Droni e robot: ecco il vivaio degli stratupper
Chi per passione e passatempo, chi per professione. Chi, ancora, per veder realizzato un sogno. Il sogno, chissà, di brevettare qualcosa a cui nessuno ha mai pensato prima. Benvenuti alla “Mini Makers Faire” di Trieste, la fiera che raduna centinaia di inventori di Triveneto, Slovenia, Croazia e Austria. Gli addetti ai lavori sono già all’opera per allestire la nuova edizione che, come l’anno scorso, si terrà in un weekend di maggio all’Ictp, il Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam”.
Seminari e laboratori
All’appuntamento collaborano varie istituzioni ed enti scientifici, per mettere in piedi un calendario ricco di seminari e laboratori. L’intento è chiaro: allargare a un pubblico sempre più ampio la scienza applicata, la passione per la creatività e le nuove tecnologie digitali. Il tutto con una buona dose di leggerezza e gioco. Una rassegna dell’ingegno, molto popolare negli Stati Uniti, che dà spazio a chi ama arrovellarsi per costruire, automatizzare e robotizzare. Piccole e grandi idee, anche bizzarre, che finora hanno suscitato l’interesse di migliaia di visitatori: scienziati, semplici curiosi, giovani, intere scolaresche e famiglie con bambini. O imprese a caccia di nuovi prodotti da testare sul mercato e lanciare vere e proprie start up. Una mostra di oggetti spesso sorprendenti, alcuni preparati in centri di ricerca, altri nel garage di casa. Sono soprattutto l’automazione e il digitale i settori applicativi nei quali ci si cimenta con più entusiasmo: robot, droni, software per il tempo libero e l’elettronica a servizio domestico. La fiera si muove sulle orme del “Maker Faire”, un movimento globale che vuole ispirare, educare e intrattenere. La “Trieste Mini Maker Faire” è uno dei cento appuntamenti di questo genere che ogni anno si svolgono in tutto il mondo: raduna e fa scoprire inventori, artigiani, scienziati e artisti.
Passione per il fare
Nel mostrare i progetti, gli espositori condividono direttamente con il pubblico la loro passione per il fare. «Il grande successo del 2014 – spiegava il direttore dell’Ictp Fernando Quevedo inaugurando la manifestazione dell’anno scorso – ha confermato ciò che già sapevamo: la comunità scientifica di Trieste si fonda su un terreno particolarmente fertile in termini di apertura alla scienza, interesse e curiosità, tanto che nel 2014 il successo dell’evento è andato oltre le nostre previsioni. Abbiamo lavorato quindi un anno, aprendo a nuove partnership e collaborazioni, per rendere l’evento ancora più interessante. Nella comunità dei maker – sottolineava – il successo e l’entusiasmo di Trieste hanno avuto un ruolo importante e il risultato consiste in un numero davvero imponente di adesioni da parte di inventori, artigiani e creativi, e una qualità dei progetti sempre più elevata per un campo ancora maggiore di applicazioni». È su queste basi che si replica a maggio. Una grande “agorà delle idee”, insomma, in cui trovare un po’ di tutto. La vera sorpresa, nella scorsa edizione, l’innovativa stampante a 3D: un marchingegno che fabbrica oggetti di plastica. Si rompe un pezzo della lavatrice? È sufficiente usare un programma di disegno digitale con cui riprodurre il componente e lo strumento è in grado di replicarlo. C’è poi chi si è sbizzarrito con i droni, come un gruppo di giovani che è riuscito a ricreare alcuni esemplari servendosi di pezzi di legno, un appendiabiti e pulsanti trovati tra i rimasugli in cantina.
Telecomandi e appendiabiti
Con un telecomando qualunque, tipo quelli che si usano nel modellismo, il drone prende il volo. L’appendino serve per ammortizzare la discesa. Ha suscitato molto interesse il bastone per ciechi, un attrezzo dotato di sensori capaci di segnalare gli ostacoli con delle vibrazioni o per via vocale. Curiosa pure l’idea di un trentenne di Reggio Emilia che ha preparato una scheda elettronica tutta particolare che permette a un qualunque smartphone, con un’applicazione ad hoc, di accendere e spegnere anche una macchinetta del caffè.
Fiere analoghe o di più ampia portata, sono ben avviate a Roma, ad esempio. Il “Maker Faire” nella capitale, ha ormai fatto il salto: da ritrovo destinato ad artigiani digitali, la manifestazione è diventata un centro per imprenditori e imprese hi-tech specializzate anche in design, moda e settore alimentare.
Riproduzione riservata © il Nord Est