Domani nuova allerta. Borrelli: "In Fvg stesso trattamento di Venezia"
TRIESTE Trieste, Muggia, Duino e Grado come Venezia. Pur senza eguagliare i livelli catastrofici della Serenissima, il fenomeno acqua alta ha assunto proporzioni senza precedenti lungo il tratto costiero del Golfo di Trieste. Rive, strade e piazze sott’acqua, innumerevoli locali, negozi e scantinati allagati, spiagge “inghiottite” dal mare, decine di interventi dei vigili del fuoco. Ora la Regione corre ai ripari: chiesto lo stato di emergenza nazionale.
«Assicureremo a tutti i cittadini gli stessi diritti e gli stessi trattamenti di Venezia. Dobbiamo trattare tutti allo stesso modo, per questo posso assicurare che i cittadini del Friuli Venezia Giulia avranno lo stesso trattamento dei cittadini di Venezia, così come anche tutti i cittadini colpiti nelle altre regioni dal maltempo». A dirlo è il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, giunto a Trieste giovedì 14 novembre in seguito all'ondata di maltempo che ha colpito la regione, provocando danni a privati e attività commerciali lungo la fascia costiera da Trieste a Lignano. «Vi posso assicurare - ha aggiunto Borrelli - che da parte del Governo, anzi dei tre Governi con cui ho lavorato, non ho mai avuto indicazioni di privilegiare un territorio anziché un altro». «Una stima dei danni è difficile per ora, servirà tempo», ha concluso. Giunto da Venezia, Borrelli si sposterà a Grado con i vertici della Regione per constatare gli effetti provocati dalla mareggiata
Non è però ancora finita. Venerdì mattina scatta infatti di nuovo lo stato di allerta gialla della Protezione civile, con un ritorno di marea sostenuta. Trieste, Muggia e le altre zone costiere resteranno sotto stretta osservazione durante la fase di picco.
Trieste in AMMOLLO
La serata di martedì, con l’onda di marea arrivata a invadere piazza Unità, ha costituito solamente il preludio allo scenario che i triestini si sono trovati di fronte al risveglio ieri mattina. Sott’acqua Riva Nazario Sauro, Riva del Mandracchio, Riva III Novembre, piazza Unità e la zona di Ponterosso. Subito chiuse via Genova, via Diaz, piazza Tommaseo, via Cadorna e via Canal Piccolo. Oltre ai vigili del fuoco si è così resa necessaria una mobilitazione straordinaria della polizia locale.
Traffico, ovviamente, in tilt con i conducenti costretti a mettere alla prova le proprie doti di guida “nautica” solcando strade trasformate in veri e propri canali. Mattinata decisamente complicata anche per i conducenti degli autobus.
La chiusura delle strade ha reso necessaria la temporanea modifica di ben sette linee. Per motivi di sicurezza in Comune è stata disposta la sospensione dell’erogazione di energia elettrica nei palazzi del Municipio e in Largo Granatieri. Allagamenti anche nel palazzo della Regione in piazza Unità.
LOCALI alluvionati
Per buona parte della mattinata la situazione è rimasta critica, con disagi pesanti in particolare per esercizi pubblici e negozi: dehors “galleggianti”, locali invasi dall’acqua. Decine i commercianti che hanno dovuto armarsi di secchio e scopettone per ripristinare l’agibilità. Disagi che non hanno risparmiato locali storici della zona, dal Caffé degli Specchi al buffet “Da Pepi”. A mezzogiorno le strade off limits sono state riaperte. Nel frattempo l’intensità di bora e pioggia – condizioni atmosferiche favorevoli all’acqua alta – si era ridotta, favorendo un progressivo ritorno alla normalità, pur mantenendo alto il livello di attenzione in vista del picco di alta marea serali: picco che si è poi rivelato inferiore rispetto a quello di martedì sera, in linea con le previsioni meteo della Protezione Civile.
fenomeno eccezionale
A proposito di previsioni, la Protezione civile, nel bollettino diramato durante la notte quando si stava entrando nella fase clou dell’emergenza, ha evidenziato che l’acqua alta sulla costa stava raggiungendo «valori decisamente superiori a quelli previsti dai modelli di simulazione» a testimonianza dell’eccezionalità del fenomeno.
Se la marea a Grado alle 9 di ieri ha fatto registrare il valore massimo di 1,54 metri, a Trieste alla stessa ora il valore massimo è risultato di 3,10 metri (riferito allo zero dell’Istituto talassografico). Nella serata di martedì l’acqua aveva raggiunto i 176 centimetri. Sommerse le aree degli stabilimenti balneari del lungomare, dai Topolini a Sticco, con l’acqua che è arrivata a lambire le piattaforme che d’estate si utilizzano per i tuffi. Ingrossati tutti i corsi d’acqua: da rilevare in particolare la piena del torrente Rosandra.
GLI INTERVENTI
Giornata di superlavoro per la centrale operativa del Nue: in mattinata le chiamate legate al maltempo erano state più di quaranta. Una sessantina, in poco più di 24 ore, gli interventi dei vigili del fuoco triestini per mettere in sicurezza edifici allagati e recuperare barche ormeggiate che avevano subito danni o parzialmente affondate. Mobilitati anche i volontari della Protezione civile.
LA CONTA DEI DANNI
Dopo una prima verifica sull’entità dei danni, effettuata assieme ai vertici della Protezione civile regionale, il governatore Massimiliano Fedriga ha chiesto lo stato di emergenza nazionale di concerto con il vicegovernatore delegato alla Protezione civile, Riccardo Riccardi.
«Ad avere subito i danni maggiori – ha affermato Riccardi – sono i privati che hanno le case in prossimità della costa, le infrastrutture e i natanti coinvolti dagli effetti del maltempo. Il forte vento, infatti, ha amplificato la forza del mare che ha portato al verificarsi di diffusi fenomeni di acqua alta. Nei prossimi giorni avremo un’idea precisa dell’entità dei danni subiti».
«Quella che stanno vivendo numerosi comuni del Friuli Venezia Giulia è una situazione di emergenza. Chiediamo al governo di intervenire a sostegno dei comuni costieri flagellati dal maltempo» hanno dichiarato i deputati di Forza Italia Sandra Savino, Guido Pettarin e Roberto Novelli annunciando la presentazione di un’interrogazione. Il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli sarà oggi a Trieste e incontrerà Fedriga e Riccardi a margine dei lavori del consiglio regionale.
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