Del Vecchio, Benetton, De' Longhi: ecco i 4 imprenditori veneti "paperoni" in Borsa

PADOVA. Lo Stato padrone rafforza il controllo su Piazza Affari, ma nella top 20 dei più ricchi in Borsa spiccano quattro imprenditori big veneti: Leonardo Del Vecchio, Benetton, Ennio Doris e Giuseppe De Longhi. Così nella classifica stilata da La Repubblica.
Il 2016 della Borsa italiana, scrive Repubblica, vede la Cassa depositi e prestiti primo azionista del mercato con partecipazioni pari a 24 miliardi e un guadagno del 3,5% (pari a 600 milioni) in quasi dodici mesi. Alle sue spalle sul secondo gradino del podio resiste il Paperone tricolore per antonomasia, Leonardo Del Vecchio.
Il patron di Luxottica non ha vissuto un anno felicissimo, vista la flessione (-15,5%) del produttore di occhiali. In portafoglio si ritrova però quote in aziende quotate per un valore di 18,8 miliardi, 4 in meno di dicembre scorso, ma quanto basta per difendere la sua posizione in classifica.
Alle sue spalle, in crescita decisa (+2,4%), il ministero del Tesoro.
L’elenco dei super-ricchi continua al quarto posto con un “portafoglio” fuggito all’estero. Quello di Stefano Pessina, primo azionista con una partecipazione del 13% nel colosso farmaceutico Walgreens-Boots.
Bene anche Miuccia Prada e Patrizio Bertelli dell’omonima casa di moda e i Boroli- Drago che hanno cavalcato alla grande la diversificazione all’estero: l’investimento in Igt (giochi Usa, gli eredi della vecchia Lottomatica) e in Antena3 – la tv iberica – e Generali, stanno dando risultati più che soddisfacenti, e in un anno hanno gonfiato del 30% il patrimonio della dinastia novarese.
La famiglia Besnier, proprietaria della Parmalat, viaggia in decima posizione e i Berlusconi (mediaset, Mediolanum, Mondadori, Mediobanca) sono subito dopo con 3,8 miliardi di capitalizzazione di borsa.
La Borsa ha arricchito negli ultimi 12 mesi i Garavoglia (Campari), Alberto Bombassei (+24% la Brembo) e i Ferragamo. Perdono invece un po’ di terreno gli Agnelli, i Benetton (6,7 miliardi contro i 7,1 del 2015) e Giuseppe De Longhi (2 miliardi contro i 2,5 dell'anno scorso).
Ennio Doris chiude a 2,1 miliardi il 2016 (erano 2,2 miliardi nel 2015)
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