Crescita più solida in Veneto nel 2017

A dirlo il rapporto sull'economia della regione di Banca d'Italia. Il miglioramento interessa tutti i settori, dal manifatturiero alle costruzioni. Bene anche l'occupazione

VENEZIA - Nel 2017 la crescita dell'economia del Veneto si è consolidata, grazie all'aumento sia delle componenti interne della domanda, sia delle esportazioni.

Lo dice il rapporto "L'economia del Veneto", presentato nella sede di Venezia della Banca d'Italia.

Il miglioramento si è diffuso in tutti comparti dell'industria manifatturiera e dei servizi, comprese le costruzioni, che hanno registrato una sia pur lieve crescita dopo un lungo periodo recessivo, iniziato nel 2008/09.

E la crescita è proseguita anche nel primo trimestre del 2018, essendo destinata, secondo le opinioni espresse dagli operatori in primavera, a proseguire per l'intero anno in corso.

«Abbiamo registrato - ha commentato il direttore della sede di Venezia della Banca d'Italia, Paolo Ciucci - il quarto anno di crescita, ma il tono generale si è alzato. In particolare, la produzione industriale è cresciuta del 4%, rispetto al precedente +2,5%, e lo ha fatto in tutti i settori, compresi quelli nel 2016 in calo, come la moda, o stagnanti, come occhialeria e oreficeria».

Ciucci ha quindi sottolineato il +5% delle esportazioni, in linea con la domanda mondiale, la crescita dei consumi («legata non solo al miglioramento di redditività delle famiglie, ma anche agli incrementi dei flussi turistici, dove le presenze sono cresciute del 6%»), la prosecuzione del percorso virtuoso delle imprese («quelle che hanno superato la doppia profonda recessione hanno colto l'opportunità per rivedere i processi organizzativi, comprendendo in particolare l'importanza della gestione finanziaria, con la liquidità generata che è stata impiegata in impresa, incrementando gli investimenti, cresciuti nell'industria dell'8%»).

Crescono anche l'occupazione (+2%) e, sul fronte del sistema creditizio, anche gli impieghi alle imprese (circa del 2%), soprattutto medio-grandi, con un miglioramento della qualità del credito, con il tasso di deterioramento tornato al 2,5%, su livelli pre-crisi.

Prosegue però anche il processo di ridimensionamento della rete territoriale dei grandi gruppi creditizi, con gli sportelli che, dal picco del 2008, sono tornati ai livelli del 1999.

Il nuovo vicedirettore della sede, Massimo Gallo, ha infine illustrato alcuni focus: da quello sulla produttività dell'industria, a quello sulla capacità di attrarre investimenti dall'estero, al tema dei laureati (con una "fuga di cervelli" dal Veneto che non è più compensata dall'arrivo di laureati dal sud: il saldo negativo è di 5.600 unità, pari al -1,4%).

Vanni Mengotto, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale, ha infine analizzato il tema della spesa pubblica delle Amministrazioni locali dopo il passaggio dal patto di stabilità al pareggio di bilancio: dopo il recupero significativo di investimenti nel 2016, nel 2017 si è tornati di fatto ai livelli del 2015, visto che tutti gli enti hanno generato un avanzo contabile di 676 milioni (407 i Comuni, 67 le Province e 201 la Regione) che non è stato reinvestito per una serie di fattori che hanno reso più problematica la programmazione degli enti.

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