Dal maxi cantiere ai mega yacht: Monfalcone si traveste da Nuova Zelanda
Monfalcone non è più solo la città di Fincantieri con uno stabilimento “città nella città” e un numero di addetti che nei momenti della consegna delle sue grandi navi tocca anche le 10 mila unità. Ma è una città che vuole crescere “con il cantiere” e che prova, con successo, a diversificare assecondando la sua storica vocazione per la nautica da diporto nel segmento degli yacht e dei mega-yacht. Una filiera completa, che parte dalla marina per arrivare ai fornitori, passando per i cantieri ad alta tecnologia alle barche in legno, una realtà di eccellenza preservata dai maestri d’ascia.
Sono anni che Monfalcone, poche miglia di mare da Trieste, città della vela e della Barcolana, brilla sempre più nel settore e ora, grazie all’arrivo di nuovi investitori, sta assumendo un ruolo da leader come polo della nautica a livello italiano e internazionale.
Dopo lo sbarco di Montecarlo Yachts è stato lo stesso gruppo francese di Beneteau, che la controllava, a prendere il timone dello stabilimento realizzando al Lisert, collegato con ferrovia, porto e autostrada, il suo maggiore polo produttivo che dà lavoro a oltre 250 persone. Un distretto che conta 24 imprese che danno lavoro a circa 1.500 addetti.
Beneteau che a Monfalcone ha 45 mila metri quadrati di stabilimento, 18 mila coperti e un impianto produttivo con una cabina di verniciatura per imbarcazioni da mille metri quadrati, fra le più all’avanguardia a livello europeo, realizza 25 yachts di lusso l’anno in vetroresina.
Un gruppo da quasi 8 mila addetti nel mondo che registra un fatturato di 1,8 miliardi, con una crescita del 18%. E che a Monfalcone produce barche a vela di grandi dimensioni come lo Janneau 65 piedi (quasi 20 metri), una navetta come il Grand Trawler 62 piedi o il catamarano di lusso Prestige M8, anch’esso di 20 metri. Prima la Beneteau affidava all’esterno la produzione della vetroresina, dal 2021 ha riportato la lavorazione in casa.
«A Monfalcone dalle 25 barche l’anno attuali - spiegano il direttore dello stabilimento, Ferdinando Cuogo e la general manager Graziella Borgogna - possiamo arrivare a produrne 45. È l’unico sito sul mare di Beneteau, un polo di eccellenza che oltre alle professionalità che trova sul territorio, grazie alle sinergie con Fincantieri, può fare ricerca e sviluppare nuovi prodotti e tecnologie vista la presenza dell’Università di Trieste con la facoltà di Ingegneria navale».
Il mare che passione
Nei giorni scorsi è stato ufficializzato lo sbarco, proprio accanto a Beneteau, in un’area che si affaccia nel Canale Est Ovest, di un nuovo grande gruppo, Alpha Yachts, brand messicano di imbarcazioni di lusso che punta a realizzare uno stabilimento su un terreno da 18 mila metri quadrati. L’area è stata acquistata per poco più di 800 mila euro, l’investimento è di circa 16 milioni e il cantiere, che a regime dovrebbe occupare almeno 200 persone realizzerà mega yacht in acciaio e alluminio da 30 a 50 metri. «Nella prima fase ci serviranno trenta persone, la produzione inizierà nel 2025» annuncia l’ad del gruppo, Angelo Guazzotti.
«Con i suoi 18,5 km di costa più tre di coste su acque interne, oltre tremila posti barca, uno ogni 10 abitanti, la città sta investendo oltre 9 milioni di euro nel settore della nautica da diporto - dice la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint che è anche una velista appassionata -.Quattro le aree di azione: Canale Est Ovest, Marina Julia, Bacino di Panzano e Canale Valentinis». Un territorio, con alle spalle il Carso e poco più in là le Alpi Giulie, con sempre più somiglianze alla Nuova Zelanda, dove si respira la passione per il mare e che, grazie alla presenza di Fincantieri, negli anni ha concentrato nelle due grandi zone produttive, il Lisert appunto e l’area Schiavetti Brancolo, un concentrato delle migliori aziende al mondo del settore nautico, metalmeccanico e di manifattura per imbarcazioni e navi da crociera.
Ma c’è un’altra realtà che da tempo sta puntando a Monfalcone, il cantiere veneto di Adria a Rovigo. Il gruppo della famiglia Duò, che storicamente (dal 1927) progetta e realizza imbarcazioni militari, paramilitari (motovedette), da lavoro, commerciali e da trasporto fino a 100 metri di lunghezza. L’azienda è in difficoltà finanziarie, a dicembre è stata ammessa al concordato preventivo. Ma ha dato una svolta nominando un nuovo amministratore delegato, Stefano Lupi, esperto nello sviluppo di business e nel restructuring, per rilanciare il gruppo anche con l’ingresso di nuovi investitori. Da un lato per rafforzare a Rovigo la produzione di navi defence & security. Dall’altro, con l’headquarter a Monfalcone, sempre al Lisert, per supportare un piano industriale di crescita e di posizionamento sul mercato dello yachting con la controllata Vittoria Yachts.
A scuola dai maestri
Monfalcone è un volano della nautica che lavora in sinergia anche con aree vicine dove ci sono altre realtà di eccellenza, come Aquileia, dove opera la Solaris, uno dei cantieri “sartoriali” di barche a vela (180 dipendenti, più una falegnameria collegata che lavora in esclusiva con 60 dipendenti, fatturato 2023 di 50 milioni, prevista una crescita per il 2024 a 55 milioni con una cinquantina di barche consegnate) che opera dal 1974 e in cinquant’anni ha realizzato oltre 750 scafi di altissima qualità. Gli yacht Solaris, fast cruiser a vela da 40 a 80 piedi, performance boats - ovvero maxi yacht a vela ipertecnologici fino a 140 piedi - e Solaris Power, imbarcazioni open e coupé da 40 a 80 piedi.
L’azienda ha anche una controllata a Forlì e costruisce le imbarcazioni nello stabilimento di Aquileia, le trasporta via terra a Monfalcone o a San Giorgio di Nogaro dove vengono finiti gli allestimenti. E anche dove, è il caso di Monfalcone che ha un porto, le carica su navi che le portano negli Stati Uniti o nel Far East. Nel 2021 Solaris ha anche acquisito dalla Beneteau il marchio Cnb Yacht, maxi yacht a vela da crociera da 60 a 90 piedi.
«Un’economia del mare completa ruota attorno alla nautica nel Fvg, la regione d’Italia con la più alta densità di posti barca in relazione ai km di costa, un asset che sta crescendo e che fa crescere anche le presenze turistiche legate alla nautica: più 20% negli ultimi due anni», hanno fatto notare l’assessore regionale alle attività produttive Sergio Emidio Bini e il governatore Massimiliano Fedriga.
Dai cantieri di produzione a quelli di rimessaggio, a Monfalcone due in particolare hanno fatto da modello per gli armatori che desiderano far lavori in proprio (o con le professionalità presenti) sulle imbarcazioni rispettando i criteri di sicurezza e ambientali, Ocean e Nautec, controllati dala famiglia Cattaruzza. Per finire la produzione di altissimo livello dei cantieri Alto Adriatico, realtà guidata da Odillo Simonit con Paolo Skabar, gli ultimi maestri d’ascia che, assieme a Federico Lenardon, unico allievo ed erede del sapere del progettista di barche Carlo Sciarrelli, oltre a restaurare imbarcazioni in legno (arrivano da tutto il mondo) stanno tramandando la loro professionalità grazie a programmi di formazione internazionale (a colpi di oltre 600 iscritti). Ma realizzano anche nuove imbarcazioni con una innovativa tecnologia di costruzione, quella del fasciame incrociato.
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