Damiani, Bros Manifatture, Fope, Roberto Coin: oro e gioielli ritornano a Vicenza
I maggiori brand del settore confermano la presenza a VicenzaOro dal 10 al 14 settembre. In mostra l’uovo, da 10 chili, per celebrare Fabergé
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VICENZA. Torna in presenza, dal 10 al 14 settembre, il salone internazionale del gioiello Vicenzaoro organizzato da Ieg, il primo appuntamento del settore in Europa.
Sono oltre 700 i brand che hanno scelto Vicenza: Fope, Roberto Coin, Damiani, Crivelli, Bros Manifatture, Unoaerre, Graziella Group, Chrysos e Karizia, solo per citarne alcuni.
E poi gli artigiani del mondo orafo e dei gioielli vicentini e non solo.
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“The State Of Art” è il claim scelto da Vicenzaoro September The Jewellery Boutique Show, che raggruppa il meglio del comparto e le innovazioni in campo tecnologico, con il ritorno di T.Gold, il salone internazionale per i macchinari e le tecnologie.
«Attendiamo Vicenzaoro perché è l’occasione per mostrare i nostri gioielli a nuovi potenziali buyer internazionali e alla stampa di settore – commenta Jerome Favier, ceo di Damiani Group -. Un incontro in presenza atteso e dal grande valore relazionale e di business».
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Un’occasione per presentare in anteprima assoluta tutte le ultime novità e le tendenze del 2021 firmate Damiani.
Tra i grandi Roberto Coin, brand che presenta un viaggio tra culture e contaminazioni multietniche, attraverso la natura, in equilibrio tra passato e futuro.
Nell’edizione di Vicenzaoro occhi puntati anche sull’Uovo del Centenario di Fabergè (da 10 kg) che commemora i 100 anni dalla scomparsa di Peter Carl Fabergé.
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Tra gli stand di Icon c'è Gismondi 1754, storico marchio genovese, oggi quotato in Borsa, che combina manifattura tradizionale di famiglia e innovazione.
«Siamo fiduciosi di raccogliere a Vicenza i primi frutti dei sacrifici fatti in questo anno e mezzo di restrizioni - commenta Stefano de Pascale, direttore di Confindustria Federorafi - visto il buon feeling del mercato per il prodotto italiano e la disponibilità delle imprese di rimettersi in gioco per tornare al business in presenza e in sicurezza».
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Secondo l’ultimo report di Intesa Sanpaolo nel 2020 l’export italiano di gioielli in oro ha subito una forte contrazione (export pari a 4 miliardi di euro), mentre nel primo trimestre dell’anno si segnala un incremento del 12,5% in quantità e del 18,4% in valore.

Si sono rafforzati i segnali di recupero del mercato Usa con le esportazioni che sono cresciute di poco meno del 50% in valore e del 31,1% in quantità.
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«Sono stati due anni abbastanza duri per i problemi nati dal Covid, per fortuna il lavoro si è fermato solo durante il lockdown: gli ultimi mesi del 2020 abbiamo lavorato come gli altri anni – spiega Onorio Zen, presidente degli orafi di Confartigianato Vicenza -. Il 2021 è iniziato bene, ora bisogna avere il coraggio di ripartire con le fiere. Negli anni scorsi sono state un veicolo importantissimo per i prodotti artigianali e lo saranno anche in futuro: le nostre creazioni le devi vedere dal vivo e toccare per apprezzarle, impossibile farlo sul web».
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