Dalla startup padovana arriva l'etilometro per smartphone

"Floome", questo il nome dell'applicazione, è stato sviluppato da 2045Tech. La newco ha ottenuto un finanziamento dal fondo di investimento di Axa grazie al quale punta a crescere in tutto il mondo

PADOVA -  Fabio Penzo ha 29 anni, ha studiato Ingegneria e nel 2013 assieme ai suoi compagni di università Marco Barbetta e Luca Escoffier ha fondato una startup il cui mercato ora si estende in 36 paesi in tutto il mondo.

Si chiama 2045Tech, ha sede a Padova, e il suo fiore all’occhiello è Floome, un etilometro di piccole dimensioni che grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie permette ai guidatori di verificare il proprio tasso alcolemico collegandosi a uno smartphone in pochi secondi.

«Si tratta di una combinazione tra un piccolo dispositivo e un’app scaricabile gratuitamente, che permettono di trasformare il proprio smartphone in un etilometro» spiega Penzo.

«Il sensore di Floome è lo stesso utilizzato dagli etilometri delle forze dell’ordine e ha una batteria che se utilizzata tre volte al giorno ha una durata di 70 anni. L’app invece serve a identificare chi sei, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista del tuo essere neo patentato, semplice patentato o, faccio un esempio, guidatore di camion, in modo da capire qual è il tuo limite di ebbrezza nel paese in cui ti trovi. Inoltre l’app ti dice qual è il tempo di recupero per tornare a guidare».

Floome offre poi alcuni servizi: la possibilità di trovare un luogo dove mangiare, l’invio della propria posizione geografica a un amico in grado di riportarti a casa, oppure di chiamare un taxi.

Floome viene messo in vendita a 89 euro.

«Il nostro obiettivo è di rendere le strade più sicure un soffio alla volta - continua Penzo -. Al momento sono circa 20mila le persone che utilizzano Floome attivamente e il prezzo ridotto ci permette di rivolgerci a diversi segmenti di mercato, poiché mediamente un etilometro delle forze dell’ordine costa circa 800 euro, altri professionali invece costano almeno 150 euro pur non avendo le stesse caratteristiche di Floome. Oltre ai privati, vogliamo rivolgerci al settore dei trasporti, delle assicurazioni, dell’aereo nautica e degli ospedali, che hanno la necessità di conoscere lo stato di salute dei propri professionisti al lavoro».

Il futuro di Floome appare più roseo che mai.

La startup veneta ha infatti appena ricevuto un investimento di 750mila euro da parte di Axa strategic ventures, il fondo del Gruppo assicurativo Axa al suo primo investimento in una startup italiana, e Invitalia ventures sgr, che gestisce il fondo di co-investimento Italia venture I a sostegno della Venture industry.

«Il nostro obiettivo - afferma Patrick Cohen, Ceo di Axa Italia – è diventare sempre di più partner dei nostri clienti, aiutandoli a prevenire i rischi facendo leva sull’innovazione tecnologica. Floome risponde perfettamente a questa sfida, in quanto consente di evitare possibili incidenti legati all’alcool e promuove un comportamento virtuoso per chi guida».

Il cospicuo investimento permetterà a Floome di ampliare la forza lavoro e di strutturare meglio il proprio mercato, tenendo conto che in Europa la guida in stato di ebbrezza è responsabile di circa un quarto del totale degli incidenti stradali mortali, mentre in Italia è fonte del 30-35 per cento.

Tuttavia rimane un dubbio: quanto è difficile ottenere un finanziamento per la propria startup in Italia?

«I fondi d’investimento ci sono - risponde Penzo -, ma l’ecosistema troppo nutrito non aiuta. I requisiti per essere una startup innovativa sono troppo semplici da ottenere e questo complica la selezione dei buoni progetti. In prima battuta inasprirei la selezione di startup, offrendo grossi investimenti solamente a chi merita e a chi crea nuova forza lavoro». 

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