Diamanti, rallenta la corsa dei prezzi anche se sul mercato mancano quelli russi
Alrosa è il gruppo russo leader mondiale nell’esplorazione ed estrazione di diamanti, seguito dall’anglo-americano De Beers e dall’anglo-australiano Rio Tinto. Dalle miniere di Alrosa, che si trovano principalmente nella regione siberiana della Yakutia, proviene quasi un terzo della produzione mondiale di diamanti grezzi

VICENZA. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al gigante minerario russo Alrosa stanno fortemente riducendo la disponibilità globale di diamanti grezzi nel mondo. Ma, al contempo, sul mercato italiano ed europeo la ridda di notizia negative sul conflitto in Ucraina e sull’economia di questi mesi sta raffreddando i consumi di gioielleria.
E anche la domanda cinese non è così sostenuta.
Risultato: da marzo 2022 è rallentata anche la vertiginosa crescita dei prezzi dei diamanti che era in corso da prima dello scoppio della guerra in Est Europa. Un’osservazione aggiornata di cosa sta avvenendo la offre Giuliano Castrenze, esperto di diamanti e pietre preziose e fondatore e amministratore delegato di World Diamond Group (WDG) di Vicenza, una delle principali realtà del settore in Italia.
«Mediamente il prezzo dei diamanti è cresciuto dal 15% al 30%, ma da marzo l’impennata si è un po' raffreddata sul mercato italiano a causa del calo dei consumi. Complessivamente anche il mercato globale non è così florido: quello Usa stava tirando molto, ma pesa il rallentamento di Europa e Cina», spiega l’imprenditore.
«Discorso a parte va fatto però in caso di richiesta di diamanti con caratteristiche di un certo pregio, perché in quel caso il prezzo è molto alto visto che c'è comunque meno disponibilità di prodotto».
Alrosa è il gruppo russo leader mondiale nell’esplorazione ed estrazione di diamanti, seguito dall’anglo-americano De Beers e dall’anglo-australiano Rio Tinto. Dalle miniere di Alrosa, che si trovano principalmente nella regione siberiana della Yakutia, proviene quasi un terzo della produzione mondiale di diamanti grezzi. Negli ultimi mesi molti marchi della gioielleria, a partire da quelli americani, hanno annunciato di voler sospendere le vendite di quelli di origine russa.
Così gli effetti sono stati immediati sulle filiere internazionali. A partire dall’India, dove viene lavorato il 92% delle gemme grezze del pianeta. Per esempio, come riporta Bloomberg, nella città di Surat, uno dei più importanti centri indiani per le attività di taglio e lucidatura, i bazar degli artigiani e commercianti di settore stanno soffrendo un drastico crollo del lavoro.
La mancanza sul mercato dei diamanti siberiani impatta anche sulla gioielleria Made in Italy. Secondo i dati Istat analizzati da Confindustria Moda e Federorafi, la Russia si colloca solo al 27simo posto tra i fornitori di diamanti dell’Italia (mentre in ambito metalli preziosi è il secondo fornitore di palladio, il terzo di platino, l’ottavo di oro, l’undicesimo di argento).
Ma in realtà molto passa dal Belgio, dove è destinata un’ampia quota delle esportazioni russe di questo tipo di commodity (41% nel 2020 dell’export russo, pari al 17,5% dell’import belga) poi veicolata in altri paesi tra cui l’Italia. Del resto il Belgio, grande hub europeo dei diamanti, importa molto anche da India e Botswana (14% ciascuno).
Anche WDG, fondata nel 1987 come società importatrice di diamanti e oggi titolare di sei marchi, ciascuno con il proprio posizionamento in Italia e nei mercati internazionali del gioiello, acquista diamanti provenienti da tutto il mondo. Risentendo inevitabilmente del trend generale delle materie prime. Particolarmente importante il legame con De Beers.
«Siamo l’unico licenziatario per il mercato italiano e svizzero del marchio De Beers Forevermark, la selezione dell’eccellenza dei diamanti De Beers provenienti dal Botswana», sottolinea Castrenze.
«I nostri marchi di proprietà sono World Diamond Group (gioielli pezzi unici), Golay (il marchio più commerciale e fashion), Mikiko, Nihama, XDiamond (diamanti riprodotti in laboratorio con identiche caratteristiche fisiche e chimiche delle gemme naturali, attraverso un processo che crea in pochi mesi quello per cui la natura impiega milioni di anni), DLuce».
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