«Noi tra i fornitori di punta per le missioni su Marte»

Federico zoppas, presidente della rete rir Air: «Satco è un passo importante per unire le nostre competenze». «Il mercato globale può arrivare a mille miliardi di dollari entro il 2030, triplicando i ricavi della nostra rete»

Roberta Paolini

L’industria aerospaziale vive una stagione di straordinaria evoluzione, trainata dall’espansione della New Space Economy. Con l’obiettivo globale di raggiungere un valore di mercato di mille miliardi di dollari entro il 2030, il settore è al centro di una competizione serrata tra nazioni e aziende private.

Le nuove tecnologie, la miniaturizzazione dei satelliti e lo sviluppo di infrastrutture spaziali, come basi lunari e missioni su Marte, stanno riscrivendo le regole del gioco.

I grandi player, da SpaceX ad Airbus, puntano sull’innovazione, mentre i governi investono massicciamente per rendere l’aerospazio un pilastro strategico della propria economia. In questo contesto, l’Italia cerca un posizionamento tra i leader europei.

In questo scenario in rapida trasformazione, il progetto Satco e la rete Rir Air guidata da Federico Zoppas rappresentano un esempio virtuoso di come la collaborazione tra aziende, università e istituzioni possa favorire lo sviluppo di una filiera aerospaziale integrata e competitiva.

Presidente Zoppas, il progetto Satco rappresenta una svolta significativa per la rete Air e per il settore aerospaziale in Veneto. Può spiegarci l'importanza di questa iniziativa?

«Satco è un risultato straordinario della collaborazione tra enti pubblici, università, centri di ricerca e aziende, che ha reso il Veneto una regione di eccellenza nella filiera aerospaziale. Con questo bando, coordinato dalla Rir Air, abbiamo coinvolto sei aziende – Qascom, Dwave, Irca-Zoppas Industries, Officina Stellare, Stellar Project e T4i – insieme alle Università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia. È un passo importante per unire le nostre competenze e presentarci sul mercato con servizi e tecnologie sempre più avanzati. L’ecosistema che abbiamo costruito muove oltre 2 miliardi di euro e coinvolge più di 5.000 addetti. Questo progetto rappresenta una prova di forza per consolidare la nostra filiera e attrarre nuovi investimenti».

Quali sono stati i principali ostacoli e come siete riusciti a superarli?

«Mettere attorno a un tavolo aziende con background diversi è una sfida in sé, ma il nostro approccio collaborativo ha funzionato. Abbiamo lavorato in questi anni per raggiungere un livello di maturità significativo, sia attraverso attività di ricerca e sviluppo, sia costruendo relazioni solide all'interno della rete. Grazie al supporto della Regione Veneto e delle università, stiamo trasformando le opportunità in realtà. Anche se vincere il bando rappresenterebbe un grande successo, il vero risultato è aver delineato una strada chiara che risponde alle esigenze dei grandi player internazionali».

L'idea di una “mini filiera” sembra essere centrale nel progetto.

«Abbiamo cercato di dare una risposta concreta alle esigenze dei contractor, che cercano fornitori flessibili ed efficienti. Le nostre aziende, con le loro competenze complementari, sono in grado di offrire un pacchetto integrato di prodotti e servizi. Questo approccio rende il nostro ecosistema estremamente competitivo, non solo nel settore aerospaziale, ma anche in settori correlati come la medical economy o i data center. È un modello che facilita le relazioni con i clienti e accelera la distribuzione dei prodotti»

Quali sono le prospettive di crescita per il settore aerospaziale veneto?

«Le prospettive sono molto promettenti. La New Space Economy è un driver di crescita su cui il Governo sta puntando con decisione, riconoscendolo come un settore strategico. Il mercato globale potrebbe arrivare a mille miliardi di dollari entro il 2030. Per la nostra rete, ciò potrebbe tradursi nel triplicare il valore della fornitura. Vedendoci tra tre anni dico che però il nostro obiettivo primario è quello di essere su obiettivi come andare sulla Luna o Marte ma in maniera stabile, vogliamo essere nell’élite dei fornitori».

Ci sono altre sfide che il settore sta affrontando, come quella di competere in filiere di altissimo livello?

«Certamente. Per rimanere competitivi con altri distretti, come quelli in Piemonte o Campania, dobbiamo continuare a investire nell’innovazione tecnologica e nell’omologazione dei fornitori. Oggi, chi opera nell’aerospazio deve rispondere a requisiti sempre più specifici e avere una filiera resiliente. È per questo che abbiamo avviato collaborazioni con grandi aziende, come Leonardo e AgustaWestland, e stiamo lavorando a progetti per il futuro, come i satelliti di nuova generazione». —

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