Cosa si nasconde dietro la battaglia per la presidenza di Confindustria Veneto Centro

Fronda padovana contro la candidatura del vicentino Destro, titolare della vicentina Aristocavi che se la gioca contro Ravagnan, imprenditore di Limena. L'eleggibilità, i cavilli legali, l'intervento dei Probiviri
Da sinistra Mario Ravagnan e Leopoldo Destro
Da sinistra Mario Ravagnan e Leopoldo Destro

TREVISO. Nella disfida per guadagnare il vertice di Assindustria Veneto Centro (Avc) potrebbe essere arrivato il game over. Anzitempo. Salvo colpi di teatro finali (che mai sotto l’egida dell’Aquilotto si possono escludere) Leopoldo Destro, il giovane rampollo a capo della (vicentina) Aristoncavi si prepara a vestire l’abito del nuovo leader degli industriali di Padova e Treviso. A breve infatti gli ostacoli formali che lo rendevano non eleggibile, e sui quali la fronda di associati padovani puntava, dovrebbero essere rimossi.

Martedì 8 settembre Fiorenzo Corazza, Katia da Ros, Elisa Gera, Gianni Marcato e Gianni Potti, i saggi incaricati delle consultazioni per portare alla designazione del nuovo presidente, hanno inviato una lettera ai probiviri in cui chiedono, in sintesi, di verificare che i due candidati Destro e Mario Ravagnan abbiamo i requisiti per poter correre per la presidenza.

«Alla luce delle email circolate, riguardo l’eleggibilità dei candidati» si legge nella missiva e «al fine di ricondurre il tutto ad un sano principio di democrazia associativa nel rispetto delle regole, riteniamo che sia necessario verifichiate prima possibile se sussistono per entrambi le condizioni richieste per l’eleggibilità e se sia regolare la posizione di completo inquadramento territoriale e di categoria».

Un breve riassunto. Nella procedura di rinnovo della Presidenza di Assindustria Venetocentro si sono consolidate due candidature, nel rispetto dell’informale gentlemen's agreement che il primo presidente di Avc sia espresso da Padova.

Ravagnan, a capo della Ravagnan Spa di Limena (Padova), è presidente della sezione metalmeccanici della territoriale di Padova e Treviso, vice presidente e membro di Giunta di Padova ed ha fatto parte del comitato che ha scritto il nuovo statuto della fusione che ha originato Avc.

Destro è amministratore delegato e socio della Aristoncavi Spa, azienda con sede legale e tutta la sua struttura amministrativa e produttiva (124 dipendenti) a Brendola, nel Vicentino. L’azienda da sempre associata a Confindustria Vicenza nel luglio 2018 ha aperto un ufficio a Padova in zona Fiera con un dipendente. A marzo del 2019 è quindi uscita da Confindustria Vicenza, e da circa un anno e mezzo non ne fa più parte.

Nel febbraio 2020 i presidenti Massimo Finco e Maria Cristina Piovesana, poco prima dell’inizio della procedura di rinnovo della presidenza di Avc, propongono al consiglio generale la candidatura di Destro a vice presidente di Avc in sostituzione di Enrico Carraro, eletto ai vertici di Confindustria Veneto.

Questa proposta, alla luce di quanto rilevato dai probiviri nazionali in risposta alla lettera di chiarimenti dell’associato e membro del consiglio generale Franco Masenello, era tuttavia irregolare, perché Destro non godeva formalmente dello status di socio effettivo in quanto la sua azienda era iscritto a Padova ma non nella territoriale dove si trova la sua sede legale, Vicenza per l’appunto.

Cavilli burocratici, si dirà, ma che esistono e che potrebbero rendere non designabile Destro alla presidenza di Avc fino a che non sarà nuovamente iscritto a Confindustria Vicenza entro il termine delle consultazioni della commissione di designazione (22 settembre).

È lo stesso direttore di AvcGiuseppe Milan con una lettera a Destro (missiva datata 4 agosto) ad avvertire l’ad di Aristoncavi della necessità di avere la doppia iscrizione. L’azienda di Brendola ha chiesto circa un mese fa di poter essere nuovamente iscritta nella territoriale di Vicenza e a brevissimo la sua richiesta sarà accolta e ratificata dal Consiglio generale di Confindustria Vicenza.

Questo passaggio ridurrà a zero, formalmente, le obiezioni. Anche se i frondisti potrebbero decidere di non fermarsi. Ma a questo punto solo un super nome potrebbe sparigliare le carte sul tavolo. Infatti anche sul piano aritmetico, Destro può contare su una solida base elettorale, in quanto Treviso conta il 70% dei voti in assemblea. Padova, la cui base non è allineata su un unico nome, ha anche meno voti. —

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