Dersut: l'espresso light alla sfida Starbucks

E' l'ultima novità made in Dersut, l'azienda di caffè di Conegliano Veneto. Un caffè decerato pronto alla conquista dell'estero, a partire della Germania grazie al presidio della distribuzione e alle Botteghe del caffé monomarca

CASTELFRANCO VENETO (TV). La Dersut di Conegliano è pronta alla sfida globale anche verso i colossi del caffè take away come Starbucks che, dopo anni, hanno deciso di issare le prime bandierine anche in Italia.

L'azienda storica fondata nel 1949 da Vincenzo Caballini di Sassoferrato, è ora nelle mani di Giorgio Caballini e delle figlie Lara e Giulia. Quindi 100% azienda di famiglia: 18,5 milioni di ricavi nel 2015 (+7% sul 2014) con l'obiettivo di raggiungere i 20 milioni quest’anno. "Passi lenti ma sicuri, cresciamo solo con le nostre forze" dice Lara Caballini. 70 le persone dipendenti nella sede a Conegliano cha ha inaugurato dal 2010, con l'apertura ufficiale al pubblico, il Museo del Caffè Dersut: un percorso-viaggio dalla pianta alla tazzina.

Dersut ha puntato prima di tutto sul Triveneto: ora i clienti qui sono 2.300. Ma da qualche hanno è iniziata l'espansione in altre regioni.

La via dell’estero è, invece,  il nuovo deposito aperto in Germania a Moers, per accedere a Repubblica Ceca, Austria, Albania, Croazia, Slovenia, Bulgaria. Grazie all’espresso vero e all’innovazione come il caffè light “sgrassato” e "decerato", ovvero privato delle cere che sono i grassi che stanno nella parte della corteccia del chicco. Un caffè leggero, che ha comunque la caffeina, ideale per chi ha problemi di stomaco o beve molti espresso al giorno. Un gusto diverso dal decaffeinato (anche se esiste il deca light) che potrebbe conquistare molte papille oltre confine.

La strategia è l'ampliamento del progetto Botteghe del caffè, a quota 140 in Italia. Partito nel 2002, Botteghe del caffè si sviluppa in varie caffetterie monomarca "Italiana del caffè", "Giornale&Caffè", "Caffè light" e "Bottega del Caffè 140". "Arriveremo a concretizzare botteghe anche all’estero" annuncia Caballini.

«L’espresso è un’eccellenza riconosciuta», chiosa «Ci sono mode che funzionano ma noi siamo a favore della tradizione e non ci spaventa Starbucks, nemmeno se arriva in Italia». «Nei mercati esteri», continua, «dovremo individuare location ottimali, poi seguiremo la nostra ricetta e formeremo le persone nelle caffetterie con la regola delle 4 M: miscela, manutenzione, macinatura e mano».

Procede intanto l'iter per fare dell'Espresso un patrimonio Unesco. Il Consorzio per la tutela del caffè ha depositato il 13 maggio il dossier in Commissione Unesco a Roma.

@eleonoravallin

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