Dall’idroelettrico alla cogenerazione, le scelte di Fantoni

Precursori nell’individuare il fabbisogno energetico come un potenziale vulnus da affrontare e nello scegliere le soluzioni più innovative offerte dal mercato. Un merito «che va a mio padre - è il riconoscimento di Paolo Fantoni, presidente dell’omonimo Gruppo di Osoppo - che alla fine degli anni 70 individuò la possibilità di realizzare la prima centrale idroelettrica sul Canale Ledra.
È stata l’osservazione di come i nostri impianti, in funzione 24 ore su 24 , 7 giorni su 7, potessero dare efficienza a questo genere di investimenti». La piena autosufficienza il Gruppo non l’ha ancora raggiunta, ma ha ridotto significativamente la propria dipendenza attraverso investimenti significativi. L’esordio, come detto, nell’idroelettrico dove, dagli anni 80, Fantoni ha gestito 8 centrali su canali irrigui consortili ad acqua fluente «che immettono in rete circa 55GWh anno - spiega Paolo Fantoni -, pari al 20% del fabbisogno elettrico del Gruppo».
Poi è arrivata la cogenerazione «dove siamo stati, anche qui, precursori dal ’96 nell’installazione di impianti che permettono di autoprodurre il 50% del fabbisogno elettrico recuperando attivamente i cascami termici all’interno del ciclo produttivo». Fantoni è un gruppo “energivoro” sia per il consumo di corrente elettrica che di gas, che viene utilizzato nella lavorazione del legno.
«4 mila tonnellate di legno al giorno - dettaglia Fantoni - che entra in lavorazione con un 35% di umidità e ne esce con l’8%. La differenza sono un migliaio di tonnellate di vapore che viene estratto e immesso in atmosfera, ed è il vapor acqueo che si vede in uscita dalle ciminiere. Questa tecnologia ci consente di recuperare energia termica, ed è davvero molto efficiente, raggiunge l’85% a fronte, ad esempio, del 40/45% dei motori endotermici. Purtroppo - è la considerazione - queste tecnologie di cogenerazione di fronte alla vulnerabilità del sistema energia e della variabile costo del gas, ci costringono alla fermata degli impianti perché in alcuni periodi dell’anno non è conveniente acquistare gas mentre lo è acquistare energia». Peraltro l’ultimo l’impianto di cogenerazione «è stato realizzato con un motore Wartsila, costruito a Trieste».
Lavorando il legno non poteva sfuggire l’opzione biomasse «in parallelo con lo sviluppo delle linee produttive Mdf e truciolare, abbiamo installato oltre 100 MW di impianti di combustione alimentati con gli scarti di lavorazione e rifiuti di legno che coprono il 90% del fabbisogno termico dello stabilimento», prosegue Fantoni, ricordando che nel ’21 il Gruppo ha adottato un sistema di gestione certificato per garantire il miglioramento continuo dell’efficienza energetica.
Ora gli investimenti futuri guardano al fotovoltaico «rispetto al quale abbiamo allo studio la realizzazione di un impianto tra i più grandi d'Italia fra quelli realizzati sulle coperture degli edifici, quasi 100 mila metri quadrati, per un ulteriore 5% di fabbisogno elettrico aziendale», indica l’obiettivo il presidente.
Tecnologia e investimenti hanno contenuto lo shock del caro energia, ma non lo hanno azzerato. «Le misure del Governo hanno mitigato i rincari anche per il settore industriale, ma la corsa dei prezzi non è finita e la guerra in Ucraina richiede oggi uno sforzo ulteriore da parte del Governo e della Ue, perché la situazione non è sostenibile neanche nel breve termine. In qualunque modo termini il conflitto - conclude Fantoni - è innegabile che gli eventi muteranno drasticamente le consuetudini di persone, imprese e Stati e dovremo essere pronti a reagire alle stravolte condizioni che ne conseguiranno».
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