioni tra consiglieri condividendo la necessità di coinvolgere i soci nella decisione tramite apposita assemblea deliberativa», fanno sapere dal consorzio con sede a Verona e presente nelle province di Padova, Vicenza, Venezia, Rovigo, Brescia e Mantova. Il consiglio ha dato mandato al presidente Ettore Prandini (che è anche presidente di Coldiretti nazionale) e al direttore generale Pierluigi Guarise «di presentare nelle prossime settimane un progetto meglio delineato al fine di analizzare e deliberare l’operazione di conferimento in Consorzi Agrari d’Italia Spa».
La geografia degli azionisti
Gli attuali soci di Cai sono Bonifiche Ferraresi Spa e i Consorzi Agrari dell’Emilia, del Tirreno, dell’Adriatico e del Centrosud. Insieme producono oltre 650 milioni di euro di ricavi annui, con più di 11 mila soci e operano in 23 province. La Coldiretti del Veneto plaude alla decisione: «Il Consorzio Agrario del Nord Est diventa protagonista del decisivo processo di costruzione della più importante piattaforma del Paese per la protezione, lo sviluppo e il futuro di tutte le imprese agricole, con l’obiettivo di portare nuove opportunità di investimento al territorio».
Il nuovo percorso soddisfa anche Confagricoltura del Veneto, inizialmente contraria: «Un anno fa avevamo votato contro, questa delibera va invece nella direzione giusta di conoscere a fondo il progetto – spiega Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. Vogliamo vedere prima il piano industriale con numeri, che devono portare maggiori vantaggi ai territori. Abbiamo votato contro la fusione, il nuovo progetto deve essere qualcosa di diverso».
Gli altri orientamenti
Verso l’adesione al Cai si è già espresso (37 voti favorevoli e 2 contrari) il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, che a fine aprile ha approvato il bilancio 2020 con un valore della produzione di quasi 92 milioni di euro (-9%) ed un utile di esercizio a 839 mila euro. La cooperativa ha chiuso l’anno con un patrimonio netto ben oltre i 26 milioni di euro, oltre 2500 soci e 16.000 clienti.
In Friuli Venezia la situazione è stata più travagliata. Il Consorzio Agrario Fvg ha recentemente dato il via alla verifica del progetto Cai. «Valutare il progetto nazionale - ha dichiarato il presidente del consorzio del Fruli Venezia Giulia Gino Vendrame - non significa disperdere quanto fatto fin qui, ma cercare di migliorarlo cogliendo un’opportunità, guardando a un orizzonte più ampio, fermo restando l’obiettivo di garantire i migliori e più competitivi servizi alle imprese e alle persone».
Confagricoltura Friuli Venezia Giulia per ora non si esprime, attende l’evolversi del progetto nelle prossime settimane. —
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