Democrazia digitale: in Veneto 18 comuni "open"
ROMA. Sono oltre 200 i Comuni italiani che stanno puntando sulla trasparenza degli atti istituzionali e sulla realizzazione della democrazia digitale, e che stanno via via mettendo a disposizione dei cittadini le registrazioni audio, video e le trascrizioni delle sedute consiliari. I contenuti vengono catalogati per consentire ricerche immediate come avviene su Google grazie al sistema brevettato dal gruppo Cedat 85, che coniuga la tecnologia ASR (Automatic Speech Recognition) per la trascrizione in tempo reale del parlato con la sincronizzazione tra audio e testo in modo da indicizzare ogni singola parola e permettere in un qualsiasi momento successivo di fare ricerche mirate e veloci.
La Lombardia è la prima regione italiana per numero di comuni (36) che hanno adottato finora questo sistema. Emilia-Romagna (23), Sicilia (19), Veneto (18), Lazio e Toscana (17). Circa un terzo dei sindaci ha già messo a disposizione dei cittadini il servizio. La città di Parma, guidata dal sindaco Federico Pizzarotti, è stata tra le prime a offrire questo servizio attraverso il portale del comune ma nell'elenco troviamo anche altri grandi comuni come per esempio Rimini, Padova, Piacenza, Faenza.
«Con questo sistema - spiega l'amministratore del gruppo, Gianfranco Mazzoccoli - i tempi di trascrizione si riducono drasticamente. Si risparmia quindi in termini di impiego del personale, che prima ci metteva anche giorni per completare un verbale di un lungo consiglio comunale, ma, soprattutto, si concretizza la democrazia digitale».
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