Diadora consolida, cresce e punta agli Usa
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TREVISO - L'anno si è chiuso piuttosto bene per Diadora, con ricavi sopra i 132 milioni di euro e un utile in aumento rispetto all'anno precedente, a 4,3 milioni.
Una base di partenza solida per investire sulla crescita, soprattutto all'estero, per quel che riguarda le vendite, ma anche in Italia, per quel che concerne la produzione.
Questi i due pilastri del piano di sviluppo di Enrico Moretti Polegato (figlio di Mario, il patron della Geox che nel 2009 ha rilevato l’azienda) nominato amministratore delegato un anno fa.
L’Italia continua a essere il mercato più importante per Diadora, ed è un mercato in crescita a doppia cifra per l'azienda nel 2015.
All’estero, i Paesi di riferimento si confermano Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, mentre in prospettiva quelli più interessanti sono gli Stati Uniti, dove - annuncia l'Ad - Diadora intende entrare il prossimo anno in maniera diretta con una filiale commerciale, e l’Asia, in particolare Cina, Giappone e Corea del Sud.
Il core business aziendale rimane il mondo dello sport, nonostante diverse energie siano state dedicate, oltre che ai prodotti lifestyle e sicurezza, anche alla linea di alto di gamma Heritage, che attualmente pesa per il 13% sul turnover complessivo.
Heritage è presente nelle boutique di più alto livello in Italia e nel mondo, e da quando è nata - in coincidenza con l'acquisizione da parte di Polegato - è sempre cresciuta a doppia cifra.
Proprio per supportare la label ‘di lusso’, Diadora ha messo in atto un processo di reshoring, riattivando lo storico stabilimento produttivo di Caerano San Marco (Tv)
L’obiettivo dichiarato dall'Ad è arrivare "a realizzare il 10% della nostra produzione in Italia, compreso l’indotto, fino ad arrivare a 100mila paia di scarpe interamente prodotte nel nostro Paese”.
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