Dal garage del nonno alla conquista del web. il boom dei mobili Fiver

Se il ciclismo è uno sport eroico, la storia imprenditoriale della famiglia Gobbo, prima e seconda generazione, non è esente da quel misto di sacrificio, talento e dedizione che è richiesto a chi corre in bicicletta

«Non ti devi arrendere mai perché se perdi la ruota rimani per strada». La massima di papà Roberto (Gobbo), ciclista per amore prima che imprenditore, i suoi cinque figli – Ronny, Rossella, Riki, Roger e Romina, tutti nomi con la R come papà e mamma, Rosanna – l’hanno tatuata nell’anima.

Da ragazzi, quando disputavano le gare in bicicletta, imparando il valore della fatica e della resistenza, se la sentivano ripetere. Oggi che sono imprenditori e titolari della Mobili Fiver di Pasiano, una azienda leader nella vendita di mobili di qualità, tramite il canale online, la vivono sulla loro pelle ogni giorno.

Nelle sfide poste dai mercati. Nelle prove più dure, come l’incendio del magazzino lo scorso dicembre. E se il ciclismo è uno sport eroico, la storia imprenditoriale della famiglia Gobbo, prima e seconda generazione, non è esente da quel misto di sacrificio, talento e dedizione che è richiesto a chi corre in bicicletta. Di chi sa trasformare il fato avverso in grande opportunità. La prima volta è accaduto negli anni Novanta. Papà e mamma, imprenditori agricoli, persero il bestiame e si ammalarono per un’epidemia che colpì duramente azienda e famiglia.

«Papà, con un’esperienza da artigiano del legno, iniziò a bussare alle porte delle imprese e a chiedere lavoro, come terzista – racconta Rossella –. E così nei primi tempi quella che oggi è la nostra sede legale, era per metà azienda agricola e per metà laboratorio».

È il 1999 l’anno in cui nasce la Mobili Fiver, un’impresa di terzisti, in cui i primi figli, terminati gli studi – il primo è Riki –, entrano e danno una mano. Ma per arrivare alla realtà con 140 dipendenti, al quartier generale di 21 mila metri quadrati a Pasiano di Pordenone, al magazzino temporaneo a Prata, a uno stabilimento logistico negli Stati Uniti, a numeri di bilancio che indicano un fatturato di 35 milioni nel 2022 e uno previsto per il 2023 di 39,5 milioni, bisogna arrivare alla seconda prova del destino, una decina di anni dopo.

Ronny, che oggi è Ceo director dell’azienda, il fratello a cui è riconosciuta la visione e la capacità di guardare avanti prima degli altri «una mattina arriva in ufficio, eravamo nel primo stabilimento, e dopo il turno di notte – ricorda Rossella – dice: “Ragazzi ho sbagliato completamente la produzione stanotte”. E siccome per noi terzisti voleva dire farsi carico del danno economico, ci ha detto: “Lasciatemi andare a dormire che poi mi invento qualcosa”.

Dopo quattro ore è tornato chiedendo: “Hai ancora l’account eBay? Allora vedo di fare qualcosa e poi casomai lo vendiamo su internet”. La mattina dopo l’ufficio di 60 metri quadri era stracolmo di tavolini. Foto e annunci su eBay e poco dopo avevamo la prima vendita, ma non avevamo nemmeno le scatole per spedire questa merce e quindi ci siamo improvvisati per fare un imballo. Io mi sono mossa per cercare intanto un corriere: nel giro di un paio di mesi la partita di tavolini era esaurita e avevamo ripreso il materiale per riassortire. A catalogo abbiamo deciso di chiamare quel tavolino “First” e lo produciamo ancora, è il nostro portafortuna».

Era il 2011, oggi il catalogo è composto da oltre oltre mille prodotti – tavoli e consolle gli articoli più gettonati, ma non mancano le librerie – spediti in tutto il mondo. «All’inizio stoccavamo la merce nel garage di casa del nonno, circa 60 metri quadri. Sono stati anni di sviluppo velocissimi, in cui cambiavamo magazzino anche più volte l’anno per star dietro alla crescita. Ben presto abbiamo dovuto dire ai nostri clienti storici che non potevamo più lavorare per loro. Molti hanno capito». L’unione dei fratelli Gobbo è segnata anche dalla naturale collocazione che tutti hanno trovato in azienda. «Ognuno di noi fa ciò che ama fare, è stato spontaneo».

Ronny, che dei figli è il terzo, è Ceo director, ma è anche un creativo, molti dei prodotti nascono da suoi schizzi. Come il tavolo Emma, che è il più venduto in Italia. Rossella è Administrative director e tiene i cordoni del bilancio, Riki Facility & Production director, Roger Purchasing & Production director, Romina Human Resources director. «I nostri ruoli ci riescono bene perché c’è fiducia reciproca – analizza Rossella – per cui non mettiamo mai in dubbio il lavoro dell’altro. Le discussioni ci sono e sempre ci saranno, ma questa fiducia è quello che ci ha permesso di andare avanti in ogni momento».

Accanto ai fratelli, «ci sono due figure che oggi sono dirigenti, ma che sono cresciute con noi in azienda, che hanno maturato competenze che a noi mancavano». Sono Ricardo Jesus Rodriguez Cardenas, E-commerce director, e Gianpaolo Valle, CIO, Logistics e Customer Care director. La parte del costumer service «assieme alla qualità dei prodotti è ciò che ci sta premiando. Ci sono persone in carne e ossa che rispondono alle chiamate, seguono gli ordini e devono anche saper smistare le problematiche. La parte della relazione con il cliente è fondamentale anche per la produzione. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo messo in produzione una versione tonda del tavolo Emma perché tanti clienti ce lo chiedevano».

Grazie alla tecnologia il centralino indirizza la chiamata proveniente da un Paese all’operatore che parla quella lingua, in modo che il cliente si senta subito accolto. L’età media del personale in azienda è 29 anni, «con una buona presenza di donne sia a livello produttivo che in ufficio. È una aspetto a cui teniamo molto». In questa crescita rapida, ma anche solida, dell’azienda, lo scorso dicembre è arrivata la terza grande prova del destino: l’incendio del magazzino di Azzano Decimo.

I genitori dei fratelli Gobbo, che nel tempo hanno lasciato con naturalezza l’azienda ai figli, la mattina dopo l’incendio «erano qui, cosa che capita di rado ora, perché fanno i nonni. È stato molto toccante e importante averli al nostro fianco. Ricordo che ci hanno detto: “Non possiamo fare molto, ma se avete bisogno di essere ascoltati noi ci siamo”».

Un’altra salita, un’altra ripartenza, affrontata con coraggio e visione. Nel breve termine è iniziata una nuova sfida: «Stiamo iniziando a produrre mobili da giardino, un ambito nel quale vorremmo crescere anche perché il nostro è un comparto che risente di logiche stagionali».

È poi in progettazione la nuova area logistica a Pasiano, sarà pronta tra un anno. Ora che in Indiana il magazzino logistico gestisce le spedizioni dal Messico al Canada dei mobili Fiver, prodotti interamente in Italia, non mancano altre ambizioni, frontiere da esplorare. «Dobbiamo prima consolidarci negli Stati Uniti – aggiunge pragmatica Rossella –, ma il sogno di aprire altri centri logistici in Europa e nel mondo c’è. Prima di aprire in Indiana servivano anche 20 giorni per consentire che la merce arrivasse a destinazione, ma noi evadiamo l’ordine in 48 ore. Questo tipo di internazionalizzazione ha permesso di ridurre molto i tempi. La produzione, invece, deve rimanere in Italia. A Pasiano». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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