Ecco dove e come nasce il Piera Dolza Torchiato di Fregona, il pregiato passito che non ha prezzo
Racconta la leggenda che un contadino, nella primavera di un non meglio precisato anno del 1600, recupera i grappoli di un’annata sfavorevole dimenticati in un granaio. Gli
acini, avvizziti ma sanissimi, lo tentano. Decide di provarne la vinificazione torchiando con vigore le uve e ottenendo alla fine del processo un vino bianco passito intenso, ricco di aromi e dolce al palato. La piacevole scoperta spinge nel tempo altri contadini della zona a fare altrettanto. Nei piccoli poderi diffusi in zona, coltivati principalmente da mezzadri a servizio dei latifondisti, ogni anno si cominciò a nascondere parte dell’uva nei granai per destinarla alla produzione di questo irresistibile nettare. Il successo di questo vino crebbe rapidamente fino a diventare un vino iconico, rappresentativo dello stesso paese di Fregona, orgoglioso di avergli dato i natali. Nel 2013, e dunque qualche secolo dopo, sette piccoli vignaioli, associandosi in forma di cooperativa, hanno salvato il Torchiato dal rischio di estinzione unendo le proprie forze per presentarsi sotto un’unica etichetta: “Piera Dolza Torchiato di Fregona”. Vino prezioso, solo 2.500 le bottiglie da 375 ml prodotte dalla vendemmia 2013, che - a oggi - non ha ancora un prezzo.
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