Intervista a Maria Cristina Gribaudi: «Che avventura la mia dalla fabbrica di papà al boom dei Musei Civici»

Un chilometro alla volta. Come ogni maratoneta conosce l’importanza dei passaggi intermedi, consapevole che il traguardo, nelle lunghe distanze, si attraversa con i 21 grammi dell’anima, perché fiato e muscoli, da soli, non bastano. Maria Cristina Gribaudi, classe 1959, imprenditrice, maratoneta e madre di sei figli, vive una corsa di resistenza quotidiana. Molti incarichi, altrettante responsabilità

Un chilometro alla volta. Come ogni maratoneta conosce l’importanza dei passaggi intermedi, consapevole che il traguardo, nelle lunghe distanze, si attraversa con i 21 grammi dell’anima, perché fiato e muscoli, da soli, non bastano. Maria Cristina Gribaudi, classe 1959, imprenditrice, maratoneta e madre di sei figli, vive una corsa di resistenza quotidiana. Molti incarichi, altrettante responsabilità.

Dal 2002 è amministratrice unica di Keyline Spa, che fa parte del Bianchi Group 1770, appartenente alla famiglia di produttori di chiavi la cui storia è iniziata nel 1770 a Cibiana di Cadore. Dal 2015 è presidente della Fondazione Musei civici di Venezia che raccoglie 11 siti museali, tra cui il Palazzo Ducale, comprensivi di oltre 200 mila opere d’arte e due milioni di reperti naturalistici. Dal 2016 è anche amministratrice indipendente di H-Farm. A seguire diventa vicepresidente dell’Unione Imprese Storiche d’Italia, riveste ruoli in Aidaf e Ailm (di cui è vicepresidente).

La sua disponibilità a mettersi in gioco la porta ad accettare di entrare nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia di sviluppo di Venezia, in quello dell’Università Ca’ Foscari (2017), nel Gruppo tecnico cultura di Confindustria nazionale e, più di recente, nell’advisory board di Confindustria Veneto con delega per la gestione dei progetti inclusione, coesione e cultura, relativi al Pnrr.

Gribaudi, nella sua autobiografia “L’altalena rossa”, racconta una storia familiare di sopravvivenza e resilienza. Come queste esperienze hanno influito sulle sue scelte?

«Sono sempre stata consapevole di essere stata una bambina fortunata, per il semplice motivo di essere venuta al mondo. Sono nata grazie al fatto che mio padre fosse un sopravvissuto a un campo di concentramento. Ogni giorno mi confronto con quella bambina che ero, con le scelte che faccio nella vita quotidiana. Mio padre era un uomo straordinario, un imprenditore che ha trovato il modo di creare posti di lavoro anche in tempi difficili. Ricordo che spesso, la domenica, invece di portarmi ai Giardini Reali di Torino a giocare, mi portava a visitare la sua fabbrica. Quel luogo, col profumo dell'acciaio, era un parco giochi per me. Ho imparato molto osservando il suo approccio lavorativo e la sua dedizione alla creazione di opportunità per gli altri».

Ha iniziato presto la carriera, sia dentro che fuori l'azienda di famiglia. Quali sono state le esperienze più significative per lei?

«La mia carriera è iniziata nella fabbrica di famiglia, dove ho imparato ad affrontare le sfide con spirito imprenditoriale. Ho capito subito l'importanza della cultura aziendale e della formazione. Ho spinto molto per portare più donne in azienda, sia nella gestione sia nei ruoli tecnici, passando dal 18% al 40%. Gestire una famiglia con sei figli mi ha insegnato il valore dell'amore e della comprensione».

Il suo lavoro con i Musei Civici ha avuto un grande impatto. Cosa ha trovato più gratificante nel suo ruolo?

«L'opportunità di rendere la cultura più accessibile è stata estremamente gratificante. I Musei Civici sono un veicolo di democratizzazione culturale. Abbiamo organizzato mostre multidisciplinari e coinvolto tutti, dagli anziani ai bambini. Il nostro obiettivo è far sì che ogni persona si senta parte di questa comunità culturale, fornendo ad esempio attività inclusive per le persone con disabilità e attivando progetti con le carcerate della Giudecca. Nel 2023 abbiamo ottenuto un incremento del 12,6% dei visitatori rispetto al 2022 e un 2% in più rispetto al 2019 pre pandemia, per un totale di 2,1 milioni di visitatori. Abbiamo inoltre prolungato gli orari di alcune sedi per accogliere i visitatori fino alle 23 nei weekend».

In che modo pensa che i Musei Civici possano contribuire a diversificare il turismo a Venezia?

«Crediamo fermamente che i Musei Civici abbiano un ruolo centrale nel promuovere un turismo più sostenibile e diversificato. Vogliamo sviluppare una strategia che contribuisca a distribuire meglio i flussi turistici, spostandoli dalla sola Piazza San Marco verso altre aree di Venezia, dove i nostri musei possono essere punti di attrazione e anche verso le isole. Attraverso mostre e attività coinvolgenti, possiamo incoraggiare i visitatori a scoprire l'autenticità e la storia di Venezia al di là delle attrazioni più note, valorizzando le tradizioni locali».

Quali progetti state pianificando per il 2024?

«Abbiamo un programma ricco e coinvolgente che nasce dal lavoro di un comitato di direzione interno molto forte, per creare mostre condivise che sono il frutto di una collaborazione collettiva. Vogliamo allinearci sempre di più agli standard internazionali, mantenendo una prospettiva locale. Le attività educative e culturali saranno fondamentali per coinvolgere maggiormente la comunità. Inoltre, stiamo investendo in iniziative legate alla sostenibilità e alla certificazione di genere, e offrendo attività educative che solo nel 2023 hanno coinvolto quasi 40.000 persone».

Come riesce a conciliare i tanti ruoli che riveste?

«Essere madre, imprenditrice e leader in diverse organizzazioni richiede un equilibrio delicato, ma ci riesco grazie a un forte senso di responsabilità verso la mia famiglia e le mie passioni. Credo che il nostro impegno quotidiano sia la migliore educazione per le nuove generazioni, dimostrando che possono raggiungere i loro obiettivi senza essere vincolate dagli stereotipi. Le donne devono essere riconosciute per il loro talento e le loro capacità, e non fermate da pregiudizi o discriminazioni».

Oltre ai Musei Civici, lei è imprenditrice nell'azienda Keyline, fondata dalla famiglia di suo marito. Come stanno andando le cose in azienda e quali progetti di sviluppo avete previsto?

«Keyline opera nel settore della produzione di chiavi e macchine duplicatrici dal 1770. Sono entrata nella gestione dell'azienda di mio marito e insieme abbiamo continuato a crescere, recentemente anche acquisendo altre realtà. Questo è stato possibile anche grazie all’apporto di Giacomo, uno dei miei figli, esponente dell’ottava generazione, coinvolto nella gestione, e che sta creando sinergie e sviluppando nuovi mercati. Siamo poi riusciti a diversificare, puntando molto sulla formazione e sulla crescita internazionale, per offrire soluzioni innovative ai nostri clienti».

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