Corso di laurea di Ca' Foscari in Biotecnologie a Treviso
TREVISO. Treviso città universitaria si allarga. In riva al Sile arriva un’altra laurea targata Ca’ Foscari, quella magistrale in Biotecnologie per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, corso che strizza l’occhio ad aziende come Ats, Contarina, Veritas (non a caso presenti ieri all’inaugurazione), dove potranno lavorare futuri responsabili della gestione del ciclo dei rifiuti o dell’acqua, tecnici delle energie sostenibile, esperti della consulenza aziendale in temi “green”. Si partirà a ottobre con una trentina di studenti (ma le immatricolazioni sono ancora aperte), in ottica futura è un punto importante per la permanenza di Ca’ Foscari a Treviso, chiesta a gran voce da tutto il mondo industriale con il quale il corso in Biotecnologie è stato pensato, perfezionato, lanciato.
Partnership con le imprese
Dopo Economia, Lingue e il master in Traduzione e interpretariato, Ca’ Foscari a Treviso vira quindi verso l’area scientifica. Il nuovo corso di laurea è progettato dal dipartimento di Scienze ambientali, informatica e statistica, e sarà coordinato dal professor Paolo Pavan, che spiega come l’idea sia nata anche «per le esigenze di mercato» dell’area. Integrerà ingegneria meccanica, industriale ed energetica, chimica analitica e microbiologia applicata, diritto ambientale ed economia delle multiservizi. Profili professionali che potranno interessare alle multiutility del territorio, ai laboratori industriali, alle società di consulenza ambientale o a strutture della pubblica amministrazione deputate al governo dell’ambiente. «Un seme piantato in un terreno molto fertile» la sintesi di Giuseppe Milan, direttore generale di Assindustria, «da molti anni ormai impresa e ambiente non sono più termini in antitesi come succedeva una volta. L’industria di questo territorio è anche un’opportunità per i giovani che vogliono crescere e investire qui».
La presenza di ca’ foscari
L’università di Venezia è già presente a Treviso con circa 1.500 studenti. Il campus a San Paolo esiste da oltre 25 anni, «e rispetto ad allora abbiamo modificato la nostra offerta formativa grazie ai partner industriali che dovranno accogliere i nostri laureati» ha spiegato ieri il rettore di Ca’ Foscari, Michele Bugliesi. «A Treviso siamo nati con l’Economia e le Lingue, oggi allarghiamo l’offerta a elementi che nel XXI secolo non possono mancare: le scienze che danno risposte ai grandi temi dell’economia circolare, lo sviluppo sostenibile, la valutazione di rischi e impatti ambientali».
Se tutto andrà come sperano gli organizzatori, e al netto dell’emergenza sanitaria le cui conseguenze non sono ancora chiare né prevedibili, tra qualche anno quei 1.500 studenti di Ca’ Foscari a Treviso potrebbero essere aumentati di molto. E allora la partita degli spazi diventerebbe non più prorogabile. Le parti ieri non sono scese nei dettagli, limitandosi a ribadire il desiderio di «camminare insieme» anche in futuro.
«San Paolo per noi rimane la prima scelta» ha ribadito ieri Bugliesi, «con Fondazione Cassamarca, proprietaria degli spazi, formeremo un accordo su nuovi equilibri che rendano sostenibile il tutto». Fondazione, con Ubaldo Fanton, ieri ha ribadito che «le piccole spigolature che ci sono state nei mesi scorsi sono state smussate, non deroghiamo dall’impegno che abbiamo preso in questi luoghi».
Treviso città universitaria
Anche il Comune tifa per un accordo tra Ca’ Foscari e Fondazione che consenta di pianificare il futuro con una certa serenità. «Va potenziata la presenza delle università in città» le parole del sindaco Mario Conte, «dovrà essere un ateneo sempre più integrato sul territorio. Questo distretto è la casa dell’università, ci sono precisi vincoli urbanistici che lo legano alla formazione ed è volontà della nostra amministrazione non toccare quei vincoli. Servirà un gioco di squadra, i tempi sono cambiati ma la filosofia no, dovremo confrontarci tra le parti e servirà l’aiuto di tutti». —
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