Edilizia, Contessi (Ance Fvg): «Sospetti speculazione sui rincari delle materie prime»
Per il presidente dei costruttori del Friuli Venezia Giulia servono misure in grado di tutelare le imprese e i committenti
UDINE. «C’è chi specula? Il dubbio francamente viene: la ripresa dell’edilizia dopo l’onda lunga del 2008-2009 era già cominciata prima del Covid. Eravamo un settore già vitale, il lockdown per noi è durato poco e trovo quindi un po’ sospetta questa corsa dei prezzi».
Il presidente di Ance Friuli Venezia Giulia, Roberto Contessi, commenta così i rincari registrati a livello nazionale dalla sua associazione e proprio per questo rimarca la necessità di misure capaci, da un lato, di tutelare imprese e committenti dagli effetti dei rincari, dall’altro di calmierare il mercato limando il picco di domanda che sta alimentando le dinamiche in atto sul fronte delle forniture.
«Sui meccanismi di revisioni dei prezzi d’appalto – spiega – il Governo ci ha ascoltato, anche se solo in parte, dal momento che il meccanismo introdotto dal decreto Sostegni bis (la possibilità di rivedere i prezzi di fronte a rincari almeno dell’8%, ndr) si applica solo alle gare aggiudicate nel secondo semestre 2020. Questo, però, lascia totalmente aperto il problema nei lavori privati, che rappresentano, non dimentichiamocelo, l’82% del fatturato del settore».
Se la clausola sulla revisione dei prezzi in corso d’opera (art. 1664 del Codice civile) vale anche sul versante privato, molti dei contratti, in periodi di inflazione prossima allo zero, venivano firmati con la deroga a tale clausola, il che alimenta oggi la possibilità di contenziosi, oltre che di ritardi nei tempi di consegna dei lavori.
«La Regione Friuli Venezia Giulia, con l’assessore alle Infrastrutture Pizzimenti e tutta la sua direzione, ha fatto per intero la sua parte rivedendo prontamente il preziario in vigore e dandoci un notevole aiuto, ma il rischio di un forte incremento di un contenzioso col privato rimane, così come è probabile che, in assenza di revisione dei massimali, la platea dei beneficiari del 110% sia destinata a ridursi sensibilmente, complicando anche gli interventi nei condomini».
Sempre sul fronte del Superbonus, a frenare gli interventi c’è anche una carenza di manodopera specializzata. «Se la carenza di operai edili è strutturale, perché la crisi ci ha fatto bruciare in sostanza una generazione di muratori – spiega ancora Contessi – quella che emerge attualmente è una carenza più specifica, strettamente legata agli interventi coperti dal bonus. Anche per questo crediamo sia necessario spalmare la misura su tempi più lunghi. Quanto alla carenza di manodopera, l’Ance farà campagna nelle scuole superiori perché siamo certi che questo settore, grazie anche alla riduzione del cuneo fiscale, oggi possa tornare ad essere attrattivo per i giovani».
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