Crac di BpVi, il 21 aprile udienza davanti al Gup per l'unificazione dei due tronconi dell'inchiesta

Dopo una pausa di nove settimane il processo che vede imputati l’ex presidente Gianni Zonin assieme ad altri vertici dell’istituto di credito berico, Andrea Piazzetta, Massimo Pellegrin e Giuseppe Zigliotto, riparte

VICENZA - Riprenderà domani, sabato 21 aprile, dopo una pausa di nove settimane il processo che vede imputati per il crac della Banca Popolare di Vicenza l’ex presidente Gianni Zonin assieme ad altri vertici dell’istituto di credito berico ( Andrea Piazzetta, Massimo Pellegrin e Giuseppe Zigliotto).

Il gup Roberto Venditti è chiamato a decidere per l’unificazione o meno dei due tronconi ad oggi esistenti.

Il primo riguarda le ipotesi di reato di aggiotaggio e falso in prospetto portate avanti in udienza preliminare dalla procura di Vicenza.

Il secondo invece riguarda l’ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza nei confronti di Consob, BCE e Banca d’Italia che aveva interessato in un primo momento la procura di Roma ma il cui fascicolo è recentemente tornato, dopo un lungo braccio di ferro sulla competenza, in seno alla Procura vicentina.

I fatti oggetto di questo secondo troncone riguardano l’aumento di capitale avvenuto nel 2014 in previsione degli stress test eseguiti dalla BCE.

Ma il 21 aprile sarà anche il giorno della «carica» delle 3500 (ma forse anche di più) parti civili.

Dopo la costituzione, durate diversi giorni, nel primo troncone dell’inchiesta ora tutte le persone, associazioni, risparmiatori o enti che si ritengono danneggiati dalla Popolare sono chiamati a presentarsi nuovamente per fare richiesta di costituzione di parte civile anche nei confronti del secondo troncone.

Infine il giudice per l’udienza preliminare dovrà anche analizzare nuovamente la posizione dell’ex direttore generale Samuele Sorato, posizione inizialmente stralciata a seguito di un legittimo impedimento legato alle condizioni di salute dell’imputato.

Infine si ricorda che i pm Luigi Salvadori e Giovanni Pipeschi a fine marzo hanno hanno anche depositato una richiesta di insolvenza nei confronti della banca, in liquidazione coatta amministrativa dal 25 giugno 2017.

Tale richiesta, se accettata, vedrebbe un aggravamento della posizione degli imputati (che sarebbero così accusati anche di bancarotta) e un sensibile allungamenti dei tempi per una eventuale prescrizione.

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