Crisi Kipre, il sindacato chiede di aprire subito un tavolo istituzionale

TRIESTE. Aprire un tavolo istituzionale «in tempi brevissimi per fornire le dovute risposte ai lavoratori» dopo la richiesta di concordato presentata dalla proprietà per Kipre holding e le controllate Principe, King's e SiaMoCi. È quanto chiede la Flai Cgil del Fvg al termine di un'assemblea convocata oggi all'interno dello stabilimento Principe di San Dorligo della Valle (Trieste). In una nota, la Cgil del Fvg spiega che all'assemblea ha partecipato la quasi totalità dei 115 dipendenti. Lunedì assemblee saranno convocate negli stabilimenti di San Daniele. «Massiccia» - dice il segretario regionale della Flai, Fabrizio Morocutti - anche la partecipazione dei lavoratori dell'amministrazione, «preoccupati anche perché la divisione da cui dipendono, K servizi, così come Qualità reale, cui fanno capo i laboratori, non rientra nelle società del gruppo per le quali la famiglia Dukcevich ha chiesto l'ammissione al concordato». «Oltre alla gravità della situazione - aggiunge - a preoccupare è la mancanza totale di comunicazioni da parte della proprietà, che in questi giorni non ha mai risposto alle richieste di incontri avanzate dai sindacati». Secondo Dukcevicj è «un atteggiamento inaccettabile e che richiede un intervento forte anche da parte delle istituzioni, per sollecitare l'apertura di un tavolo in tempi brevissimi, da convocare entro l'inizio della prossima settimana, per fornire le dovute risposte ai lavoratori, che pretendono informazioni certe sul pagamento degli stipendi e sul proprio futuro. Ad attenderle - conclude - solo nella nostra regione, ci sono 250 dipendenti e oltre 50 lavoratori dell'indotto, sempre più preoccupati per gli sviluppi di una crisi esplosa senza avvisaglie e senza la benché minima informazione preventiva alle parti sociali».
Il Gruppo Kipre ha confermato la scelta di un concordato prenotativo il 31 dicembre dell’anno scorso. Sono 500, secondo i dati diffusi della Flai Cgil, i posti di lavoro da salvaguardare all'interno del Gruppo. Il caso era scoppiato nei giorni scorsi quando Mario e Sonia Dukcevich, soci di maggioranza del Gruppo Kipre e di conseguenza di Principe S.p.A., King's SpA e delle altre Società del Gruppo, avevano annunciato, attraverso una inserzione pubblicitaria sul quotidiano Il Sole 24 Ore, la difficoltà del Gruppo dopo che uno dei 5 istituti bancari che avrebbero dovuto sostenere un «oculato piano industriale di crescita» si era ritirato «rendendo vano ogni sforzo». Lunedì la holding, che si riservava di scegliere tra cessione e concordato, ha poi confermato il concordato in bianco ai legali incaricati, a tutela del patrimonio aziendale e degli interessi dei creditori. Gli incarichi di advisor legale e advisor economico-finanziario sono stati assegnati rispettivamente a Vincenzo Ussani d'Escobar e a Marco Lacchini, che avranno da 60 a 120 giorni di tempo per predisporre un piano industriale. Il tribunale di riferimento è quello di Modena, città in cui ha sede
Kipre. Si tratta di una scelta che «congela» la situazione patrimoniale del gruppo Dukcevich, bloccando per un periodo la possibilità di operazioni esecutive da parte dei creditori, mentre i beni sono soggetti alla supervisione del giudice fallimentare, che potrà nominare un commissario. Secondo gli ultimi dati a disposizione, a fine 2017 il bilancio consolidato del Gruppo evidenziava un debito complessivo tra banche e fornitori pari a circa 130 milioni. Sono sei in tutto i siti produttivi, tra Veneto, Emilia e Friuli Venezia Giulia.
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