Picosats, mini-satelliti con tecnologia 5G: «In orbita entro l’anno per video e immagini»

Anna Gregorio, imprenditrice spaziale, docente di astrofisica al dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e tra le 100 italiane di successo secondo Forbes, Picosats è una delle punte di diamante del settore

Di recente ospite nel padiglione italiano allo Space Symposium di Colorado Springs, la triestina Picosats continua a esplorare nuovi orizzonti nel campo della tecnologia spaziale. La startup realizza mini-satelliti e si colloca fra le imprese più promettenti del business aerospaziale.

Guidata da Anna Gregorio, imprenditrice spaziale, docente di astrofisica al dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e tra le 100 italiane di successo secondo Forbes, Picosats è una delle punte di diamante del settore: «L’Italia ha sempre avuto un ruolo particolare soprattutto negli Stati Uniti perché l’Agenzia spaziale italiana ha un rapporto privilegiato con la Nasa: non va dimenticato che siamo stati il terzo Paese al mondo a lanciare un satellite. Nel nostro Paese le aziende che si occupano di Space Economy sono complementari e spesso collaborano tutte insieme, senza rivalità particolari, grazie anche al lavoro dell’Italian Trade Agency nei tanti congressi internazionali del settore».

Gregorio sta così lavorando per creare un distretto della Space Economy a Nord Est: «In Veneto e Friuli Venezia Giulia ci sono imprese del settore molto importanti. Il mondo scientifico triestino, che può contare su un’alta densità di ricercatori, 40 ogni mille abitanti, può dare un contributo rilevante».

Picosats ha testato con successo, durante una missione Space X di Elon Musk, il suo prodotto tecnologico di punta, ad alte prestazioni e dai costi contenuti. Si tratta del ricetrasmettitore miniaturizzato Radiosat, componente fondamentale dei micro-satelliti, progettato per CubeSat e per piccoli satelliti con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dell’Agenzia Spaziale Italiana, lanciato per la prima volta in orbita l’11 novembre scorso: «Un successo che potrebbe interessare i grandi colossi dei media e delle telecomunicazioni nelle comunicazioni satellitari».

Ma quali sono le prospettive di questo lavoro di ricerca? «Si tratta di una svolta importante nelle telecomunicazioni. Assieme all’Esa, all’Agenzia spaziale italiana, a Tim, alla torinese Tyvack e alla romana Rame attualmente stiamo sviluppando e testando il primo prototipo di radio satellitare miniaturizzata 5G che prevediamo di lanciare in orbita entro fine anno, e consentirà una velocità di trasmissione molto più economica e veloce di video e immagini», annuncia Gregorio.

Per Picosats è il coronamento di un lavoro di due anni: «Se pensiamo che siamo nati come uno spin off universitario questo è un passaggio epocale. Siamo riusciti partendo da zero a conquistarci una grande credibilità. Il nostro è un team giovane e molto motivato e stiamo lavorando a nuovi progetti».

La startup ha trovato risorse adeguate e un supporto finanziario e strategico avendo chiuso con successo nel luglio dello scorso anno un secondo round di investimento da 2,13 milioni di euro che è servito a finanziare la sperimentazione sui microsatelliti 5G. All'operazione ha partecipato Liftt, holding di venture capital guidata da Stefano Buono, lo scienziato italiano diventato imprenditore e cacciatore di startup che Gregorio conosce dai tempi in cui ambedue svolgevano il dottorato al Cern di Ginevra. Nella compagine ci sono anche Progress Tech Transfer e Galaxia, il Polo nazionale di trasferimento tecnologico per l'aerospazio di Cdp Venture Capital Sgr.I fondi raccolti sono serviti all'ampliamento delle attività di ricerca e al potenziamento dell'infrastruttura tecnologica. —

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