Destro (Venetocentro): «L’industria tiene ma subito giù il cuneo fiscale e il tetto al prezzo del gas»

Le priorità indicate dal presidente degli industriali di Treviso e Padova nel corso dell'assemblea. «Convinta adesione al progetto di aggregazione con Venezia-Rovigo»

Leopoldo Destro
Leopoldo Destro

TREVISO. Un lungo applauso per rendere omaggio a Leonardo Del Vecchio.

Si è aperta così l’assemblea privata di Assindustria Venetocentro che ha voluto ricordare il grande imprenditore scomparso.

Poi i temi cruciali per l’imprenditoria veneta, e non solo, che si declinano in conflitto in Ucraina, costi energetici, difficoltà nelle materie prime, inflazione.

I DATI

Il sistema manifatturiero e dei servizi innovativi di Padova e Treviso rallenta la crescita, ma tiene. Dopo la crescita media annua del 17,5% e del 16,5%, rispettivamente, nel 2021 e il record dell’export (25,6 miliardi), nel primo trimestre 2022 la produzione industriale di Padova e di Treviso registra, nell’ordine, un +5,1% e un +3,5% rispetto al trimestre precedente. La variazione su base annua è pari al +9,6% e al +5,3%. Un risultato sostenuto ancora dall’export, cresciuto del 19,2%, spinto da Germania (+21,3%), Francia (+15,6%), Stati Uniti (+22%), Spagna (+20,9). Le incognite già citate pesano però, su margini e investimenti delle imprese, generano un mix di incertezza sui prossimi mesi.

INCERTEZZE

Il problema dell’energia tocca in modo particolare il Veneto, che consuma il 12% dell’energia elettrica nazionale e oltre il 10% del gas naturale. E, oggi, il prezzo unico è 5 volte quello di inizio 2020. A queste incognite, si aggiunge la difficoltà nel reperire profili e competenze. Sono 36.320 le assunzioni programmate dalle imprese in giugno-agosto (127.250 in Veneto). Difficilmente reperibili per il 50,6% (Unioncamere-Anpal, Excelsior).

IN DUE ANNI è CAMBIATO IL MONDO

«E’ passato poco più di un anno e mezzo dal mio insediamento - ha esordito nel suo intervento il presidente Leopoldo Destro - eppure oggi ci troviamo in un mondo completamente e imprevedibilmente diverso. Stiamo vivendo uno di quei momenti che segnano grande discontinuità e profondi cambiamenti nella storia: una pandemia mondiale; un conflitto sul suolo europeo che sta mettendo alla prova libertà, democrazia ed equilibri geopolitici che davamo per scontati da più di 70 anni, oltre a generare un’enorme crisi umanitaria; un faticoso percorso per combattere il cambiamento climatico, di cui misuriamo oggi gli effetti nella siccità e nel razionamento di una risorsa come l’acqua».

ENERGIA, INFLAZIONE, GUERRA: CRESCITA 2022 DIMEZZATA.

Shock esogeni, ha detto Destro, «che stanno impattando in modo enorme sul nostro vivere quotidiano di cittadini e di imprenditori: la corsa dei costi di energia e gas, fuori controllo (gas naturale +647% e Brent +104% rispetto al pre-Covid), con forti pressioni sui margini e complessità di gestione per le imprese. Un’inflazione in crescita preoccupante (+6,8% a maggio, la più alta dal 1986); un rialzo dei tassi da parte della BCE e rischi di aumento per il costo del credito in Italia e per il debito bancario delle imprese. Una conseguente crescita in rallentamento significativo quest’anno per l’Italia rispetto alle previsioni (dal 4% al 2%) e per il Veneto (dal 4,2 al 2,4%)».

CUNEO E IRAP, LO SHOCK CHE SERVE

Il tutto in presenza di «problemi endemici che vengono da lontano e di difficile soluzione, come il calo demografico, con un saldo naturale negativo che cresce in Italia a ritmi sempre più rapidi: era -25.000 nel 2010 e nel 2021 ha già raggiunto quota -310.000. Ciò significa che ogni anno perdiamo l’equivalente di città come Padova e Treviso insieme. La mancanza di riforme strutturali (Pa, fisco); un cuneo fiscale e contributivo sul lavoro insostenibile che rende difficile sviluppare politiche di crescita dei salari». «A fronte di 300 miliardi di salari lordi corrisposti ogni anno nel settore privato - ricorda il Presidente Destro - lo Stato ne incassa 180 di contributi e di Irpef. Il vero cuneo è al 60%! La riduzione strutturale del cuneo a vantaggio dei lavoratori e l’eliminazione dell’Irap è lo shock fiscale positivo che davvero serve per migliori salari, per la competitività delle imprese e del Paese».

UNA DIVERSA NARRAZIONE DEL VENETO.

«La narrazione sul Veneto dovrebbe dedicare maggiore attenzione proprio alle imprese che sono “andate oltre”, integrarle con più forza nel suo orizzonte, associarvi il nome della regione fino a farne il marchio di fabbrica. Questo ne aumenterebbe l’attrattività verso le giovani generazioni, motivate e preparate, che altrimenti cercano altrove risposte alle loro aspirazioni».

PATTO PER IL LAVORO E I GIOVANI.

Questo sistema di grandi, medie e piccole imprese, ha il proprio riferimento nell’Associazione, «impegnata a esprimere indirizzi e visioni sui quali orientare anche le scelte politiche ed economiche, locali e nazionali». Il Presidente si è soffermato sui progetti per il rafforzamento e la qualificazione del capitale umano, da quelli per politiche volte a mitigare l’invecchiamento della popolazione e invertire la curva demografica, a quelli per trattenere i giovani sul territorio o attrarre nuovi lavoratori, in maniera mirata e regolata, anche da Paesi extra-comunitari. Dalla crescita anche dimensionale delle imprese, mediante nuove forme di apertura al capitale o di finanziamento extra-bancario (bond di sistema), alla rigenerazione urbana ed ambientale. Il tutto, «in stretta relazione con istituzioni ed enti locali, università e scuola, il sistema bancario, le nostre naturali controparti sindacali, alle quali dico, oggi: siamo qui per fare quello che serve al territorio, alle imprese, ai lavoratori, attraverso un confronto franco, trasparente e collaborativo».

EUROPA: SUBITO TETTO AL GAS, PIU’ TEMPO PER LA FILIERA ELETTRICA.

Sul piano internazionale, «ora più che mai servono, da parte dell’Europa, lucidità, coesione e capacità di visione perché è evidente la posta in gioco. Serve più Europa per una comune politica estera e di difesa. Serve più Europa per una riforma compiuta del Patto di Stabilità e Crescita. Più Europa ancora per una comune politica energetica e industriale, che intanto raccolga, senza indugio, la sollecitazione italiana alla costituzione di comuni stoccaggi e riserve e introduca un tetto al prezzo del gas. Un’Europa che giochi da protagonista anche la partita della ridefinizione del processo di globalizzazione; che persegua la transizione elettrica, ma nei modi e nei tempi giusti, per non mettere a rischio intere filiere produttive (automotive, componentistica)».

AVC E VENEZIA-ROVIGO: UN NODO METROPOLITANO ‘EUROPEO’ E ATTRATTIVO.

Il Presidente Destro ha concluso soffermandosi sul progetto di aggregazione con Confindustria Venezia Rovigo, per il quale ha ringraziato la Commissione Paritetica, la struttura, gli organi e soprattutto «le centinaia di associati che hanno partecipato alle riunioni zonali, volendo capire, discutere, giudicare ed emendare il progetto. Ma soprattutto volendo esprimere supporto, convinta adesione e incoraggiamento verso l’obiettivo». «Un progetto che ho ricevuto in eredità, che ho voluto capire bene, approfondire e che mi ha convinto. Che non è sostenuto solo da obiettivi di crescita dimensionale o di efficientamento associativo, ma da una chiara visione di futuro e da un sogno, da avviare, implementare e da consegnare a chi verrà dopo di noi. Quello di dare finalmente identità e prospettiva ad un nodo di rango metropolitano per il nostro Veneto, capace di costruire un’offerta di vita e di lavoro a tanti giovani, manager, imprese, investitori. Dove coniugarla in uno dei territori più belli al mondo, capace di unire il vivere bene con la concentrazione di business, di ricerca e innovazione, industria. Con un’offerta formativa anche universitaria e infrastrutturale che lo collega al mondo. Con tesori culturali e ambientali, patrimonio Unesco e centri di innovazione degni delle aree più competitive in Europa e oltre. Ecco, questa è la sfida e il sogno che è alla base di questo progetto. A voi, a tutti noi, la responsabilità e l’onore di essere parte attiva e determinante di una decisione che il prossimo novembre lo renda possibile».

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