Crich, a Treviso il regno dei biscotti che dura da un secolo e mezzo

Dal primo forno messo in piazza nel lontano 1870 dal capostipite della famiglia Cristofoletto alle gallette
23/03/01 Zenson di Piave. Presentazione Nuova Crich. (A.Baschieri). © Paolo Balanza
23/03/01 Zenson di Piave. Presentazione Nuova Crich. (A.Baschieri). © Paolo Balanza
TREVISO. L’industria dolciaria Crich festeggia un secolo e mezzo di attività. Un traguardo eccezionale che fa dell’azienda di Zenson di Piave una delle realtà produttive più antiche ed importanti della Marca.
 
Il 23 agosto del 2011 Nicola Tognana, allora presidente della Camera di Commercio di Treviso, dichiarava che la Crich era stata inserita nel Registro nazionale delle imprese storiche, istituito da Unioncamere con il fine di premiare quelle imprese che hanno saputo evolversi ed ammodernarsi con il trascorrere del tempo, trasmettendo alle generazioni successive un patrimonio unico di esperienze e di valori imprenditoriali. In tutto il Veneto le aziende che possono vantare una storia così lunga non superano il numero di sei, se non vengono contate le realtà vitivinicole sparse sul territorio.
 
La storia racconta che tutto iniziò nel lontano 1870 quando il progenitore della famiglia Cristofoletto decise di aprire, nella piazza del paese, un piccolo forno che produceva pane e biscotti. Vent’anni dopo le cose andavano così bene che al panificio fu apposto l’attuale marchio “Crich”, diminutivo di Cristofoletto. Nel 1903, alla fiera di Castelfranco Veneto, Valentino Cristofoletto, figlio del fondatore, venne pubblicamente premiato per la bontà dei prodotti. Alcuni decenni dopo, precisamente nel 1931, il nipote Giuseppe trasformò il vecchio panificio-biscottificio in un primo nucleo industriale. Negli anni successivi l’azienda visse una continua espansione tanto da contare, nel 1950, oltre cento dipendenti.
 
«Fu in quel periodo», ricorda Luciano Furlanetto, storico dirigente dell’azienda, «che la Crich cominciò ad essere uno dei fornitori ufficiali delle Forze Armate italiane per le quali produceva, oltre ai buonissimi biscotti, anche le famose gallette e le mitiche “razioni Kappa.” La qualità dei prodotti fu talmente apprezzata che anche l’esercito tedesco decise di appoggiarsi alla nostra realtà produttiva».
 
Negli anni Sessanta, la conduzione passò ai fratelli Giovanni ed Antonio Cristofoletto che crearono un moderno ed efficiente impianto per la produzione, capace di sfornare un vasto assortimento di varietà di biscotti apprezzato praticamente in tutti i continenti. Dopo un periodo travagliato attraversato negli ultimi anni del secolo scorso, nel 2002 la Crich viene rilevata dalla famiglia Rossetto, di origine padovana, che può vantare un’esperienza secolare nel settore della macinazione dei cereali. Il padre Franco, in collaborazione con i figli Bruno, Stefano ed Elena, ha dato una svolta gestionale decisiva all’attività produttiva con l’ammodernamento degli impianti e con ambiziosi programmi di automatizzazione e di sviluppo.
 
«Nel 2008», spiega Franco Rossetto, «abbiamo acquisito in Friuli il controllo della “Delser”, altra storica azienda dolciaria che, affiancata alla Crich, costituisce oggi, nel settore, il secondo gruppo italiano per capacità produttiva. Recentemente si è aggiunto anche il “Biscottificio Piovesana” di Conegliano operativo dal 1928».
Il gruppo opera ormai sui maggiori mercati esteri. «Produciamo», dice l’ad Bruno Rossetto, «anche tantissimi tipi di cracker, prodotti biologici e senza glutine; inoltre siamo autorizzati dal ministero della sanità a mettere in commercio biscotti dietetici oltre che per la prima infanzia. Attualmente la sola Crich ha un fatturato annuo di circa 65 milioni di euro, opera in decine di Paesi e dà lavoro nello stabilimento di Zenson a 230 persone. Il fatturato complessivo del gruppo si aggira, invece, sui 220 milioni e 500 sono i dipendenti».
 
Nel 2016 nel cuore del centro storico di Treviso è stato aperto, su iniziativa di Agnese (moglie di Bruno Rossetto), il “Crich corner brand store” ed il “Secret garden”: «Un ambiente», aggiunge la stessa imprenditrice, «raffinato ed unico in cui si possono trovare i prodotti sfornati a Zenson, Udine e Conegliano». A breve, un altro plesso industriale nascerà a Noventa di Piave: «Sarà dedicato», sottolinea Bruno Rossetto, «ai soli prodotti senza glutine».
 
L’attività dolciaria trevigiana affonda, dunque, le sue radici nel decennio immediatamente successivo l’unità d’Italia; ha vissuto la Belle Epoque e poi l’avventura libica; è sopravissuta a due guerre mondiali devastanti, ha visto la fine della Monarchia e la nascita della Repubblica, l’Europa divisa dalla “Cortina di ferro” e la caduta del muro di Berlino.
 
In questo lunghissimo lasso di tempo sul soglio di Pietro si sono alternati una decina di Papi; gli abitanti della Penisola si sono divisi tra sostenitori di Coppi e di Bartali; l’Italia calcistica ha festeggiato la vittoria di ben tre Mondiali e gli italiani si sono lasciati alle spalle prima i fantastici anni del boom economico e poi quelli drammatici del terrorismo. «Se non ci fosse stata l’attuale pandemia», conclude l’amministratore delegato, «la Crich avrebbe, in queste settimane, celebrato l’anniversario del secolo e mezzo di vita con un grande evento a cui sarebbero dovute intervenire autorità ed anche i principali collaboratori nazionali ed internazionali. Ma l’appuntamento è stato, ovviamente, sospeso». La Crich è sopravvissuta, un secolo fa, alla disastrosa epidemia dell’influenza spagnola e sarà in grado di superare indenne anche il Covid ‘19. I festeggiamenti sono solo rinviati. 

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