Coronavirus: Cig in deroga, pagamento ancora lontano
VENEZIA. È in Veneto la cassa integrazione in deroga – prevista con l’emergenza Coronavirus anche per i lavoratori delle piccole imprese artigiane – il vero punto debole del sistema di solidarietà e sostegno varato dal Governo con l’Inps.
Il dato è emerso anche dall’incontro su “L’impatto del COVID-19 sul sistema di sicurezza sociale e previdenziale” tenutosi in diretta web a Ca’ Foscari, nel quarto appuntamento degli Economics Tuesday Talks – conversazioni con esponenti del mondo economico – a cui hanno preso parte in questa occasione il presidente nazionale dell’Inps Pasquale Tridico e il direttore regionale dell’Istituto in Veneto Antonio Pone, impegnati a dialogare con Adalberto Perulli, professore di Diritto del lavoro e Monica Billio, direttrice del Dipartimento di Economia. Alla base delle difficoltà, la farraginosità burocratica delle procedure attuali, con il ripetuto passaggio di carte tra Inps e Regione, prima di arrivare alla materiale erogazione in conto dei soldi al lavoratore, che infatti tardano, pur essendo forse la misura più urgente.
Secondo i dati resi noti ieri da Pone le domande arrivate in Regione sono finora 34.928 ma solo 19.910 sono state finora trasmesse all’Inps, con una obiettiva lentezza di procedure da parte degli uffici.
È Venezia quella che ne ha in lavorazione di più, circa 4900. Sono poco meno di 13 mila quella vistate dall’Inps per ora che assicura che entro giovedì le avrà smaltite.
Il materiale accredito ai lavoratori dovrà però aspettare ancora almeno una decina di giorni dal via libera. Un problema procedurale che sia Tridico sia Pone hanno riconosciuto esistere, anche per quello che riguarda la dotazione di fondi stanziati per la misura che in Veneto sarebbe vicina ad esaurirsi.
Meglio va con la cassa integrazione ordinaria, perché sulle oltre 30 mila domande ricevute, circa il 90 per cento sono state già processate e autorizzate. Più lentamente le cose vanno per l’erogazione del Fis, il Fondo di solidarietà. Il direttore dell’Inps del Veneto ha invece sottolineato come sia stato praticamente completato il pagamento dell’indennità da Coronavirus da 600 euro, con oltre 252 mila pagamenti finora avvenuti, per circa 151 milioni di euro, circa l’8 per cento del totale nazionale.
L’Inps ha posto finora in pagamento oltre 3,4 milioni di bonus da 600 euro per una spesa di circa 2 miliardi.
Il maggior numero dei sussidi è andato ai lavoratori autonomi, seguiti da co co.co. , partite Iva, stagionali del turismo, lavoratori agricoli e dello spettacolo.
Il presidente dell’Inps Tridico nel suo intervento ha ricordato come fino ad oggi per l’emergenza Coronavirus, l’Istituto di previdenza abbia erogato circa 11 miliardi di euro per una platea di circa 10 milioni di persone, ma che la somma è destinata a raddoppiarsi.
Le categorie finora penalizzate nei contributi sono state colf e badanti, oltre ai lavoratori in nero, anche per la difficoltà ad accreditarsi all’Istituto, non essendo spesso nemmeno in possesso del Pin. Anche a livello nazionale invece il bonus dei 600 euro è stato praticamente interamente erogato ai beneficiari e c’è stato anche un aumento di circa il 10 per cento del contributo del reddito di cittadinanza, anche con una accelerazione delle procedure di rilascio in questa fase.
Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, su circa 7 miliardi complessivi di erogazione a livello nazionale, 4,5 milioni sono già stati anticipati dalle aziende.
Resta appunto il problema della cassa integrazione in deroga, la cui erogazione continua invece a procedere a rilento e che in Veneto, secondo i dati forniti da Tridico, ha visto finora solo poco più di un centinaio di lavoratori ricevere effettivamente la somma dovuta sul proprio conto corrente.
La replica.
“Pasquale Tridico prima di venire a parlare del Veneto in Veneto, del Veneto dovrebbe informarsi meglio, peraltro facilitato dal fatto che la Direzione veneta Inps funziona bene, ha ottimi dirigenti e grande spirito di collaborazione istituzionale. Con le sue affermazioni approssimative il presidente Tridico danneggia più la Direzione regionale dell’Inps che la Regione”. Così l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan commenta le dichiarazioni del presidente dell’Inps Tridico sulle difficoltà di erogazione degli ammortizzatori sociali e in particolare della cassa integrazione in deroga.
“Leggendo i giornali la schizofrenìa di questo momento è palese – prosegue Donazzan - Da un lato ci sono una Regione e una Direzione regionale Inps, che rappresentano con i numeri l’efficacia di una macchina organizzativa, nonostante il peso di gestione di pratiche così alto -perché torno a ribadire che una situazione del genere non si era mai vista e temo che produrrà una crisi del mercato del lavoro molto lunga, difficile; e dall’altro c’è il presidente Tridico che, invece di scaricare presunte inefficienze sulle Regioni, dovrebbe pensare, unitamente al governo, a come trovare risorse che sono già esaurite”.
Ieri (28 APRILE) è arrivato il secondo riparto delle risorse per le casse integrazione in deroga, che ammontano per il Veneto in ulteriori 170 milioni (per un totale complessivo di 309 milioni pervenuti sinora a fronte di un fabbisogno quantificabile per ora in 325 milioni).
“Il governo e Tridico sappiano che queste risorse sono in esaurimento per i datori di lavoro che ne hanno fatto richiesta – ribadisce l’assessore del Veneto - e quindi attendiamo con tempestività che il governo faccia quell’annunciato ‘decreto aprile’ che ancora non abbiamo visto, nonostante il mese finisca domani”..
Per l’assessore al lavoro del Veneto “questo atteggiamento di attacco alle Regioni, che non riguarda quindi solo il Veneto, sa tanto di ricerca di un capro espiatorio”. “I numeri aumenteranno – scandisce Donazzan - le risorse non ci sono, il governo impedisce di lavorare, ma non garantisce risorse sufficienti né alle imprese né ai lavoratori. Piuttosto che occuparsi di noi, Governo e Inps si occupino di questi problemi”.
“Ci sono centinaia di migliaia di lavoratori che ad oggi non hanno percepito né stipendio né cassa integrazione, quando in Germania, paese a noi vicino e con il quale le nostre aziende hanno intense relazioni, l’aiuto che lo Stato ha dato è stato immediatamente accreditato sul conto corrente dei lavoratori, senza bisogno di pratiche e di procedure troppo articolate che rallentano una macchina organizzativa complessa e poco efficace. La Regione ha la coscienza a posto per tempi e modalità, ma queste procedure non le abbiamo decise noi”.
Riproduzione riservata © il Nord Est