Cortina sogna l'agosto con il tutto esaurito: "Finalmente stanno tornando i tedeschi"
CORTINA. Finalmente, gli stranieri. «Abbiamo sia prenotazioni per questi giorni, che per il prosieguo della stagione, fino al 20 agosto, anche di turisti stranieri», spiega Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina. Poi la “Regina delle Dolomiti”, spera nelle prenotazioni che potrebbero derivare da un evolversi positivo del trend pandemico.
«Stanno ritornando i tedeschi, gli austriaci, gli svizzeri, alcuni turisti dell’est europeo, quelli, insomma, che possono arrivare in auto», conferma Gherardo Manaigo, dell’Hotel Posta di Cortina. « I voli sono ancora paralizzati. Ci auguriamo che si sblocchino nelle prossime settimane. Se così avvenisse, potremmo contare su giapponesi, americani, australiani». A quel punto anche gli alberghi più storici di Cortina, se non i più grandi, potrebbero tenere aperto fino a settembre inoltrato.
Ai piedi delle Tofane e del Cristallo è aperto il 95% delle strutture, in giugno le presenze sono precipitate al –80%, a fronte di un’altissima percentuale di ambienti attivi, sanificati, e di costi d’esercizio elevati. A luglio qualcosa si è mosso. «Nella parte centrale di agosto, si confida nel ritorno dei clienti fidelizzati, a compensare la stagione», afferma Alverà. Che è fiduciosa e chiede di esserlo anche ai suoi colleghi. Anche se dopo gli annunci di una possibile ripresa del virus in autunno, diverse società hanno già programmato la chiusura da inizio settembre.
Al momento sono gli italiani il gruppo predominante, con innesti d’oltre confine solo da due settimane. «Ogni sabato notte facciamo il pieno», ammette Manaigo. «Troppo poco. Però osserviamo una tendenza nuova rispetto al passato: mano a mano che gli ospiti prendono coscienza della sicurezza che garantiamo, le permanenze si allungano nel tempo. Si prenota anche la settimana intera, rispetto ai due o tre giorni».
Oltre Cortina, nel resto delle Dolomiti venete, la situazione non cambia di molto: meno 80% di presenze nel mese di giugno. In più, come spiega il presidente di Federalberghi Belluno Walter De Cassan, titolare de “la Baita” ad Andraz, «sono venuti a mancare tutti i grandi eventi sportivi che solitamente portavano negli alberghi tra le 10 e le 20 mila persone, che pernottavano per un’intera settimana».
In tutta la montagna bellunese si registra il tracollo degli stranieri. Tanto che le uniche zone a reggere sono quelle che già negli anni passati lavoravano prevalentemente con una clientela italiana (presente nella misura del 70-80%). «Molti hanno usufruito del Bonus vacanze che, dopo la semplificazione delle procedure, ha dato una timida spinta agli arrivi», fa sapere il presidente.
Gli alberghi aperti nel Bellunese sono il 95% del totale (molti hanno aperto con un mese di ritardo rispetto a maggio), ma c’è molta preoccupazione per l’inverno: «Questo è il periodo in cui si cominciano a vendere le stanze per Natale e Capodanno, ma è ancora tutto fermo».
L’Albergo Paradiso si affaccia su Vigo di Cadore. Beneficia di un sole da invidiare. «Se ci sollecitate a vedere il bicchiere mezzo pieno, siamo costretti a dirvi che lo osserviamo mezzo vuoto», ci dicono alla reception. «Di stranieri, fuori dai grandi giri, non ne vediamo proprio nessuno. Gli italiani si, però metà rispetto all’anno scorso». —
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