«Dopo il Rosé, ora il Prosecco Green»: il Consorzio Doc incalza il ministero

In un convegno on line i produttori si sono impegnati a eliminare, dopo il glifosate, altri fitofarmaci. Il presidente Zanette: «Ora la certificazione». Intanto Valdobbiadene denuncia frode su Instagram

CONEGLIANO. Via non solo il glifosate, ma anche altri prodotti fitosanitari, quali il folpet e il mancozeb. Lotta senza quartiere del Consorzio Prosecco Doc a tutto ciò che impedisce ai loro vini di essere perfettamente ‘sostenibili’. È il senso del progetto “Pro.s.e.c.co” presentato ieri davanti ad una platea di centinaia di video-utenti. Dopo il Rosé arriverà, dunque, il verde, che – ha aggiunto il presidente Stefano Zanette – «più verde non si può». Ossia il “Prosecco Green”, più che bio.

AZIENDE PIONIERISTICHE

Solo buoni intendimenti? No, ci sono già 5 grosse aziende che stanno sperimentando le buone pratiche che il Consorzio ha indicato, ricevendo il benestare della Regione Veneto, ma non ancora quello del Ministero.

Si tratta della Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto, de Le Carline, de Le Rive, di Santa Margherita e di Villa Sandi. «Come Consorzio sono già state realizzate diverse iniziative per la sostenibilità – assicura Zanette - dalla piantumazione di 76 ettari di nuove siepi nella denominazione alla promozione e premiazione del settore biologico e dell’Sqnp (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata). Alla proposta di modifica del disciplinare volta ad eliminare del tutto il glifosate, il folpet e il mancozeb».

PROGETTO “PROSECCO”

Il progetto “Pro.s.e.c.co”, che mira a testare le condizioni operative per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, è funzionale ad un obiettivo importante, condiviso in Cda, che è mira al raggiungimento della certificazione di denominazione sostenibile. «La sostenibilità - prosegue Zanette - è richiesta dal mercato e dalla popolazione e deve diventare un vanto per i produttori e per il territorio».

Presente per conto della Regione Gianluca Fregolent, ha assicurato che il Consorzio troverà la Regione «sempre disponibile, seppur con presenza critica» verso l’impegno alla sostenibilità. «Il Consorzio del Prosecco non sarebbe tenuto a occuparsi di aspetti che riguardano la mera produzione, ma con queste azioni di sostegno verso la sostenibilità – ha riconosciuto Alberto Zannol, altro dirigente della Regione -, tutela non solo la qualità del prodotto in sé, ma solleva l’asticella della qualità nel percepito del consumatore». Confermato il supporto al progetto anche da parte di Stefano Vaccari, recentemente insediatosi come direttore del Crea.

REBULI DENUNCIA UNA FRODE

«Un marchio turistico, regolarmente registrato, e l’immagine di un territorio,Patrimonio dell’Umanità, non possono e non devono essere utilizzati da chicchessia, tantomeno a fini commerciali»: perentorio l’intervento di Isidoro Rebuli, presidente del Consorzio di Valdobbiadene in merito a uno spiacevole episodio su Instagram, dove ieri un distributore di bevande della Lombardia ha postato una foto delle colline valdobbiadenesi, scattata per il Consorzio da Arcangelo Piai, insieme al logo Duplavilis, allo scopo di reclamizzare i vini di una cantina di Ponte di Piave. «Si tratta di un’azione truffaldina – afferma Rebuli - ho immediatamente intimato al titolare del profilo social di rimuovere foto e marchio. Se non provvederà, adirò le vie legali».

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