Diamanti-bidone Verona epicentro dell’ultima truffa ai risparmiatori

Banco Bpm, Unicredit, Intesa e Mps al centro dello scandalo. Adiconsum: «Ci sono centinaia di raggirati, facciamo causa». L’epicentro della truffa dei diamanti venduti a prezzi gonfiati potrebbe essere ancora una volta il Veneto? Pare che ci siano altre aree più colpite, ma in questo caso il mal comune non è per nulla mezzo gaudio. Da Verona, intanto, è partita la class action intentata da Adiconsum Verona nei confronti del Banco Bpm per 317 soci aderenti e un controvalore investito in diamanti in 9.400.000 euro

PADOVA. Diamonds are forever, diceva un vecchio film di James Bond. Non è così per gli investitori veneti che hanno messo i loro risparmi nel nuovo terremoto finanziario che scuote la regione. L’epicentro della truffa dei diamanti venduti a prezzi gonfiati potrebbe essere ancora una volta il Veneto? Pare che ci siano altre aree più colpite, ma in questo caso il mal comune non è per nulla mezzo gaudio. Da Verona, intanto, è partita la class action intentata da Adiconsum Verona nei confronti del Banco Bpm per 317 soci aderenti e un controvalore investito in diamanti in 9.400.000 euro.

Ma andiamo con ordine. Il 19 febbraio le Fiamme Gialle sequestrano 700 milioni di euro. Nel mirino finiscono cinque istituti di credito: Banco Bpm e Banca Aletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps. E due società Idb (Intermarket Diamond Business) e Dpi (Diamond Private Investment). Alle banche vengono sequestrati nell’ordine, 83,8 milioni a Banco Bpm e alla controllata Banca Aletti, 35,5 milioni a Mps, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Intesa Sanpaolo.

Alle due società i finanzieri pignorano per truffa 149 milioni a Idb e 165 milioni a Dpi, mentre per l’ipotesi di autoriciclaggio il sequestro ammonta rispettivamente a 179 milioni per Idb e 88 milioni per Dpi. Le cinque banche finiscono al centro dell’inchiesta della Procura di Milano coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco per presunta truffa sulla vendita di diamanti.

Tra gli indagati, una settantina, tra cui il direttore generale di Banco Bpm Maurizio Faroni, che dovrà rispondere di truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Indagati anche altri dirigenti della banca, oltre a responsabili delle due società Idb e Dpi che vendevano i preziosi agli investitori. Secondo l’accusa, le due società avrebbero fatto comprare i preziosi a istituti di credito e risparmiatori «gonfiandone» il valore, anche attraverso false quotazioni sui giornali. Le banche - che avrebbero avuto un ruolo di intermediazione con i clienti truffati - erano al corrente del meccanismo. Inoltre avrebbero percepito commissioni molto elevate per finalizzare le operazioni. La vicenda era nota almeno da un paio di anni. Ma i sequestri divenuti effettivi sono stati la miccia che ha fatto detonare tutto.

E ora i risparmiatori fanno causa. Secondo quanto riferisce Adiconsum Verona in una nota dopo un anno di tentativi bonari per chiudere la vicenda al meglio per gli oltre 600 soci di Adiconsum coinvolti, 13 assemblee organizzate sul territorio scaligero con la presenza di un migliaio di consumatori e il fallimento della società Intermarket Diamond Business (Idb), l’Associazione ha avviato «l’azione di autotutela nei confronti del Banco Bpm per chiedere la formulazione di proposte transattive in linea con quelle svolte dagli altri istituti coinvolti».

Aperta parentesi: Intesa oltre un anno dichiarava la propria disponibilità' a riacquistare i diamanti al prezzo pagato originariamente. Ad oggi il 60% circa dei clienti Intesa ha richiesto ed ottenuto la rivendita diamanti. Mentre, dicono i consumatori, il Banco Bpm offre «mediamente il rimborso di circa metà del capitale inizialmente investito». L’istituto contattato ha fatto sapere di non ritenere, viste le indagini in corso, di fornire altre informazioni. In una nota della settimana scorsa la banca guidata da Giuseppe Castagna precisava che le operazioni di sequestro preventivo si riferiscono ad attività svolte «dal 2003 al 2016» prima della fusione tra Banco e Bpm.

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